Continueranno i grattacapi da parte dell’Antitrust per Intesa Sanpaolo?
E’ quello che si chiedono gli addetti ai lavori dopo l’ultima notizia sull’Ops lanciata da Intesa su Ubi Banca.
Secondo le indiscrezioni di ieri dell’Ansa, Unicredit interverrà nel procedimento avviato dall’Antitrust sul tentativo di acquisizione di Ubi da parte di Intesa Sanpaolo.
Il gruppo guidato da Jean-Pierre Mustier parteciperà infatti all’istruttoria sulla fusione tra la prima (Intesa Sanpaolo) e la quarta banca del Paese (Ubi Banca).
Nell’ambito della procedura le parti hanno avuto dieci giorni dalla notifica del provvedimento per l’esercizio, da parte dei legali rappresentanti, del diritto di essere sentite.
Unicredit – scrive oggi il Sole 24 Ore – aveva risposto ad alcune richieste rivolte dall’Authority: “Successivamente la banca ha chiesto venerdì di essere ascoltata e quindi di accedere al procedimento”.
Quale sarà la posizione di Unicredit? E’ da escludere che Mustier possa perorare l’ulteriore crescita di Intesa con Ubi.
Una mossa- quella di Intesa – che molti addetti ai lavori definiscono da killer acquisition da parte del gruppo guidato dall’ad, Carlo Messina, che di fatto castra le ambizioni da terzo polo creditizio italiano del gruppo capeggiato dall’ad, Victor Massiah.
Una mossa su cui, appunto, il Garante del mercato e della concorrenza ha deciso di avviare un’istruttoria per “verificare i possibili effetti sulle dinamiche concorrenziali nei mercati bancari, finanziari e assicurativi, nazionali e locali” dell’Ops di Intesa su Ubi.
L’Ops (Offerta pubblica di scambio) lanciata da Intesa su Ubi? Un’operazione che, in caso di successo cambierebbe radicalmente il panorama bancario italiano, consolidando la leadership di Intesa, che ingloberebbe il quarto gruppo nazionale e porrebbe fine alla “sostanziale simmetria” con Unicredit, ha rilevato il Garante del mercato e della concorrenza.
L’acquisizione di Ubi da parte di Intesa – si legge infatti nella delibera dell’Antitrust – è in grado di modificare “significativamente” il contesto bancario “sotto due profili”. Da un lato privando il sistema “di un operatore di medie dimensioni quale Ubi, che in un futuro non remoto avrebbe potuto fungere da polo di aggregazione, costituendo un terzo gruppo bancario di grandi dimensioni” a fianco di Intesa e Unicredit. Dall’altro facendo venir meno “la sostanziale simmetria” fra Intesa e Unicredit, con “l’importante di crescita” della prima.
Il forcing di Intesa, comunque, si fa sentire. Emblematico quanto emerge dall’articolo di ieri del Messaggero scritto da Rosario Dimito, giornalista di lungo corso sempre informatissimo su banche e banchieri.
Dimito ha svelato la videoconferenza tenuta da Paolo Grandi, chief governance officer di Intesa, e Jacques Moscianese, responsabile degli aspetti Antitrust della banca, che si sono confrontati con il team del responsabile del dossier in Agcm Matteo Zavattini.
Secondo Dimito, Intesa in una memoria ha “confutato” alcuni degli 88 punti della delibera del Garante.
“Dal canto suo Ubi, secondo Intesa, non dispone della scala adeguata per operare in un contesto di profonda mutazione”, ha scritto il Messaggero del gruppo Caltagirone.
Sarà la stessa opinione dell’Antitrust? Si vedrà.
Di certo nella delibera del Garante per l’avvio dell’istruttoria sono già indicate molte sovrapposizioni geografiche e di settore tra Intesa e Ubi.