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Global Minimum Tax

Yellen gela l’Ocse sulla global minimum tax

Gli Stati Uniti non sono pronti per firmare l'accordo sulla "global minimum tax", la tassa minima sulle grandi multinazionali, dice Yellen. Washington vuole proteggere le proprie Big Tech? Tutti i dettagli.

Gli Stati Uniti non sono pronti per firmare – non quest’anno, almeno – il trattato per la global minimum tax, la tassa minima globale sulle cento aziende più ricche del pianeta. Parola di Janet Yellen, la segretaria al Tesoro dell’amministrazione Biden.

COSA HA DETTO YELLEN

Stando al “Pillar One”, il quadro normativo che fa da sfondo alla tassa, le aziende più redditizie al mondo verranno tassate nei paesi che garantiscono loro le maggiori entrate, e non in quelli dove registrano i profitti. Yellen, che si è recentemente incontrata in Lussemburgo con i ministri delle Finanze dell’Unione europea, ha dichiarato però che, anche se “gran parte del trattato è stato concordato […], ci sono alcune questioni importanti per gli Stati Uniti e altri paesi che rimangono irrisolte” e che “devono essere risolte prima che il trattato possa essere firmato, quindi questi processi si protrarranno fino al prossimo anno”.

Così dicendo, Yellen ha assestato un duro colpo all’OCSE, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, che aveva fatto da mediatrice per l’accordo e sta cercando di raccogliere abbastanza adesioni entro la fine dell’anno.

COSA SERVE ALLA GLOBAL MINIMUM TAX

Perché la global minimum tax entri in vigore, infatti, è necessario che almeno trenta paesi che rappresentino il 60 per cento delle multinazionali toccate dalla tassa firmino il trattato. La firma più importante è proprio quella degli Stati Uniti, dove hanno sede le grosse società tecnologiche – Alphabet, Amazon, Apple, Meta, Microsoft – prese di mira  dalla tassa.

… E COSA FARANNO GLI STATI UNITI

Yellen ha spiegato che gli Stati Uniti avvieranno delle consultazioni sul trattato multilaterale per la global minimum tax con tutte le parti coinvolte: il processo durerà due mesi. La segretaria ha aggiunto che, trattandosi di un accordo “di tale importanza e complessità”, è necessario che venga discusso con l’opinione pubblica americana, con il Congresso e con la comunità imprenditoriale “per ascoltare le loro reazioni e per assicurarci il sostegno dell’opinione pubblica”.

Se però – come ha fatto notare Politico – la scadenza di fine anno per la global minimum tax non dovesse venire rispettata, i governi in tutto il mondo potrebbero iniziare a introdurre delle tassazioni nazionali sulle compagnie tecnologiche americane, creando tensioni commerciali con Washington.

COSA PREVEDE LA TASSA

Due anni fa l’OCSE aveva mediato un accordo internazionale – sostenuto da oltre 130 paesi – per una tassa minima globale del 15 per cento sulle grandi multinazionali, da implementare a partire dal 2024. I paesi dell’Unione europea –  inclusa l’Italia: lo prevede la legge di bilancio approvata ieri dal Consiglio dei ministri – dovrebbero approvare misure di questo tipo entro la fine dell’anno.

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