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Sanpaolo Crt

Come Fabrizio Palenzona perde peso (politico e finanziario)

Che cosa sta succedendo a Fabrizio Palenzona? L'articolo di Stefano Rizzi

Più che a volte, quasi sempre ritornano. Senza, di fatto, essersene mai andati. Semmai, come nel caso di Fabrizio Palenzona, avendo continuato a navigare a mo’ di sommergibile tenendo appena appena fuori il periscopio nell’attesa di riemergere. Il banchiere, con il curriculum zeppo di incarichi (tutti assai prestigiosi e naturalmente altrettanto remunerati), da qualche mese appare un po’ defilato dal Barnum della finanza e, ancora più da quella scena politica che lo vide esordire in giovane età prima di deviare sul fronte del business.

Uomo di peso, di fatto e in metafora, nel mondo del trasporto riuscendo a ricoprire contemporamente il vertice di chi le autostrade le gestisce (l’Aiscat) e chi le usa (Conftrasporto), il “camionista di Tortona”, a lungo nel board di Unicredit, attuale presidente di Prelios (ex Pirelli Real Estate), tenendosi sotto coperta nella tempesta sui concessionari autostradali seguita alla tregedia del ponte Morandi, rispunta adesso in riva al Tanaro. In quella sua Alessandria di cui è stato presidente della Provincia, occupando Palazzo Ghilini, proprio di fronte a quello dove Furbizio potrebbe arrivare aggiungendo un’altra poltrona alla sua infinita collezione.

“A prendere il mio posto sarà Fabrizio Palenzona”. L’annuncio del presidente della Fondazione Cr Alessandria, Pierangelo Taverna, non è quel che si dice una sorpresa, anche se questo non esclude che ne potrebbero saltare fuori altre da qui alla primavera quando avverrà il cambio al vertice della cassaforte mandrogna.

Il nome di big Fabrizio arrivato nell’inner circle della finanza dopo i primi passi in quella politica che lo avrebbe portato a fare il sindaco di Tortona della prima giunta anomala del Paese (Dc-Pci) e poi il presidente della Provincia, non è affatto una novità che spunta all’ultimo minuto nei pronostici circa la successione di Taverna. Anzi di Palenzona come numero uno della Cr Alessandria si era parlato e probabilmente si tornerà a farlo associando quella poltrona a quell’altra che tra pochi mesi il grande vecchio della finanza bianca Giuseppe Guzzetti lascerà libera all’Acri.

Il borsino per la presidenza dell’associazione delle fondazioni e delle Casse di Risparmio non pare tuttavia segnare rialzi per l’ex vicepresidente di Unicredit e i suoi rapporti con il grande vecchio della finanza bianca non sarebbero tali da alimentare questa ipotesi. Il numero uno della Fondazione Cr Torino, Giovanni Quaglia, a lungo palenzoniano di ferro avrebbe trattato la nomina in Cdp direttamente con Guzzetti, avvalorando letture che descrivono il legame con Palenzona (anche in nome della comune origine e militanza nello scudocrociato) non più solido com’è stato per anni. Ma anche la stessa presidenza della fondazione alessandrina che Taverna spiega di avergli proposto, ricevendo come risposta un sì, a Furbizio non pare essere così certa.

Insomma, quel che pare già deciso oggi, potrebbe essere cambiato se non domani nel giro di qualche mese. Non è un caso che in alcuni ambienti alessandrini dove i ragionamenti e gli schemi spesso poi trovano traduzione pratica, giri con insistenza un altro nome per l’erede di Taverna: quello del suo attuale vice, il notaio Luciano Mariano.

Noto e stimato professionista, Mariano pur essendo figura di peso negli ambienti alessandrini che contano – suo lo studio dove lo scorso agosto venne firmato un importante atto della complicata vicenda della Borsalino – non ha mai fatto politica e questo, insieme al suo riconosciuto understatement, potrebbe spianargli la strada su cui oggi, stando a quanto detto da Taverna, viaggerebbe il camionista.

I due nomi sono risuonati spesso in un incontro di notabili, qualche giorno fa, nella club house del golf club Villa Carolina, a Capriata d’Orba, piccolo Comune guidato da Giovan Battista Poggio, leghista e candidato in pectore per il consiglio regionale. Nulla più che una coincidenza, ma è anche guardando alla Lega e ai più che buoni rapporti di Mariano con esponenti di spicco del Carroccio che la strada appena citata, per il notaio, potrebbe farsi ancora più in discesa.

Di certo, visti i protagonisti e gli ambienti in cui si è già da tempo incominciato ad affrontare la questione della futura guida della fondazione (dai quali sarebbe ormai sparito il nome dell’attuale membro del board di CrTorino Massimo Bianchi, dato pure lui in corsa), semmai l’investitura di Palenzona dovesse lasciare il posto a quella di Mariano, non sarebbe certo frutto di scontri, ma di ulteriori valutazioni e ragionamenti.

Come quelli che vorrebbero per il quasi ex presidente un prosieguo della sua presenza nella Fondazione. Probabilmente con un ruolo onorifico. Certamente utile sia nel caso che a presiedere la Fondazione CR Alessandria arrivi il notaio, sia che quella poltrona vada ad arricchire la collezione di Furbizio, per nulla attratto dall’idea di una panchina.

 

Articolo pubblicato su lospiffero.com

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