Ad aggiudicarsi la gara per la vendita di Acciaierie d’Italia, la società in amministrazione straordinaria che gestisce gli impianti dell’ex Ilva, sarà probabilmente un fondo d’investimento statunitense: o Bedrock Industries, il cui piano prevedrebbe però massicci licenziamenti; oppure Flacks Group di Michael Flacks, un imprenditore noto per aver fatto fortuna acquistando e risanando aziende in difficoltà. Tra le offerte presentate, infatti, solo queste due riguardano tutti gli stabilimenti di Acciaierie d’Italia.
IL PIANO DI FLACKS PER ACCIAIERIE D’ITALIA
Secondo il Giornale, “il testa a testa Bedrock-Flacks vedrebbe al momento il secondo fondo in vantaggio”. Flacks Group ha offerto 1 euro, una cifra simbolica, per gli asset dell’ex-Ilva: promette però un investimento di 5 miliardi per il rilancio della società, raddoppiandone la produzione a quattro milioni di tonnellate di acciaio all’anno e portando il numero degli addetti a 8500 unità. Il piano, inoltre, prevede la partecipazione del governo al capitale sociale di Acciaierie d’Italia con una quota del 40 per cento, che Flacks Group potrebbe eventualmente acquistare in futuro al prezzo di 500 milioni-1 miliardo.
LA VERSIONE DI MICHAEL FLACKS
Intervistato dal Giornale, Michael Flacks ha spiegato che gli 8500 dipendenti sono il “punto di partenza”, e che Acciaierie d’Italia arriverà ad aver bisogno di molti più addetti una volta raggiunto l’output di quattro milioni di tonnellate di acciaio. L’ex-Ilva di Taranto, lo stabilimento più grande, ha gravi problemi di produzione, che è crollata dell’80 per cento rispetto al picco raggiunto negli anni Duemila: nel 2024 è ammontata all’incirca a due milioni di tonnellate; su cinque altoforni, poi, attualmente ne è in funzione solo uno.
Al Giornale, Flacks ha detto che “oltre 50 manager” sono pronti a trasferirsi in Italia per dirigere la società. Quanto alla permanenza dello stato, il fondo chiede “un affiancamento per poco tempo, secondo i nostri calcoli potremo liquidare la quota pubblica in meno di cinque anni”.
I PRECEDENTI DI BEDROCK CON STELCO
Fino al mese scorso, sembrava che l’offerta preferita dal governo fosse quella di Bedrock Industries, nonostante sia limitata al valore di magazzino e preveda corposi licenziamenti (il numero degli addetti verrebbe portato a 5000 unità). Il Sole 24 Ore scrisse però che il fondo continuava “a chiedere molti soldi pubblici. Anche sul tema energetico”.
Nonostante le promesse e l’ottimismo di Flacks, Bedrock può esibire un precedente di successo nel risanamento di una società siderurgica in crisi: nel 2016, infatti, acquistò l’azienda canadese Stelco – che nove anni prima aveva dichiarato bancarotta -, la riquotò in borsa e la rivendette nel 2024 al gruppo statunitense Cleveland-Cliffs per 2,5 miliardi di dollari.




