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Unicredit, ecco come Tria ha provocato il ribaltone alla Fondazione Roma di Emanuele

Cambio ai vertici della Fondazione Roma, ex fondazione bancaria che è ancora azionista di Unicredit. Ieri l’agenzia Radiocor-Sole 24 Ore ha svelato che a sostituire il presidente Emmanuele Emanuele, non più rinnovabile dopo 23 anni di mandato, sarà il direttore generale dello stesso ente, Franco Parasassi. L’agenzia del gruppo editoriale di Confindustria ha sottolineato che Emanuele…

Cambio ai vertici della Fondazione Roma, ex fondazione bancaria che è ancora azionista di Unicredit.

Ieri l’agenzia Radiocor-Sole 24 Ore ha svelato che a sostituire il presidente Emmanuele Emanuele, non più rinnovabile dopo 23 anni di mandato, sarà il direttore generale dello stesso ente, Franco Parasassi.

L’agenzia del gruppo editoriale di Confindustria ha sottolineato che Emanuele è il mentore di Parasassi e che l’avvicendamento è stato accolto “con stupore e mugugni nella compagine sociale di quella che è la settima Fondazione bancaria italiana per patrimonio (ha un “forziere” di quasi 1,5 miliardi)”.

Fra le partecipazioni della Fondazione Roma, oltre a quella in Unicredit, compaiono quote in Sator Group e in Fondaco (sgr costituita anche da altre fondazione come la Compagnia San Paolo). I conti della fondazione evidenziano 72 milioni di euro di proventi lordi contabili nel 2017.

La nomina di Parasassi – ha scritto Radiocor – “è stata fatta, secondo statuto, da un rinnovato cda (di cui non si ha traccia sul sito istituzionale dove è ancora indicato il consiglio scaduto ed Emanuele Presidente) scelto dal Comitato di Indirizzo che scade a sua volta tra pochi mesi”.

Il passaggio di testimone al vertice della Fondazione è scaturito anche dopo un no del ministero dell’Economia alla proposta della fondazione presieduta da Emanuele di salvare la fondazione Carife di Ferrara, che ha dovuto azzerare il valore della partecipazione che deteneva nella Cassa di risparmio di Ferrara, posta in risoluzione dalla Banca d’Italia.

La fondazione di Ferrara, come hanno scritto i revisori dei conti nella relazione al consuntivo 2017, “non offre garanzie di equilibrio relativamente alla prosecuzione dell’attività”. Il progetto di fusione tra gli enti di Roma e Ferrara “avrebbe portato alla nascita di una nuova entità giuridica e di conseguenza azzerato il contatore dei mandati al vertice”.

Nei giorni scorsi, ha scritto il quotidiano La Nuova Ferrara, dal dicastero dell’Economia retto da Giovanni Tria “è arrivata la richiesta che il rinnovo dello scaduto Consiglio di amministrazione di Fondazione Roma «avvenga al più presto» in quanto la permanenza in carica di Emanuele e degli altri consiglieri «è in violazione della legge»”. “Un braccio di ferro vero e proprio, condito da particolari velenosi fatti filtrare (tipo che il Cda romano nel 2017 avrebbe incassato tra compensi e rimborsi quasi 1 milione di euro), che rischia di avere come effetto “collaterale” la liquidazione della Fondazione ferrarese”, ha scritto il giornale.

Di seguito, il lancio completo di Radiocor-Il Sole 24 Ore inviato ieri dall’ufficio comunicazione del gruppo editoriale controllato da Confindustria e un estratto del bilancio 2017 della Fondazione Roma sul risultato di esercizio.

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*** Fondazione Roma: arriva cambio della guardia, Parasassi nuovo presidente

Dopo 23 anni lascia Emanuele

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) – Roma, 06 nov – Cambio della guardia in sordina alla guida della Fondazione Roma. Il nuovo presidente, apprende Radiocor, è Franco Parasassi per oltre vent’anni direttore generale dell’ente ex bancario della Capitale, ancora socio di UniCredit. La nomina di Parasassi è stata scoperta in queste ore in modo singolare dai soci del sodalizio capitolino. Dalla convocazione di un’assemblea, in calendario la prossima settimana, redatta su carta intestata del Presidente e firmata dallo stesso Parasassi che prende così il posto del suo mentore, Emmanuele Emanuele, non più rinnovabile dopo ventitre anni sulla poltrona nobile della Fondazione di Palazzo Sciarra. La modalità di comunicazione del cambio della guardia al vertice è stata accolta con stupore e mugugni nella compagine sociale di quella che è la settima Fondazione bancaria italiana per patrimonio (ha un ‘forziere’ di quasi 1,5 miliardi). Soci abituati, peraltro, ad avere poca visibilità e ancor meno voce in capitolo nelle scelte strategiche dell’ente.

