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Superbonus

Vi dico ragioni e torti di Draghi e Franco sul Superbonus

Superbonus: Draghi e Franco hanno ragione, ma sbagliano. Ecco perché. Il commento di Sergio Pizzolante, imprenditore e politico

 

Superbonus? Il ministro dell’Economia, Daniele Franco, e il presidente del Consiglio, Mario Draghi, hanno ragione, ma sbagliano.

Hanno ragione sul rischio di esplosione, incontrollata, dei costi per lo Stato, sui dubbi per la proporzione fra spesa e risultati, economici ed ambientali. Anche sui rischi che un po’ di furbi ne approfittino. Anzi, un bel po’ ne hanno già approfittato. Ma sbagliano. Sbagliano perché non dicono la verità.

Quando Franco è diventato ministro ho pensato che il 110 avrebbe terminato lì la sua corsa.

Conoscevo Franco Ragioniere Generale dello Stato. Da Ragioniere non avrebbe mai bolinato il 110. È contro i suoi principi contabili. Ogni misura deve avere una copertura finanziaria chiara e blindata. Blindatissima. Sulla base di una scheda tecnica di precisione scientifica.

Quanti provvedimenti, quanti emendamenti, figli di lavori notturni, di compromessi difficilissimi, dentro e fuori le maggioranze, sono poi morti nella stanza del Ragioniere Generale.

Ma Franco ha fatto il ministro, non il Ragioniere. Ha ceduto. E ha fatto passare il 110 così com’era.

Sbagliato com’era. Per poi inventarsi una serie di norme, di norme interpretative, di marchingegni vari, in corsa, per ridurne la capacità di espansione.

Avendo stima (molta) di Franco, non dico che se le è inventate per non farlo funzionare. E non dico che adesso abbia deciso di cavalcare le truffe (che naturalmente vanno combattute a prescindere) per creare un ambiente negativo sul 1110; per fare, adesso, quel che non è riuscito a far prima. Non lo dico.

Perché era ed è sbagliato, così come è fatto?

L’ho detto e scritto e comunicato a varie istituzioni competenti, quando si iniziò a parlarne. In pieno lockdown. Si stava lavorando, e bene, sui precedenti bonus, che arrivano sino all’85%. Me ne occupavo e me ne occupo, professionalmente.

Dissi e scrissi che non si può eliminare ogni principio di concorrenza in qualsiasi attività economica.

Il committente, se pensa di pagare zero, elimina ogni capacità (e volontà) di controllo e confronto su quanto gli viene offerto.

Inoltre, se per ovviare alla mancanza di concorrenza sul prezzo, definisci tetti di massimali e tariffe, in breve tempo quei tetti vengono sfondati. Diventano calcolo minimo, non tetto massimo.

E tutto il mercato, tutti i prezzi, si spingono verso l’alto. Era scritto. E se pensi che si possa ovviare al controllo della concorrenza con il controllo dello Stato e delle norme, beh, l’eccesso burocratico produce, porta con sé, l’eccesso corruttivo.

Fanno bene quindi Franco e Draghi a porre un freno all’ubriacatura generale del tutto gratis, del tutto è possibile, tutto a carico dello Stato. Fanno male, malissimo, ad alimentare un clima di terrore, di caccia alle streghe, che fa morire il bambino nell’acqua sporca.

Alcune cose sono giuste. Ridurre l’eccesso di cessioni, va bene. Perché bisogna stare dentro il mercato industriale senza eccessi di sconfinamenti nel mercato finanziario. Va ripristinato il principio di favorire le cessioni fra i protagonisti della filiera produttiva di un’opera e dentro i gruppi industriali. Così è più industria, meno finanza, meno truffe.

Va bene riconsiderare i tetti dei tariffari. Senza eccessi fuori dalla realtà di oggi. Una doccia rinfrescante è salutare. Ma bisogna smetterla di cambiare le norme ogni 15 giorni. Smetterla. Così non c’è mercato, programmazione, non c’è industria. Così il terreno e’ coltivato solo per i furbi. Di una botta e via.

E bisogna mettere questo sistema di incentivazione pro economia, pro occupazione e pro ambiente, dentro una prospettiva più lunga. Perché solo così le aziende possono programmare una crescita.

Bisogna dire che dopo il 2023, dopo il 110, tutto passa al 70 o al 60 o al 50, ma allargato all’industria, agli alberghi, al turismo in generale.

Così si crea un mercato, un beneficio duraturo e sicuro, una progettazione industriale vera. Occupazione. E un ambiente migliore.

Se si genera invece il chiacchiericcio, come dice Papa Francesco, se si alimenta un clima negativo su tutto, tutto diventa sbagliato. E pericoloso.

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