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Prysmian

Ecco le aziende Ue che (non) brindano per i dazi Ue sui cavi in fibra ottica dalla Cina

L'Unione europea ha imposto dazi sui cavi in fibra ottica dalla Cina in risposta alla politica di dumping. Quali saranno gli effetti per aziende come Prysmian, Nexans, Deutsche Telekom e Comercial Electro-Industrial.

 

L’Unione europea ha imposto dazi fino al 44 per cento sui cavi in fibra ottica provenienti dalla Cina.

LE MOTIVAZIONI

Le tariffe, giunte al termine di un’indagine aperta l’anno scorso, serviranno a bilanciare quelle che Bruxelles considera delle pratiche commerciali scorrette adottate dalle aziende cinesi che esportano componentistica per le reti 5G. Secondo le autorità dell’Unione, il dumping – ovvero la vendita all’estero di prodotti a prezzi inferiori a quelli fissati per il mercato interno: una politica generalmente attuata con il sostegno dello stato – rischiava di gettare le aziende europee fuori dal mercato comune.

LE AZIENDE COLPITE

I dazi entreranno in vigore il giorno dopo la pubblicazione del relativo documento nella gazzetta ufficiale dell’Unione europea. Le tariffe del 44 per cento si applicheranno verso quelle aziende che Bruxelles considera controllate dallo stato cinese: ovvero FiberHome Telecommunication Technologies e Nanjing Wasin Fujikura Optical Communication.

CHI FESTEGGIA…

L’indagine che ha portato ai dazi nasce da un reclamo presentato da EuropaCable, l’associazione (con sede a Bruxelles) che rappresenta i produttori europei di cavi per le telecomunicazioni: ne fanno parte aziende come Prysmian (italiana), Nexans (francese) e Leoni (tedesca).

Ad allarmare l’industria europea dei cavi era stato già l’aumento, del 150 per cento tra il 2016 e il 2019, delle importazioni europee di cavi in fibra ottica dalla Cina. La quota di Pechino in questo mercato europeo, che vale circa 1 miliardo di dollari l’anno, è del 15 per cento.

…E CHI NO

Ad opporsi ai dazi erano state Deutsche Telekom, la principale azienda di telecomunicazioni in Germania, e la spagnola Comercial Electro-Industrial.

CAVI, COSTI E ALTERNATIVE

Nel contestualizzare i dazi, la Commissione europea ha anticipato che sarà “inevitabile” che le misure anti-dumping avranno degli “impatti sui costi” per le aziende che acquistavano cavi dalla Cina. Ma ha aggiunto che le tariffe sono giustificate dal “comportamento sleale” di quei fornitori, e che i cavi costituiscono solo una parte minoritaria dei costi complessivi di lancio delle reti di telecomunicazioni: meno del 5 per cento, se si parla di reti 5G.

Bruxelles ha detto anche che esistono molte alternative, sia europee che straniere, ai cavi cinesi.

LE CONSEGUENZE PER PRYSMIAN

Secondo la banca d’investimento Equita Sim, l’introduzione delle tariffe europee fino al 44 per cento è positiva per Prysmian e avrà un “impatto sulla competizione” e “aumenta la visibilità sul target di medio termine, cinque anni, della società che prevede una crescita per la divisione Telecom a circa 300 milioni di ebitda dai 228 milioni attesi quest’anno”.

Il giudizio positivo è condiviso dal gruppo finanziario Bestinver Securities, che parla di “una minor pressione sui prezzi e un potenziale beneficio per i margini. Maggior visibilità sull’obiettivo di medio termine dell’azienda che prevede la crescita della divisione Telecom”.

Banca Akros, invece, ha paragonato la mossa europea al contesto di mercato negli Stati Uniti (dove sulle importazioni di fibra ottica dalla Cina si applicano dazi del 25 per cento): la decisione della Commissione, dunque, “può avere conseguenze importanti e potenzialmente positive per le vendite di fibra ottica di Prysmian in Europa: infatti, il mercato nordamericano, protetto dalle importazioni cinesi, ha margini decisamente migliori di quello europeo”.

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