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Ubi Banca, ecco gli scogli dell’Ops di Intesa Sanpaolo

Che cosa succede all'Ops di Intesa Sanpaolo su Ubi Banca. Ecco le ultime novità

 

Che cosa sta succedendo all’Ops di Intesa Sanpaolo su Ubi Banca? Ecco il punto della situazione.

Intesa Sanpaolo fa un altro passo avanti nella marcia di avvicinamento a Ubi Banca in uno slalom tra ricorsi e interventi delle authority..

Ieri la Banca d’Italia governata da Ignazio Visco ha dato il nulla osta preventivo all’acquisizione indiretta di una partecipazione di controllo nelle società Pramerica Sgr, Ubi Leasing, Ubi Factor e Prestitalia, oltre a una quota qualificata in Polis Fondi Sgr.

Si tratta di società che fanno capo a Ubi Banca e che, in caso di successo dell’Ops di Intesa Sanpaolo, finirebbero sotto il controllo del gruppo creditizio guidato dall’amministratore delegato, Carlo Messina.

Il gruppo bancario venerdì scorso ha avuto il via libera della Banca centrale europea (Bce) all’offerta di scambio, acquisendo così il sigillo fondamentale dall’autorità di Vigilanza di Bruxelles guidata da Andrea Enria.

Ora Intesa deve attendere i nulla osta di Consob, Ivass e Antitrust. L’iter dovrebbe terminare entro luglio. Ma oggi c’è stato lo stop dell’Antitrust.

Sull’offerta pende anche un ricorso al Tribunale di Milano, a cui Ubi ha chiesto di accertare se l’Ops è ancora efficace, imputando a Intesa la violazione di una clausola (la clausola Mac) della stessa offerta.

Avuto il primo via libera della Bce, l’ops di Intesa Sanpaolo su Ubi Banca ha ancora diversi scogli da affrontare e un incastro di autorizzazioni che potrebbero portare l’offerta sul mercato a settembre invece che a fine giugno come nei piani della banca.

I titoli delle due banche sono tornati sotto i riflettori e salgono entrambi sull’appeal speculativo dell’ok Bce. Ma ora manca che si pronuncino Ivass, Consob, Tribunale e l’Autorità Garante della concorrenza (che ha detto no oggi, qui l’approfondimento di Start Magazine).

Il parere è atteso anche dalla Consob per validare il Documento dell’offerta.

Fa da sfondo il piano giudiziario: Ubi ha avviato un’azione legale per invalidare l’offerta, chiedendo anche alla Consob di esprimersi in merito. Tutto ruota attorno a una clausola di ‘assenza di eventi sfavorevoli’ (material adverse change), a cui Intesa Sanpoaolo avrebbe dovuto da subito rinunciare dopo lo scoppio della pandemia Covid-19, l’evento inatteso che avrebbe cambiato le carte in tavola.

Venerdì scorso, nell’annunciare il via libera Bce, lo ha fatto, spiegando che “non includerà tra le condizioni di efficacia dell’offerta la pandemia da Covid-19 e i suoi effetti”.

Per Intesa Sanpaolo l’offerta comunque non cambia: offrirà 17 azioni ordinarie per ogni 10 azioni di Ubi Banca portate in adesione, con un rapporto di concambio pari a 1,7 volte.

Il premio, lo scorso 18 febbraio, era tra il 28% e il 39% a seconda che si considerasse il prezzo del 14 febbraio o la media ponderata dei prezzi di Ubi negli ultimi sei mesi.

Il problema è che il crollo sul mercato scatenato dalla pandemia Covid ha cambiato le prospettive e il calo dei titoli ha reso il premio quasi nullo (oggi è pari a circa l’1%) per chi comprasse oggi le azioni di Ubi e aderisse all’Ops.

A febbraio, Intesa Sanpaolo valorizzava Ubi circa 4,9 miliardi, oggi la stessa offerta la valorizza 3,54 miliardi, poco più della sua capitalizzazione di mercato, un ‘boccone’ amaro per gli azionisti Ubi che già a marzo la ritenevano insufficiente. Va detto che la Borsa è in fase di recupero e non è detto che in poche settimane si torni alle condizioni di partenza.

Gli analisti di Equita, in un report, si dicono convinti che “al momento, qualsiasi altra operazione straordinaria possa molto difficilmente offrire agli azionisti Ubi gli stessi ritorni nell’immediato, a parità di profilo di rischio, dell’ops, oltre che prospettive di crescita degli utili e di sviluppo comparabili”. Nel caso di una business combination con un’altra banca, “potrebbe rendersi necessario ricorrere ad un aumento di capitale sul mercato con conseguente rischio diluizione per gli azionisti”.

L’autorizzazione della Bce “è una notizia molto positiva per Intesa in quanto elimina un elemento di incertezza legato allo svolgimento dell’offerta”. Secondo Banca Akros, tra l’altro, il comunicato di Intesa “neutralizza l’azione legale lanciata da Ubi”. La causa però va avanti e sarà un giudice a pronunciarsi in merito.

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