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Legge Di Bilancio

La legge di bilancio ha un buco: il welfare aziendale

L'intervento di Giovanni Assi, consigliere nazionale di Unimpresa.

Pur comprendendo le difficili condizioni in cui questo governo ha dovuto licenziare questa Legge di bilancio e confermando fiducia nell’esecutivo, non possiamo non sottolineare la forte delusione per aver ignorato la questione del welfare aziendale.

COSA NON HA FATTO IL GOVERNO SUL WELFARE AZIENDALE

Il governo non ha confermato anche per il 2023 quanto nel Decreto Aiuti Quater era stato previsto, con l’innalzamento a 3000 euro della soglia di esenzione contributiva e fiscale dei valori di beni o servizi erogati dalle aziende ai loro dipendenti.

AIUTI CONTRO IL CARO-ENERGIA

La misura prevedeva tra l’altro anche la possibilità di erogare tale cifra in denaro a parziale rimborso delle somme sostenute dai dipendenti per il caro energia-gas, riscuotendo un grandissimo successo nelle aziende di tutte le dimensioni le quali hanno erogato tali benefit, sostenendo così il poter di acquisto dei propri dipendenti in un momento delicatissimo, ma al tempo stesso non appesantendo oltremodo i bilanci aziendali.

RITORNO AL PASSATO

Di fatto, in questa maniera si è tornati a quasi quarant’anni indietro ovvero a quelle vecchie 500.000 lire (gli attuali 258,23 euro) che nel lontano 1986 furono stabilite nell’articolo 51, comma 3 del TUIR come soglia di esenzione, tutto questo in un mondo del lavoro radicalmente mutato e che viaggia talmente veloce che pensare di essere ancorati ancora a norme così vecchie e trapassate è davvero impensabile.

Peraltro, nella tradizionale conferenza stampa di fine anno, la stessa Presidente del Consiglio ha giustamente annoverato tra le priorità del nostro Paese il taglio del costo del lavoro e la riforma fiscale, bene, iniziare da una proroga di questa misura sarebbe un primo importante passo in tale direzione.

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