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Deutsche Bank Filiali

Vi spiego come la Germania vuole stangare le banche italiane e salvare quelle tedesche

Ecco gli effetti diretti e indiretti delle mosse della Germania su Unione bancaria e titoli di Stato per l'Italia e non solo. L'articolo di Tino Oldani per Italia Oggi

Dibattito politico molto acceso da un paio di settimane in Germania sui pro e i contro dell’unione bancaria Ue, mentre il Mes viene dato per buono e conveniente.

PRO E CONTRO ALL’UNIONE BANCARIA IN GERMANIA

Sul fronte del «nein» all’unione bancaria si sono schierati i partiti all’opposizione del governo di Angela Merkel, in testa la destra di Afd, Alternative fur Deutschland, seguiti dalle casse di risparmio locali e dalle banche cooperative. La leader di Afd, Alice Weidel, ha detto che «Scholz e la Groko (la grossa coalizione tra Cdu e Psd; ndr) stanno tradendo i risparmiatori tedeschi. Se i sistemi di garanzia sui depositi in Europa dovessero essere messi in comune, in futuro i risparmiatori tedeschi sarebbero chiamati a garantire per i rischi delle banche zombie dell’Europa del Sud e per le centinaia di miliardi inesigibili sui loro bilanci». Accuse analoghe sono arrivate anche da Uwe Frohlich, ceo di DZ Bank, istituto di vertice delle banche cooperative, convinto che «l’industria finanziaria tedesca non ha alcun bisogno dell’unione bancaria europea, poiché nessun cliente tedesco ne beneficerà».

BANCHE A SOSTEGNO DELLA LINEA SCHOLZ

Totale sostegno alla linea Scholz è stato invece espresso dalle due maggiori banche tedesche, Deutsche Bank e Commerzbank, da tempo in grave crisi per le spericolate speculazioni sui derivati. Qualche tempo fa queste due banche avevano tentato di salvarsi mediante una loro fusione. Ma il tentativo è fallito ancora prima di iniziare. E ora l’ipotesi che va prendendo consistenza è che il loro salvataggio debba passare dalla loro fusione con una grande banca di un altro paese europeo.

DIBATTITO IN GERMANIA

Uno scenario che trova conferma in un’intervista a Die Zeit di Isabel Schnabel, membro del consiglio dei cinque saggi della Merkel, in procinto di prendere il posto di Sabine Lautenschlager nel direttorio della Bce. Dunque, una voce autorevole. Due i passaggi chiave: «Un’assicurazione europea sui depositi faciliterebbe le fusioni transfrontaliere, che per le principali banche tedesche sono una grande opportunità. Sarebbe un passo importante per ottenere finalmente un vero mercato bancario europeo”» Quanto alla garanzia sui depositi, «deve essere accompagnata da una regolamentazione più rigorosa dei titoli di Stato detenuti dalle banche».

DOSSIER TITOLI DI STATO

In pratica, tra le regole istitutive del Fondo europeo di assicurazione sui depositi (Edis), vi dovrà essere anche il cambio di status dei titoli di Stato nei bilanci delle banche, titoli che, al di sopra di una soglia da definire, non dovrebbero più essere trattati come titoli privi di rischio.

GLI EFFETTI PER I BOND ITALIANI E LE BANCHE ITALIANE

Il che, per le banche italiane, che hanno in pancia centinaia di miliardi in Bot e Btp, sarebbe un colpo quasi mortale, perché dovrebbero fare fronte ad aumenti di capitale enormi per coprire il nuovo rischio, a scapito dei crediti per le imprese. Uno scenario di austerità mai sperimentato finora, che oltre a indebolire il sistema finanziario e delle imprese industriali, imporrebbe sacrifici di non lieve entità anche ai risparmi delle famiglie investiti in titoli di Stato. In definitiva, più un «pacco» (come a Roma dicono delle fregature) che un pacchetto.

(estratto di un articolo pubblicato su Italia Oggi, qui la versione integrale)

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