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Ubi Banca Banche

Ubi Banca, il prossimo vertice e la novità Nicastro (che fa discutere)

E' Roberto Nicastro il candidato vice presidente del consiglio d'amministrazione di Ubi Banca. Il banchiere ha avuto un ruolo essenziale nel passaggio a Ubi Banca delle tre good bank Nuova Banca Marche, Nuova Banca Etruria e Nuova CariChieti. Tutti i dettagli

 

E’ Roberto Nicastro il candidato vice presidente del consiglio d’amministrazione di Ubi Banca.

I grandi soci, che si riuniranno in assemblea il 12 aprile per eleggere il nuovo board, puntano sul banchiere trentino che ha avuto un ruolo essenziale nel passaggio a Ubi Banca delle tre good bank Nuova Banca Marche, Nuova Banca Etruria e Nuova CariChieti, sorte dalle ceneri dei tre istituti di credito oggetto risoluzione e salvataggio statale nel 2015. Il quarto, CariFerrara, finì invece nelle “tasche” di Banca Popolare Emilia Romagna.

COME SARA’ IL VERTICE DI UBI BANCA

Il nome di Nicastro uscito dal cilindro del sindacato azionisti – composto da 264 soggetti fra cui Fondazione Banca del Monte di Lombardia, Patto dei Mille e Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, ovvero il 22,01% del capitale – andrebbe dunque ad affiancare i (probabilmente) riconfermati Letizia Brichetto Moratti, alla presidenza, e Victor Massiah, nel ruolo di amministratore delegato.

CHI E’ ROBERTO NICASTRO

Nicastro, attualmente senior advisor per l’Europa di Cerberus Capital Management, è stato per anni direttore generale di Unicredit prima di uscirne nel 2015 in rotta con l’allora ad Federico Ghizzoni, ma soprattutto era il presidente del Fondo che con 3,6 miliardi salvò le quattro banche durante il governo Renzi, con partecipato interesse del presidente del Consiglio.

CHE COSA FECE NICASTRO

In un primo tempo Nicastro guidò le quattro nuove banche “buone”, dopo la creazione di una “cattiva” in cui furono lasciati prestiti in sofferenza svalutati a 1,5 miliardi dagli originari 8,5 miliardi. Poi la nuova vita degli istituti.

COME ANDO’ L’OPERAZIONE BANCA MARCHE, BANCA ETRURIA E CARICHIETI

La cessione a Ubi delle tre good bank fu perfezionata a maggio 2017 al prezzo simbolico di un euro dopo continui slittamenti della scadenza di cessione. Non solo: l’istituto guidato da Massiah – che si fece carico di un aumento di capitale di circa 400 milioni – ricevette anche una sorte di “dote” fiscale perché si giovò del meccanismo delle imposte anticipate su perdite pregresse che si possono trasformare in crediti d’imposta.

IL RUOLO DEL FONDO ATLANTE

Senza dimenticare poi il fondo Atlante che si caricò sulle spalle – è proprio il caso di dirlo – 2,2 miliardi di crediti deteriorati delle nuove Etruria, Marche e CariChieti per una cifra intorno ai 650 milioni.

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