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Ubi Banca, i conti del trimestre e le stilettate di Massiah

Ubi Banca: la trimestrale, gli scenari e le parole indirette dei vertici sull'Ops di Intesa Sanpaolo

Ubi Banca ha chiuso il primo trimestre con un utile netto di 93,6 milioni, in crescita del 12,1% rispetto allo stesso periodo del 2019. Il risultato, che include 50 milioni di rettifiche su Utp nei settori “maggiormente impattati dall’emergenza Covid”, è migliore di quello previsto dal consensus tra 8 analisti raccolto dalla banca, pari a 56 milioni.

Ecco tutti i dettagli sulla trimestrale, sugli scenari e sull’Ops lanciata da Intesa Sanpaolo alla quale ha risposto con qualche stilettata il capo azienda di Ubi, Victor Massiah.

PROVENTI E COMMISSIONI DI UBI

I proventi operativi si sono attestati a 913,6 milioni (-0,8%), con margine di interesse a 405,2 milioni (-9,1%) e commissioni nette a 420,5 milioni (+4,9%). Sale del 43,2% a 53,6 milioni il risultato netto dell’attività di negoziazione.

GLI ONERI OPERATIVI

Gli oneri operativi sono diminuiti dell’1,6% a 593,6 milioni, per un rapporto cost/income sceso al 64,9%. Quanto alla solidità patrimoniale, il coefficiente Cet1 fully loaded e’ salito al 12,86%, +57 punti base da fine 2019.

IL RISULTATO DI GESTIONE

Proseguendo nell’analisi del conto economico, il risultato della gestione operativa si è attestato a 320 milioni, in leggera crescita rispetto ai 317,7 milioni registrati nel primo trimestre del 2019. Le rettifiche su crediti sono pari complessivamente a 155,6 milioni, dai 128,6 milioni del primo trimestre 2019 e contro i 208,2 milioni nel quarto trimestre dello scorso anno, “che includevano buona parte dei costi collegati all’annunciata cessione di circa 800 milioni di posizioni a sofferenza”.

IL COSTO DEL CREDITO

Il costo del credito annualizzato sale così a 73 punti base dai 59 dello scorso anno. Quanto all’andamento degli aggregati patrimoniali, i crediti netti verso la clientela si attestano complessivamente a 85,8 miliardi, rispetto agli 84,6 di fine 2019. I crediti deteriorati netti sono scesi nel trimestre di 138,1 milioni, passando a 4,03 miliardi. Lo stock dei crediti deteriorati totali lordi è sceso del 2,4% da fine 2019 a 6,7 miliardi. Le coperture dei crediti deteriorati complessivi sono pari al 39,56% dal 39% di fine 2019. L’incidenza dei crediti deteriorati netti sul totale dei crediti netti scende cosi’ al 4,7% dal 4,93%.

LA RACCOLTA DIRETTA

La raccolta diretta bancaria è scesa d’altra parte a 94 miliardi dai 95,5 di fine 2019, mentre la raccolta indiretta “è stata influenzata dall’andamento dei mercati, attestandosi a fine marzo a 92,2 miliardi dai 101,5 di fine 2019”.

LA STILETTATA DI MASSIAH

‘Qualcuno dice che è la dimensione a essere determinante, ma in realtà l’insegnamento delle precedenti crisi è che abbiamo visto delle banche molto grandi far molto bene e banche molto grandi far molto male, banche medie fare bene e banche medie fare male, banche piccole fare bene e banche piccole fare male. Quale e’ stato allora il fattore chiave? Non la dimensione in assoluto, ma la capacita’ di saper gestire il credito nei momenti di grande difficolta”, ha dichiarato l’amministratore di Ubi Banca, Victor Massiah, commentando i conti del primo trimestre.

L’OPS DI INTESA SANPAOLO

Nelle ultime settimane l’amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, si è rivolto agli azionisti Ubi sottolineando l’importanza, in questo contesto di crisi, di unirsi a una banca di maggiori dimensioni. Intesa ha lanciato un’offerta pubblica di scambio per l’integrazione di Ubi. “Le banche che sono entrate in difficoltà sono state banche che hanno subito in maniera molto più pesante delle altre l’impatto del credito non performante”, ha proseguito Massiah, ricordando che “nella crisi precedente, fra le maggiori banche italiane noi siamo stati quelli che hanno avuto il minore picco di crediti non performanti, come rapporto fra Npe ratio”.

QUESTIONE DI DIMENSIONI E NON SOLO

“Non dico che le dimensioni non siano importanti per una banca – ha precisato Massiah nel corso della conference call con gli analisti – La dimensione è importante, va sul podio delle olimpiadi di una banca, ma non e’ al primo posto’. Il podio di Massiah vede quindi al primo posto “la qualità del credito”, al secondo “la tecnologia” e solo al terzo “le dimensioni”.

CAPITOLO PATRIMONIO

Sotto il profilo patrimoniale, la dotazione di capitale, la solida posizione di liquidità e la qualità degli attivi del gruppo Ubi consentono di affrontare con tranquillità la crisi, come già avvenuto in occasione delle precedenti, continuando a supportare i territori di riferimento e a generare utili in maniera ontinuativa a beneficio di tutti gli stakeholders (inclusi i dividendi quando autorizzati da Bce)”, si legge nel comunicato di Ubi Banca sui conti del primo trimestre.

L’EMERGENZA COVID-19

Ubi nota che “l’emergenza Covid-19 ha configurato una crisi diversa dalle altre per come si è originata e per come potrà evolvere, rendendo complesso ogni tipo di previsione”. In ogni caso, aggiunge la banca guidata da Massiah, “anche in questa crisi il fattore chiave è rappresentato dalla qualità del credito. A fronte di questa crisi senza precedenti vi sono stati nel contempo provvedimenti più veloci e più incisivi da parte delle istituzioni nazionali e internazionali per mitigarne l’impatto”. “Tali provvedimenti recentemente adottati – si legge ancora nel comunicato – dovrebbero consentire alla banca di preservare il livello del margine d’interesse; è atteso un indebolimento della componente commissionale derivante dalle transazioni in relazione al rallentamento dell’economia, mentre la componente commissionale legata al risparmio gestito risentirà della crisi nella prima parte dell’anno ma dipenderà dall’andamento dei mercati nella seconda”. Ubi continuerà dunque “al massimo l’opera di contenimento degli oneri operativi, seppur in modo diverso, guidato dallo smart working”. Il costo del credito, infine, “sarà più elevato di quanto previsto per il primo anno del piano industriale ancorché mitigato dall’utilizzo degli strumenti di sostegno offerti dai recenti provvedimenti”. In ogni caso ‘vien confermata la strategia di gestione interna dei crediti deteriorati”.

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