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Sabotaggio Nord Stream

Perché Allianz e Munich Re hanno rinnovato l’assicurazione al Nord Stream?

Allianz e Munich Re hanno rinnovato la copertura per il gasdotto Nord Stream 1, gravemente danneggiato lo scorso settembre da diverse esplosioni. A che gioco sta giocando la Germania sulla vicenda del Nord Stream? L'approfondimento di Pierluigi Mennitti da Berlino

 

A che gioco sta giocando la Germania sulla vicenda del Nord Stream e quanto è credibile la Zeitwende, la svolta epocale nella politica estera e nei rapporti con la Russia, annunciata appena un anno fa dal cancelliere Olaf Scholz in un solenne discorso al Bundestag?

Le domande tornano spontanee dopo che l’agenzia di stampa Reuters ha rivelato una notizia dai risvolti dirompenti: gli assicuratori tedeschi Allianz e Munich Re hanno rinnovato la copertura per il gasdotto Nord Stream 1, gravemente danneggiato lo scorso settembre da diverse esplosioni. Un sabotaggio su cui le indagini in corso non hanno ancora svelato mandanti e autori, e chissà se saranno mai in grado di farlo.

L’ASSICURAZIONE AL NORD STREAM

La polizza assicurativa copre i danni al gasdotto e le interruzioni dell’attività commerciale e ciò suggerisce che la riparazione dell’oleodotto non sia del tutto esclusa, nonostante i danni ingenti. E che dunque, a livello imprenditoriale e forse anche politico, persista l’idea che la nuova impalcatura di sicurezza energetica che la Germania sta creando per ovviare all’interruzione dei rifornimenti russi possa subire un’interruzione, qualora le vicende belliche dovessero concludersi. E che il rapporto con Mosca, commerciale e naturalmente anche politico, possa riprendere.

Reuters cita come fonti cinque addetti ai lavori del settore assicurativo e del commercio energetico.

Uno di essi ha dichiarato che “il governo tedesco non si è opposto alla decisione degli assicuratori”. Le compagnie assicurative e l’ufficio del cancelliere hanno rifiutato di commentare la notizia, riferisce l’agenzia, mentre un portavoce del ministero dell’Economia ha dichiarato che la copertura assicurativa non faceva parte del sostegno che il governo aveva dato al gasdotto in passato.

Prima dell’invasione russa dell’Ucraina, prosegue ancora Reuters, alcuni addetti ai lavori avevano rivelato che diverse compagnie assicurative europee erano coinvolte nella copertura dell’oleodotto, tra cui Zurich e alcuni operatori del mercato assicurativo Lloyd’s di Londra. Ma anche gli uffici stampa di questi ultimi, così come di Zurich, non hanno voluto rilasciare dichiarazioni in merito alla copertura del controverso gasdotto russo-tedesco.

CHI VUOLE PRESERVARE IL GASDOTTO

Reuters spiega che tutte le fonti del settore assicurativo e commerciale hanno rifiutato di essere nominate a causa della delicatezza della questione. Ma aggiunge ulteriori indiscrezioni recuperate dalle proprie fonti di informazione: “Alcuni degli azionisti tedeschi di Nord Stream sono favorevoli almeno a preservare l’oleodotto danneggiato nel caso in cui i rapporti con Mosca migliorino, hanno affermato separatamente due persone che hanno familiarità con la questione”. Una delle persone, prosegue l’agenzia, ha affermato che Berlino ha tollerato un simile approccio all’infrastruttura, anche se i legami energetici con la Russia sono stati interrotti.

Il Nord Stream 1 è il gasdotto che collega direttamente la Russia alla Germania passando per il Mar Baltico e potrebbe trasportare 55 miliardi di metri cubi di gas all’anno. Per undici anni è stato il più importante gasdotto russo per i clienti europei, fino a quando una serie di esplosioni lo scorso settembre ha distrutto i tubi delle due linee della pipeline: il Nord Stream 1, in attività appunto dal 2011, e il Nord Stream 2. Quest’ultima linea non è mai entrata in funzione ed è stata, ancor più della prima, al centro di una lunghissima battaglia politico-commerciale fra Germania e Stati Uniti. Fortemente contrari al raddoppio del Nord Stream sono stati anche i paesi dell’Europa centro-orientale, Polonia e Paesi Baltici in prima fila. Nonché l’Ucraina, che temeva la perdita delle tasse di transito del gas russo attraverso i gasdotti Brotherhood, Progress e Soyuz che trasportavano il gas naturale russo nell’Europa centro-occidentale rispettivamente dai giacimenti di Urengoj, Jamburg e Oremburg e, con essa, la marginalizzazione nello scenario economico europeo. Una marginalizzazione che l’avrebbe lasciata ancor più facilmente in balìa degli appetiti imperialisti russi.

Il Nord Stream 2 è stato poi completato, dopo un braccio di ferro legale che ha visto in campo anche sanzioni statunitensi alle aziende (anche occidentali) coinvolte nella realizzazione del progetto. Ma l’attacco russo all’Ucraina ne ha bloccato l’entrata in funzione, poi le bombe si settembre ne hanno compromesso il suo funzionamento.

Quanto è avvenuto nell’ultimo anno sul versante orientale dell’Europa, con una guerra che ha rimesso in discussione almeno trent’anni di equilibri post-guerra fredda, ha dato ragione alle preoccupazioni dei paesi est-europei e ha costretto Berlino a una giravolta di 360 gradi della sua politica estera e di sicurezza energetica. Il fatto però che il Nord Stream 1 riceva nuovamente una copertura assicurativa contrasta con i propositi della Germania di ridurre la propria dipendenza dal gas naturale russo. E getta inevitabili ombre sulla reale consistenza della Zeitwende, che sembra contenere tanti retropensieri.

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