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Azerbaigian

Ecco chi comanda in Azeirbaigian sull’energia

L'Azerbaigian, un paese importantissimo per i fabbisogni energetici d'Italia e d'Europa, è ormai una dinastia politica. L'approfondimento di Andrea Greco e Giuseppe Oddo tratto dal loro nuovo libro "L'arma del gas" (Feltrinelli)

La Georgia con il confinante Azerbaigian costituiscono un passaggio strategico per trasferire nel Mediterraneo, attraverso il Mar Nero o la Turchia, il petrolio e il gas estratti in Asia centrale, evitando il transito per Russia e Iran.

L’oleodotto Baku- Tbilisi-Ceyhan, realizzato nel 2006 per evacuare il greggio azero del Caspio, si snoda lungo questo corridoio. La pipeline taglia l’Azerbaigian, entra in Georgia, s’inerpica per le montagne del Caucaso fino a 2800 metri, ridiscende e poi devia per la Turchia, percorrendola tutta fino al porto di Ceyhan, sul Mediterraneo. Da qui il petrolio è trasportato via nave in Europa (l’Italia è tra i principali acquirenti di greggio azero).

LO ZAMPINO DEGLI STATI UNITI

Georgia, Ucraina, Azerbaigian e Moldova hanno interessi convergenti: debbono affrancare il loro sistema di approvvigionamento da quello russo, da cui dipendono oltremisura, e al tempo stesso convivere con il secessionismo e con le ingerenze di Mosca nei loro affari interni.

Facendo leva sulle preoccupazioni di questi paesi, gli Usa ne hanno favorito l’aggregazione nel Guam (dalle iniziali di Georgia, Ucraina, Azerbaigian e Moldova), costituitosi nel 1997 come gruppo informale per affrontare i problemi comuni nel campo dell’energia e della sicurezza e cooperare con la Nato.

Il Guam è un’unione antirussa i cui interessi divergono da quelli dell’Unione economica eurasiatica tra Russia, Bielorussia, Armenia, Kazakistan e Kirghizistan. Nel maggio 2006 è stata trasformata in “Organizzazione per la democrazia e lo sviluppo economico Guam”, l’unica tra Stati post-sovietici che fa esplicito riferimento alla democrazia.

L’AZERBAIGIAN È UNA DINASTIA POLITICA

Ma se si possono nutrire speranze nel processo democratico di Ucraina e Moldova, lo stesso non si può dire dell’Azerbaigian, divenuta una dinastia politica.

Ilham Aliev, l’attuale presidente-dittatore, è succeduto nel 2003 al padre Hydar (il quale, dopo essere stato capo del Kgb in Azerbaigian e poi leader del paese, fu ammesso nel Politburo del comitato centrale del Pcus e nominato vicepresidente del Consiglio dei ministri dell’Urss).

Nell’Azerbaigian post-sovietico, da cui compra gas e petrolio mezza Europa, la famiglia Aliev è al potere da trent’anni.

(Estratto da “L’arma del gas“, il nuovo libro di Andrea Greco e Giuseppe Oddo)

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