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Unicredit Conti

Unicredit, che cosa prevede l’accordo su esuberi e assunzioni

Siglata l'intesa tra Unicredit guidata da Jean Pierre Mustier e i sindacati di settore. Grazie all'accordo esuberi ridotti, 2.600 nuove assunzioni e 900 contratti di apprendistato stabilizzati

Accordo raggiunto sul piano industriale Team 23 in Unicredit tra il gruppo guidato da Jean Pierre Mustier e le organizzazioni sindacali del credito. Per gli oltre 38mila dipendenti sul territorio nazionale parecchie novità tra cui riduzione degli esuberi, nuove assunzioni e stabilizzazione dei contratti di apprendistato. “Con questa soluzione, si manda un messaggio di enorme valore sociale e di lungimiranza ai tanti giovani disoccupati del nostro Paese”, evidenziano in una nota congiunta Fabi, First, Fisac, Uilca e Unisin.

“Allo stesso tempo – proseguono -, in coerenza con l’obiettivo sindacale di confermare la piena integrazione del Gruppo nel settore bancario del Paese, al servizio dei territori, delle famiglie e delle imprese, è stata data attenzione al meridione e alle zone più disagiate del Paese, con l’apertura di nuovi poli operativi e nuove opportunità occupazionali”.

In un momento molto difficile per il Paese, alle prese con l’emergenza sanitaria per il coronavirus e con prospettive future molto complicate per l’economia, “la firma dell’accordo governa in modo sostenibile le ricadute di un piano del gruppo Unicredit inizialmente molto pesante nelle sue dinamiche di taglio di costi e del personale e offre una prospettiva di importante tenuta occupazionale e di presenza del gruppo in Italia”.

LE NOVITA’ DELL’ACCORDO

Tra i punti principali dell’intesa raggiunta tra la banca e i sindacati, si diceva, la riduzione delle uscite da 6.500 a 5.200, che saranno realizzabili solo su base volontaria e attraverso il Fondo di solidarietà e le 2.600 nuove assunzioni. Vengono inoltre stabilizzati 900 contratti di apprendistato che di fatto consentono di creare 3.500 nuovi posti di lavoro stabili e Unicredit garantisce che non prenderà altre iniziative di gestione di eccedenze occupazionali per tutta la durata del piano industriale.

Previsti poi la riqualificazione professionale per 800 addetti, la nascita di una commissione bilaterale di verifica degli equilibri sull’occupazione e importanti novità per il welfare dei dipendenti (ad esempio con il contributo del 4% al fondo pensione per gli apprendisti e la copertura delle rate residue del mutuo in caso di morte dell’intestatario), l’assistenza sanitaria (con la stabilizzazione della quota della polizza a carico dei lavoratori), i premi di risultato (aumentati del 10% rispetto allo scorso anno), i buoni pasto (che saliranno gradualmente fino a 7 euro).

Unicredit si è pure impegnata a mantenere il quartier generale dell’intero gruppo in Italia e a creare due nuovi poli nel Mezzogiorno, uno a Napoli e uno in Sicilia.

Nell’accordo si parla però anche di riduzione di filiali e comunque i trasferimenti avverranno con il consenso dei lavoratori. Viene poi risolta la questione del lavoro autonomo, distinguendo le mansioni di chi opera sulla rete My Agent da quelle dei lavoratori delle filiali.

LA SODDISFAZIONE DEI SINDACATI

“Pensiamo di avere fatto un accordo che è figlio dei tempi, ma che non è figlio di questi tempi – ha commentato il segretario nazionale Fabi, Mauro Morelli – : è un accordo che per il settore ha posato una pietra miliare per i futuri accordi che verranno fatti in tutti i gruppi. Siamo sicuramente soddisfatti per il risultato, perché presentava delle difficoltà e ha avuto delle difficoltà di trattativa gestionali, oltre che di rapporti. L’azienda è partita in una maniera decisamente pesante, ma siamo riusciti a ricondurla ad un ragionamento positivo”.

Le 2.600 assunzioni “rappresentano un segnale di speranza per un Paese che attraversa uno dei momenti più bui della sua storia” secondo il segretario nazionale di First Cisl, Mauro Incletolli Quanto alla trattativa “siamo riusciti a migliorare nettamente le condizioni che ci erano state prospettate con la lettera di avvio della procedura”.

Per il segretario nazionale di riferimento di Unisin/Confsal Daniela Foschetti “si tratta di un accordo importantissimo che dà sicurezza alle lavoratrici e ai lavoratori del gruppo, impegna la banca a importanti investimenti in Italia a supporto dell’economia nazionale, delle famiglie e delle imprese, soprattutto in un momento, peraltro, di grande difficoltà come quello che oggi vive il nostro Paese”.

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