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L’ex Ilva è sul baratro ma si lancia nell’idrogeno

Acciaierie d’Italia è in amministrazione straordinaria, perde un milione di euro al giorno e non riesce a produrre grandi volumi di acciaio. Ma si è comunque lanciata nel progetto europeo H2Loop sull'idrogeno. Tutti i dettagli.

Acciaierie d’Italia è in amministrazione straordinaria, ha difficoltà a trovare un acquirente, perde circa un milione di euro al giorno e non riesce a produrre grandi volumi di acciaio. Ciononostante, venerdì scorso ha avviato il progetto europeo H2Loop, un’iniziativa dedicata allo sviluppo di “soluzioni innovative per la produzione sostenibile di idrogeno e la decarbonizzazione del settore siderurgico”, si legge nel comunicato diffuso sabato 15 novembre.

COSA C’ENTRA L’IDROGENO CON L’ACCIAIO?

La prima fase del piano di decarbonizzazione di Acciaierie d’Italia elaborato dal governo prevede la sostituzione degli altiforni con i forni elettrici e il passaggio a una produzione di acciaio da rottami (detto “secondario”), anziché dal minerale ferroso (detto “primario”).

Il ritorno all’acciaio primario nell’ex Ilva, sempre in un’ottica low-carbon, avverrà successivamente con l’installazione a Taranto di un impianto di riduzione diretta del ferro che fornirà il preridotto, un materiale ferroso da utilizzare nei forni elettrici al posto dei rottami.

I forni elettrici saranno alimentati a gas naturale e quindi avranno un impatto emissivo più basso rispetto agli altiforni a carbone; anche il processo di riduzione diretta utilizza il gas, anziché il coke. In teoria, l’intero ciclo siderurgico potrebbe diventare a emissioni zero se l’elettricità utilizzata dai forni provenisse da fonti pulite e se il gas venisse sostituito dall’idrogeno verde. L’idrogeno verde si ottiene, a sua volta, dalla scissione dell’acqua utilizzando l’energia elettrica da fonti pulite: si tratta di una tecnologia molto promettente, non solo per le acciaierie, ma ancora parecchio costosa e pressoché inutilizzata.

– Leggi anche: ArcelorMittal abbandona l’acciaio verde in Germania (nonostante i sussidi)

IN COSA CONSISTE IL PROGETTO H2LOOP ALL’EX ILVA

Il progetto H2Loop è co-finanziato dalla Commissione europea nell’ambito del programma Rfcs-Big Ticket, che sostiene l’innovazione nel settore siderurgico in linea con gli obiettivi di decarbonizzazione del Green Deal. Il progetto avrà una durata di quattro anni, durante i quali il centro di ricerca e sviluppo di Acciaierie d’Italia collaborerà con il Politecnico di Torino, con l’istituto di ricerca tedesco Bfi e con l’azienda austriaca Rouge H2 Engineering, specializzata in tecnologie per l’idrogeno.

H2Loop ha l’obiettivo di valutare la fattibilità e l’efficienza del processo di chemical looping per la produzione di idrogeno dai gas d’altoforno: l’industria metallurgica utilizza gas come ossigeno, azoto e argon. Gli impianti pilota verranno installati nello stabilimento ex Ilva di Taranto.

L’idrogeno da chemical looping non è uguale all’idrogeno verde, in quanto il processo prevede delle emissioni di CO2, per quanto ridotte.

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