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Mps

Ci sono alternative a Unicredit per Mps?

Il dossier Mps-Unicredit, il ruolo del Tesoro e le parole del presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani. L'intervento di Marco Mayer, docente al Master in Cybersecurity LUISS, già consigliere del ministro dell’Interno per la Cybersicurezza (2017-2018).

Se fossi nei panni del Ministro dell’Economia Daniele Franco e del Commissario Europeo Paolo Gentiloni discuterei del dossier Monte dei Paschi anche con Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana.

La Regione non ha competenze in materia bancaria, ma il presidente Giani (lo conosco bene da quasi 30 anni) è un riformista da sempre, dai tempi in cui era a fianco di Valdo Spini nel Psi. Giani è persona prudente – talora forse sin troppo – che governa all’insegna del pragmatismo. È un leader che non si affida alle battute e alla demagogia dei social, ma guarda al sodo.

Molti ricorderanno che la Toscana era partita molto male sulle vaccinazioni. Giani, con grande e paziente determinazione, è riuscito a raddrizzare la situazione con una ottima intesa con il generale Francesco Paolo Figliuolo. Per inciso ho conosciuto Paolo Figliuolo in Kosovo quando (tra il 1999 e il 2000) comandava con grande professionalità e sensibilità umana il contingente italiano di KFOR/NATO preposto alla protezione del villaggio serbo di Goradzevac (Pèc/Peja), un’area di grande tensione etno-politica, una delle pochissime realtà in cui – per merito dei militari italiani – kosovari serbi non sono dovuti fuggire dal Kosovo.

Ho fatto questa lunga premessa per raccontarvi la posizione di Eugenio Giani sul Mps, una posizione che non conoscevo.

Sabato sera alla festa del Pd di Firenze a Eugenio Giani è stato incalzato dalle domande “cattive” di Claudia Fusani in stile “Hard Talk” della Bbc.

Nell’occasione il presidente della Regione Toscana ha detto che chiaro e tondo che per uscire seriamente dalla crisi del Monte dei Paschi non deve esserci soltanto la soluzione Unicredit, ma che lo Stato che ha in mano il 64% delle azioni della banca deve chiedere più tempo alla UE per verificare se esistono soluzioni alternative.

Giani ha anche indicato le linee guida di una nuova potenziale mission del Monte, focalizzata in particolare sul credito alle piccole e medie imprese del Centro Italia.

Da quanto ho capito, la soluzione Unicredit costerebbe ai contribuenti almeno 7 se non 8 miliardi. Secondo Giani un contributo pubblico di 7 miliardi è una cifra molto consistente ed giusto avere il tempo necessario per scegliere la soluzione migliore e in fondo la disponibilità di Unicredit si è manifestata concretamente solo da poche settimane.

Eugenio Giani ha anche ricordato le difficoltà del Monte iniziate negli anni ’90 con l’acquisto di una serie di banche in Puglia e nel meridione e culminate con l’ acquisizione di Banca Antonveneta nel 2007 per 9 miliardi di euro. L’acquisto di Antonveneta dal Banco di Santader (che l’aveva comprata per 6,6 miliardi di euro) resta una storia misteriosa.

Il Monte dei Paschi dà lavoro a 21000 famiglie (nel 20110 erano 31000) e nonostante le enormi difficoltà almeno sulla carta il Monte dei Paschi ha ancora alcuni asset rilevanti: alcuni milioni di clienti, decine di miliardi di depositi e di risparmio gestito e quasi 1500 sportelli.

Non sono in grado di valutare quante probabilità ci siano di trovare davvero una alternativa valida, come ha detto il presidente della Regione Toscana rispondendo ad una serrata domanda di Claudia Fusani.

Tuttavia, come ho accennato all’inizio, il Ministro dell’Economia e il Commissario Gentiloni hanno – almeno a mio avviso – il dovere di ascoltare le ragioni di Giani. Per una decina di anni la politica romana (non solo il Pd, ma quasi tutte le forze politiche insieme a numerosi imprenditori vicini alla politica) hanno creato uno schieramento trasversale che ha portato il Monte in cattive acque.

Dal 2017 in poi con la nazionalizzazione la situazione si è inspiegabilmente aggravata con il governi Gentiloni, governo giallo verde Conte 1 (Lega+M5S), e con il Conte 2.

Non è colpa di chi guida il Mef oggi e degli altri Ministri interessati, ma quattro anni di gestione pubblica che hanno peggiorato le cose rappresentano una inefficienza inaccettabile non solo per i cittadini di Siena e della Toscana, ma di tutta l’Italia.

Per questo è bene anche Palazzo Chigi ascolti il punto di vista di Eugenio Giani: una partita così importante non può essere oggetto di miopi polemiche di una campagna elettorale di provincia, ma richiede una analisi attenta e approfondita delle massime autorità dello Stato.

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