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Di Maio Salvini

Ecco come girano le pale eoliche fra M5S e Lega sul caso di Armando Siri

Il Punto di Michelangelo Colombo

Scoppia il caso Siri e si spacca il governo gialloverde.

La notizia del sottosegretario leghista alle Infrastrutture Armando Siri, salviniano doc, indagato dalla procura di Roma per corruzione, fa deflagrare i rapporti già tesi tra i due allegati di governo, la Lega e il Movimento 5 Stelle.

I RAPPORTI TEMPESTOSI FRA M5S E LEGA

L’ordine di scuderia, arrivato da Matteo Salvini, è difendere a spada tratta il senatore e ideologo della flat tx, confermandogli la fiducia. Da qui la decisione di fare una nota che vale come linea ufficiale del partito senza ricorrere a dichiarazioni alla spicciolata di parlamentari: ”Piena fiducia le sottosegretario Siri, nella sua correttezza. L’auspicio è che le indagini siano veloci per non lasciare nessuna ombra”.

LE IRE DEI 5 STELLE

A stretto giro di posta arriva la dura reazione dei vertici M5S che chiedono le dimissioni dell’esponente governativo. Luigi Di Maio è categorico: ”Ho appreso i fatti venendo qui, e se i fatti fossero questi, Siri dovrebbe dimettersi”. Sulla stessa linea Alessandro Di Battista: ”Ho sempre sostenuto questo Governo, lo sosterrò ancor di più se il sottosegretario Siri si dimetterà il prima possibile”.

LA CONTROMOSSA DELLA LEGA

Salvini sceglie di affidare al ministro e avvocato penalista Giulia Bongiorno la replica ai Cinque stelle (”Stupisce il giustizialismo a intermittenza con il quale vengono valutate le diverse vicende giudiziarie a seconda dell’appartenenza del soggetto indagato a uno schieramento politico”) e spiega ai suoi che interverrà lui personalmente a sostegno di Siri per blindarlo.

LE PAROLE DI SALVINI

Non a caso, da Reggio Calabria, Salvini fa sentire la sua voce: ”Il sottosegretario della Lega che ha scoperto di essere indagato questa mattina leggendo i giornali, lo conosco come persona pulita, specchiata, integra, onesta. Quindi, mi auguro che le indagini siano veloci per accertare se altri abbiano sbagliato”.

LA DECISIONE DI TONINELLI

Queste parole non bastano ai Cinque stelle: Danilo Toninelli, ministro delle Infrastrutture, infatti, dispone, infatti, il ritiro delle deleghe a Siri “in attesa di chiarezza”. All’ora di pranzo interviene anche Siri con una nota: ”Respingo categoricamente tutte le accuse”.

LE IPOTESI DEI PM

“Le investigazioni effettuate hanno svelato lo stretto collegamento tra Paolo Arata”, il docente universitario ed ex deputato Fi indagato nell’inchiesta sull’eolico insieme con il sottosegretario leghista Armando Siri, “ed esponenti del partito della Lega, in particolare l’attuale sotto-segretario alle infrastrutture Armando Siri, stimolato da Arata a promuovere una modifica regolamentare degli incentivi connessi al mini-eolico”. Lo scrivono nel decreto di perquisizione i pm della Dda di Palermo. “Si tratta di un vicenda emersa nel presente procedimento, i cui relativi atti sono stati trasmessi successivamente alla Procura della Repubblica di Roma, Ufficio con il quale è stato attivato ed è in corso un coordinamento investigativo”, spiegano i magistrati.

 

 

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