La compagnia energetica britannica Bp, una delle dieci supermajors del settore petrolifero a livello mondiale, ha nominato un nuovo amministratore delegato, il secondo in appena due anni. La società ha bisogno di rilanciare i suoi risultati – nel 2024 ha registrato performance inferiori a quelle di altre aziende petrolifere e oggi la sua valutazione non è nemmeno la metà di quella della rivale Shell -, e conta di farlo attraverso un riposizionamento strategico: tornerà cioè a concentrare gli investimenti nei combustibili fossili, tagliando la spesa per le fonti rinnovabili.
CHI È MEG O’NEILL, LA NUOVA CEO DI BP
A guidare Bp sarà la statunitense Meg O’Neill, una veterana dell’industria petrolifera con oltre vent’anni di esperienza: ha lavorato a lungo in ExxonMobil e dal 2021 è amministratrice delegata della società australiana Woodside Energy. Sotto di lei, Woodside ha acquisito l’unità dedicata agli idrocarburi del gruppo minerario australiano Bhp, entrando così nella classifica dei dieci maggiori produttori oil & gas indipendenti ed espandendosi nel mercato americano del gas liquefatto.
UN CAMBIO DI STRATEGIA
O’Neill, la prima amministratrice delegata donna di Bp, assumerà l’incarico il prossimo aprile in sostituzione di Murray Auchincloss, in carica dal gennaio 2024. Auchincloss ha avviato l’inversione di marcia rispetto alla strategia di crescita nel settore delle rinnovabili elaborata dal suo predecessore, Bernard Looney, rivelatasi fallimentare.
La nuova amministratrice, quindi, dovrebbe portare avanti con ancora maggiore determinazione il processo di ristrutturazione del portafoglio di Bp, che prevede disinvestimenti per 20 miliardi di dollari entro il 2027 – centrale sarà la vendita di Castrol, la divisione dedicata ai lubrificanti – e varie misure di riduzione del debito e dei costi. A fare pressione in tal senso sulla dirigenza di Bp è soprattutto il fondo di investimento attivista Elliott Investment Management, con sede a New York, uno dei maggiori azionisti con una quota superiore al 5 per cento.
Circa un anno fa Bp aveva annunciato il licenziamento di 4700 dipendenti (il 5 per cento della forza-lavoro totale) e di oltre tremila collaboratori esterni. La società, inoltre, conta di aumentare la produzione di idrocarburi a 2,3-2,5 milioni di barili di petrolio equivalenti al giorno entro il 2030. Sotto Auchincloss, però, non ci sono state grosse vendite di asset.




