Transizione energetica, guerra e rincaro delle materie prime congelano gli investimenti dei potenziali clienti, mettendo in forte difficoltà Ansaldo Energia, azienda che costruisce centrali elettriche chiavi in mano e apparecchiature elettriche (turbine a gas e vapore, generatori e microturbine).
L’azienda, controllata con l’88% da Cdp Equity (gruppo Cassa depositi e prestiti), il prossimo anno dovrà fare i conti con uno scarico di lavoro considerevole, frutto di penuria di nuove commesse, sottolinea il quotidiano genovese Il Secolo XIX.
L’azienda ha convocato nei giorni scorsi la rsu (rappresentanza sindacale unitaria), ha informati i delegati sindacali che “sul 2023 è previsto per il primo trimestre uno scarico pari a 45 mila ore di lavoro in fabbrica, corrispondenti al 20% del totale”.
Penuria di nuove commesse, dunque. Ma davvero è una prospettiva emersa solo per la guerra o per altri fattori contingenti? O lo scenario affonda le radici anche in altri fattori meno contingenti?
La situazione fino a pochi mesi fa, almeno a livello comunicativo, era diversa.
A metà marzo Ansaldo Energia annunciava un “ritorno all’utile” con un’inversione di tendenza rispetto ai due precedenti anni.
E solo due mesi dopo, si annuncia la riconferma dell’amministratore delegato, Giuseppe Marino, alla guida dell’azienda.
Neanche un mese dalla riconferma, si addensano nubi all’orizzonte, per bocca del principale sindacato del produttore di turbine genovese, la Fiom-Cgil.
Vediamo che cosa è emerso dalla riunione tra vertici aziendali e sindacati.
Quadro commerciale: la Direzione riporta un contesto generale sempre più difficile riguardo al mercato del gas: transizione energetica, guerra, costo sempre più alto delle materie energetiche hanno portato ad un congelamento degli investimenti dei potenziali clienti e ad un rallentamento sul rinnovamento del parco macchine a gas.
All’estero i mercati a cui l’azienda sta guardando, oltre per esempio la Polonia, sono Iran e Libia, dove si registra una forte incertezza dal punto di vista del quadro politico e sociale.
Quadro sulla diversificazione dei prodotti: la direzione ci ha illustrato di come l’Ansaldo parteciperà attraverso Green Tech a tutti bandi per i progetti finanziati dal Pnrr che riguarderanno le fonti rinnovabili, tra cui batterie, elettrolizzatori ed eolico.
Carichi di lavoro: la direzione – ha sottolineato la federazione dei metalmeccanici della Cgil – “ci ha illustrato il 2022 coperto dal punto di vista dei carichi di lavoro. Sul 2023 è previsto per il primo trimestre dell’anno uno scarico pari a 45 mila ore di lavoro (Fabbrica) corrispondenti al 20 % del totale. Stessa cosa per il secondo trimestre. Nella seconda parte dell’anno lo scarico potrebbe arrivare fino a 100 mila ore di lavoro nel dicembre 2023. Questo però solo e soltanto se non si concretizzeranno nessuna delle offerte commerciali di Ansaldo”.
“Questa è la fotografia che ci ha fornito l’azienda al momento attuale: non un grido di allarme, ma comunque una situazione che desta non poca preoccupazione, soprattutto in prospettiva”, ha sottolineato Fiom-Cgil.
Ma c’è dell’altro, secondo osservatori del settore.
Ci sono state alcune gare perse da Ansaldo Energia in Italia. Basti pensare alla centrale di Ostiglia di proprietà di EP Produzione, che si è aggiudicata la Fata del gruppo Danieli, con macchine del concorrente di sempre, la tedesca Siemens.
Stesso destino, dicono fonti vicine al dossier, pare sia disegnato anche per l’ammodernamento della centrale termoelettrica di Monfalcone di A2A, che vedrebbe Fata favorita rispetto all’Ansaldo Energia.
Proprio la Fata (ex Finmeccanica e poi acquisita dal gruppo Danieli) aveva sottratto una dozzina di dipendenti all’Ansaldo negli ultimi anni: l’operazione di potenziamento di risorse dotate di competenze tecniche e commerciali ha evidentemente portato i frutti sperati alla società del gruppo Danieli.
Conclusione: la tedesca Siemens (che puntava anni fa su Ansaldo Energia ma fu respinta dal Fondo strategico italiano (all’epoca Cdp) che contestualmente aprì il capitale ai cinesi di Shanghai Electric) ora sbarca in Italia e fornisce non solo tecnologia a Fata: anche un suo manager ha appena varcato i cancelli dell’azienda genovese: si tratta di Marco Lovisolo, messo alla guida del commerciale Ansaldo.