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Pnrr

Che cosa ha deciso il governo sul caro bollette e non solo

Ecco le principali novità dei due decreti approvati dal consiglio dei ministri il 18 febbraio

 

Un totale di 8 miliardi di euro, senza scostamenti di bilancio, per sostenere l’economia in una fase difficile.

E’ questo in sostanza l’esito del consiglio dei ministri che il 18 febbraio ha approvato due decreti: uno per frenare i rincari delle bollette, per lo sviluppo delle energie rinnovabili e per aumentare il gas prodotto a livello nazionale; l’altro per il contrasto alle frodi in materia edilizia e sull’elettricità prodotta da impianti da fonti alternative.

Non solo, nei provvedimenti approvati dal Cdm all’unanimità, hanno trovato spazio anche misure importanti per l’automotive, nell’ambito del rilancio delle politiche industriali, e per la pubblica amministrazione.

Ecco tutti i dettagli.

5,5 miliardi per famiglie e imprese

Dei 37 articoli, i primi otto sono dedicati agli interventi urgenti, con l’obiettivo di contenere la spesa di famiglie e imprese nel corso del secondo trimestre, un intervento che “supera i 5 miliardi e mezzo”, spiega in conferenza stampa il ministro dell’Economia, Daniele Franco. In dettaglio gli interventi per le famiglie arrivano a circa 2,6-2,7 miliardi: “l’intervento sugli oneri di sistema per 1,8 miliardi dei 3 miliardi complessivi. Poi le famiglie beneficiano dell’intervento sull’Iva che vale circa 400 milioni e dell’intervento sul bonus sociale. Questi sono tutti sul lato delle famiglie, quindi 2,6-2,7 miliardi”. Sul lato delle imprese, ha aggiunto Franco, “c’è la restante parte degli oneri sistema sull’elettricità e sul gas, l’intervento sulle energivore, l’ultimo intervento sulle ‘gasivore’ per 2,8-9 miliardi e poi 700 milioni ripartiti tra Regioni, servizio sanitario e dall’altro lato servizi degli enti locali, città metropolitane, province e comuni”.

Le misure contro il caro-bollette

Nello specifico, le misure messe in campo dal governo vanno dall’azzeramento degli oneri di sistema per il secondo trimestre 2022, al rafforzamento del bonus sociale elettrico e gas; dal contributo straordinario sotto forma di credito d’imposta a favore delle imprese energivore e per le imprese a forte consumo di gas naturale alle semplificazioni per l’installazione di impianti a fonti rinnovabili. Spazio anche a misure per fronteggiare l’emergenza caro energia attraverso il rafforzamento della sicurezza di approvvigionamento di gas naturale a prezzi equi.

Obiettivo 5 miliardi di metri cubi di gas

Il decreto si basa su “4 colonne: semplificazione per gli impianti rinnovabili, una misura che mira ad aumentare il gas prodotto a livello nazionale, la sicurezza nazionale quindi gli stoccaggi e una misura innovativa sui biocarburanti”, spiega il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani. Il Governo ha intenzione di intervenire sulla produzione nazionale di gas “per arrivare a circa 5 miliardi di metri cubi” di produzione nazionale dagli attuali 3,2 miliardi, su un totale di consumi nazionali di circa 70 miliardi”.

Per l’automotive un miliardo all’anno per otto anni

Per il settore dell’automotive viene stanziato “1 miliardo all’anno per otto anni per accompagnare il processo di transizione”, evidenzia il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, spiegando che si tratta di una iniziativa “importante” da parte dello Stato ma che “questo serve soprattutto a convincere tutti i soggetti della filiera investire e affrontare questa sfida con a fianco lo Stato”. Inoltre “a breve prevediamo un decreto con incentivi per le auto ecologiche, e non parlo solo delle elettriche ma anche delle ibride”.

Misure senza scostamento di bilancio

Questo intervento viene attuato dal governo senza chiedere scostamenti di bilancio e ha l’obiettivo di “sostenere l’economia in questa fase difficile, abbiamo avuto una performance molto positiva nel 2021, ora vediamo un rallentamento dell’attività in Italia e altri Paesi connesso all’evoluzione dei prezzi dell’energia”, dice in conferenza stampa Franco. “Ovviamente ogni decisione dipende dall’evoluzione delle circostanze, ma in uno scenario economico in cui, dopo questa fase di rallentamento nel primo trimestre – rallentamento che cerchiamo di contenere anche con questo decreto – ci aspettiamo una ripresa più accentuata nel secondo trimestre e poi i trimestri successivi”.

(scheda tratta da un approfondimento dell’agenzia di stampa Agi)

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