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Cosa c’è nell’accordo Usa-Uk sull’energia nucleare

Nel corso della visita di Trump, il Regno Unito e gli Stati Uniti firmeranno un grande accordo sull'energia nucleare. La società britannica Centrica ha già appoggiato un piano da 10 miliardi di sterline per installare i nuovi reattori modulari dell'americana X-energy. Tutti i dettagli.

È stato anticipato che oggi il primo ministro del Regno Unito, Keir Starmer, annuncerà un accordo sull’energia nucleare con gli Stati Uniti, un giorno prima dell’inizio della visita del presidente americano Donald Trump.

Come riportato dal Financial Times, Starmer parlerà dell’inizio di “un’età dell’oro del nucleare” fondata sulla cooperazione tra Londra e Washington ma anche sulla semplificazione burocratica, che accorcerà le procedure autorizzative, con l’obiettivo di creare posti di lavoro, fornire elettricità a zero emissioni e ridurre le bollette per gli utenti. Il primo ministro, inoltre, spera che l’intesa economica possa aiutare il suo governo e il suo Partito laburista a recuperare consensi.

IL CONTENUTO DELL’ACCORDO

L’accordo tra il Regno Unito e gli Stati Uniti dovrebbe rendere più semplice per le aziende investire nella costruzione di centrali nucleari nei due paesi: tra le altre cose, i tempi per l’ottenimento della licenza operativa passeranno da tre-quattro anni a circa due.

Il segretario dell’Energia degli Stati Uniti, Chris Wright, ha dichiarato che gli accordi che verranno annunciati durante la visita di Trump nel Regno Unito permetteranno la creazione di una filiera per l’energia atomica tra le due sponde dell’oceano Atlantico. Intervistato dalla Bbc, Wright ha detto che la fusione – un processo alternativo alla fissione e molto promettente, ma ancora fermo allo stato sperimentale – “sarà sulla rete elettrica tra otto-quindici anni”: merito, a suo dire, dell’intelligenza artificiale – che permette, attraverso le simulazioni, di accelerare la ricerca – e del “lavoro svolto dai laboratori nazionali e dalle società private negli Stati Uniti”. L’ottimismo del segretario è probabilmente eccessivo, visto che la fusione non ha ancora davvero raggiunto il guadagno energetico netto, vale a dire la produzione di più energia di quella consumata per alimentare la reazione.

COSA FARANNO CENTRICA E X-ENERGY

La notizia dell’accordo anglo-americano è piaciuta al gruppo ingegneristico britannico Rolls-Royce, che ha fatto sapere di puntare a installare i suoi piccoli reattori modulari (una nuova tecnologia che consiste, in breve, in centrali nucleari di piccola taglia e facili da assemblare) nel Regno Unito, negli Stati Uniti e altrove nel mondo.

Lunedì la società energetica britannica Centrica ha annunciato un accordo con l’azienda statunitense X-energy per installare sul suolo britannico i reattori modulari avanzati modello Xe-100 di quest’ultima: il primo passo sarà la realizzazione di dodici impianti da 80 megawatt ciascuno a Hartlepool, nell’Inghilterra nord-orientale, per un investimento di circa 10 miliardi di sterline.

Il primo impianto commerciale basato sul reattore Xe-100 di X-energy è attualmente in via di sviluppo in Texas.

NON SOLO NUCLEARE: CHE SUCCEDE NEI SETTORI FINANZIARIO E FARMACEUTICO

Durante la visita di Trump nel Regno Unito, che inizierà martedì 16 settembre e durerà tre giorni, non si parlerà soltanto di energia nucleare ma anche di intelligenza artificiale, di finanza e di dazi: il governo britannico, in particolare, vorrebbe che la Casa Bianca rimuovesse le tariffe sullo scotch scozzese.

Il settore britannico dei servizi finanziari riceverà investimenti americani per 1,2 miliardi di sterline che, secondo le stime, creeranno milleottocento posti di lavoro a Londra, Edimburgo, Belfast e Manchester. Bank of America, poi, dovrebbe creare fino a mille nuovi posti di lavoro a Belfast, mentre Citigroup investirà 1,1 miliardi nel paese. Questa settimana BlackRock inaugurerà un nuovo ufficio a Edimburgo, mentre S&P Global aprirà duecento posizioni a Manchester.

Le cose tra Londra e Washington vanno meno bene, invece, nel settore farmaceutico. Trump, ad esempio, accusa il Regno Unito di imporre dei prezzi ingiusti ai farmaci venduti nel paese: la Casa Bianca vorrebbe infatti che le case farmaceutiche riducessero i prezzi dei farmaci negli Stati Uniti, alzandoli invece – come una sorta di compensazione – all’estero. Diverse società farmaceutiche, tra cui AstraZeneca e Merck, hanno cancellato o sospeso gli investimenti nel Regno Unito.

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