Il conto alla rovescia può iniziare: mercoledì 3 ottobre, il Parlamento europeo voterà le nuove norme per ridurre le emissioni di biossido di carbonio prodotte dalle autovetture nuove, puntando ad aumentare la quota di mercato dei veicoli a zero emissioni.
La riduzione delle emissioni del settore trasporti è non solo necessaria, ma anche imprescindibile perché il Vecchio Continente e i suoi Paesi possano rispettare gli impegni assunti alla COP21 nel 2015 a Parigi. E così, il Parlamento ha urgenza di de-carbonizzare la mobilità. Più, almeno stando ai numeri, di quanta ne abbia la Commissione Europa.
EMISSIONI: COSA VUOLE IL PARLAMENTO EUROPEO
La commissione parlamentare per l’ambiente del Parlamento europeo ha obiettivi ambiziosi per il settore trasporti: il taglio delle emissioni del 45% entro il 2030 delle autovetture nuove rispetto ai limiti del 2021, con un obiettivo intermedio del 20% entro il 2025. La normativa prevede anche obiettivi analoghi per i nuovi furgoni.
QUOTA MINIMA DI ELETTRICO
C’è di più Il Parlamento punta e scommette sulla batteria e chiede che le case automobilistiche garantiscano che i veicoli a emissioni zero (o a basse emissioni – ovvero quelli che emettono meno di 50 g di CO2 per km) – rappresentino il 40% delle vendite di auto e furgoni nuovi entro il 2030 e il 20% entro il 2025.
LE RICHIESTE DELLA COMMISSIONE UE
Obiettivi ben più bassi, invece, sono quelli teorizzati dalla Commissione Ue. La proposta presentata a novembre 2017 parla dell’obiettivo di una riduzione delle emissioni di Co2 rispetto ai livelli del 2021, del 15% nel 2025 (80,75 g/Km) e del 30% nel 2030 (66,5 g/km).
Già questi limiti, secondo le Case auto, sarebbero troppo ambiziosi e rischierebbero di danneggiare il settore. Per l’Acea, l’associazione che riunisce i costruttori automobilistiche in Europa, la spinta all’elettrico che ne deriva dall’innalzamento dei limiti delle emissioni è giusta, ma serve un piano per rendere la batteria una scelta di massa e non più di nicchia.
LO SCANDALO DIESELGATE (AL CONTRARIO)
Per dimostrare che gli obiettivi Ue sono troppo ambiziosi, secondo le indiscrezioni del Financial Times, che riprende un documento del Joint Research Centre, alcuni costruttori di automobili avrebbero falsificato i dati sulle emissioni reali ritoccandoli, però, al rialzo.
Il centro di ricerca della Commissione Ue avrebbe esaminato 114 test dai quali emergerebbe che alcune case automobilistiche stanno configurando i loro test sulle auto in modo che i risultati del nuovo WLTP (il Worldwide light vehicles test procedure, la nuova metodologia di test approvata lo scorso anno) venissero gonfiati.