2)Fondazione Roma: arriva cambio della guardia, Parasassi nuovo presidente -2-

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) – Roma, 06 nov – La nomina di Parasassi, si desume in mancanza di una comunicazione ufficiale, è stata fatta, secondo statuto, da un rinnovato cda (di cui non si ha traccia sul sito istituzionale dove è ancora indicato il consiglio scaduto ed Emanuele Presidente) scelto dal Comitato di Indirizzo che scade a sua volta tra pochi mesi. Proprio la scadenza degli organi della Fondazione Roma aveva spinto nelle scorse settimane il ministero dell’Economia a chiedere un sollecito ricambio ai vertici in quanto la permanenza in carica costituiva violazione di legge. I membri del cda hanno un mandato di sei anni rinnovabile una sola volta. Il comando del ministero dell’Economia, autorità di Vigilanza, è arrivato in risposta alla richiesta della Fondazione romana di scendere in campo per soccorrere la Fondazione Ferrara, a un passo dalla liquidazione dopo l’azzeramento della partecipazione in Cassa Ferrara finita in risoluzione nel 2015. Era stato lo stesso Emanuele, in un’intervista ad un quotidiano, a rivelare lo stop del Tesoro al progetto di fusione tra Roma e Ferrara che avrebbe portato alla nascita di una nuova entità giuridica e di conseguenza azzerato il contatore dei mandati al vertice. Dal centralino automatico della Fondazione Roma, intanto, emerge un’altra novità: la segreteria di un presidente onorario.

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Il risultato di esercizio

Nell’esercizio 2017 il Portafoglio d’investimento della Fondazione ha registrato un rendimento più che brillante, grazie soprattutto ai risultati della componente azionaria e del comparto obbligazionario a rendimento assoluto, conseguendo una performance del +4,1 %, superiore di 1,7 punti al benchmark, il quale ha registrato un rendimento di 2,4%.

Nell’esercizio 2017 il Portafoglio di investimento ha prodotto proventi lordi contabili per Euro 72.614.406,00 (+14,3% rispetto all’esercizio 2016). Considerati gli altri componenti positivi di reddito per Euro 1.872.628,00 e la svalutazione netta da immobilizzazioni finanziarie per 1.216.801,00, si determinato Proventi complessivi per Euro 73.270.233,00.

Tenuto conto degli Oneri di funzionamento per Euro 14.488.163,00, del saldo negativo degli Oneri/Proventi straordinari per Euro 71.730,00, e delle imposte d’esercizio (IRES e IRAP) per Euro 15.506.998,00 (al netto di 2.598.878,00 per recupero imposte differite), si giunge ad un Avanzo netto di esercizio di Euro 43.203.342,00 (+8,7% rispetto all’esercizio 2016).

Dedotti dall’Avanzo netto di esercizio gli accantonamenti previsti dalla Legge alla Riserva obbligatoria per Euro 8.640.669,00 ed ai Fondi speciali per il Volontariato per Euro 1.152.089,00 per complessivi Euro 9.792.757,00, si determina un Avanzo disponibile di Euro 33.410.584,00, da destinarsi ai Fondi per l’attività di istituto ed ad altri accantonamenti. Al riguardo, il Documento Programmatico Previsionale relativo all’esercizio 2017 prevede che lo stanziamento alla Riserva per l’integrità del patrimonio verrà valutato in sede di effettiva determinazione dell’Avanzo d’esercizio, e che in sede di predisposizione del Progetto di Bilancio il Consiglio di Amministrazione ha facoltà, sulla base delle reali esigenze che si manifesteranno, di effettuare uno stanziamento anche al Fondo di stabilizzazione delle erogazioni.

Ciò considerato, si è provveduto ad un accantonamento del 10% al Fondo di stabilizzazione delle erogazioni per Euro 3.341.058,00, ed anche ad un accantonamento alla Riserva per l’integrità del Patrimonio per Euro 4.320.334,00, con l’obiettivo di tendere ad allineare il valore del Patrimonio netto medio (contabile e di mercato) alla media dei valori dei Patrimoni netti, rilevati anno per anno a partire dall’esercizio chiuso al 30 giugno 1998, rivalutati sulla base dei coefficienti ISTAT che misurano la variazione dell’indice generale dei prezzi al consumo italiani nel periodo considerato (30 giugno 1998 — 31 dicembre 2017). Tale accantonamento è stato calcolato nella misura del 10% dell’Avanzo netto dell’esercizio.

La ripartizione dell’Avanzo disponibile riveniente dall’esercizio 2017 di Euro 33.410.584,00, risulta quindi la seguente: ■ Euro 25.749.192,00 ai Fondi per le erogazioni nei Settori di intervento; ■ Euro 3.341.058,00 al Fondo di stabilizzazione delle erogazioni; • Euro 4.320.334,00 alla Riserva per l’integrità del Patrimonio.

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