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Peretti Google

Tutto su Melissa Ferretti Peretti, nuovo capo di Google Italia

Curriculum e curiosità su Melissa Ferretti Peretti, neo amministratore delegato di Google Italia

Novità al vertice di Google Italia: dopo 8 mesi senza ad (dopo l’uscita di Fabio Vaccarono, da ottobre è diventato ceo Multiversity-Università Telematica Pegaso) nuovo capo azienda sarà Melissa Ferretti Peretti.

Ferretti Peretti è stata fin qui amministratrice delegata di American Express Italia nonché Head consumer business Germania e Austria. E ora ha trovato l’accordo con la società americana, avendo affrontato tutti i passaggi del processo di verifica a più livelli che in questi casi sono necessari.

Il compito di guidare Google nella penisola è stato fin qui gestito ad interim da Fuencisla Clemares, country manager in Spagna e Portogallo di Google.

Nata a Roma nel 1971, Melissa Ferretti Peretti è cresciuta con tenacia nei ruoli manageriali che ha ricoperto immediatamente dopo la laurea in Economia conseguita all’Università la Sapienza a Roma.

La sua appartenenza famigliare — è figlia di due scenografi di fama internazionale Francesca Lo Schiavo e Dante Ferretti — avrebbe potuto spingerla verso lidi professionali molto differenti, ha scritto il Corriere della sera oggi: “Ma ha optato per una carriera aziendale perché, come ebbe modo di dichiarare in un’intervista «non avevo le qualità artistiche necessarie e ho pensato che avrei potuto cimentarmi in ruoli manageriali». Dopo una prima esperienza di lavoro in Accenture decide di investire in un Mba alla Bocconi nel 2002. Da qui il salto a un ruolo di product manager in Vodafone, quindi il passaggio in Amex, dove in tempi veloci è arrivata a ricoprire il ruolo di country manager”.

SINTESI DEL CURRICULUM DI MELISSA FERRETTI PERETTI

Ha iniziato la sua carriera in American Express nel 2003, ricoprendo diversi ruoli con crescenti livelli di responsabilità. Nel 2009 è stata nominata Vice President of Products and Communications, assumendo in seguito la responsabilità diretta di partnership e CRM. In questo ruolo ha garantito una forte crescita del business grazie ad importanti accordi e al rinnovamento dei prodotti premium.

Nel 2013 ha assunto la responsabilità del segmento Small Business e nel settembre 2014 è stata nominata Vice President, Head of Proprietary Card Services Italy, occupandosi dello sviluppo del mercato consumer e small business, anche attraverso il lancio in Italia di prodotti di successo come le carte co-branded.

Melissa Peretti è membro del Diversity and Inclusion Council e sponsor principale del progetto Women in the Pipeline & at the Top di American Express, volto a incrementare la leadership al femminile e a promuovere la presenza delle donne in azienda. Melissa è una convinta sostenitrice dello sviluppo del talento e dell’importanza di una cultura aziendale in grado di valorizzare la diversità.

Ha iniziato la sua carriera professionale in Accenture, continuando poi il suo percorso in Vodafone. Dopo la laurea in Economia e Commercio ha conseguito un master in Business Administration presso SDA Bocconi.

ESTRATTO DI UN ARTICOLO DI REPUBBLICA DI OLTRE UN ANNO FA

Alle cinque di mattina era ai cancelli della Sapienza, l’università della capitale dove si era iscritta alla facoltà di Economia e Commercio, per prendere il posto in aula e seguire le lezioni. Una scelta dettata dalla convinzione che fossero studi in grado di aprire maggiori spazi al suo lavoro futuro. Lavoro che voleva trovare con le proprie forze anziché chiedere aiuto ai genitori. E avrebbero potuto darglielo. Francesca Lo Schiavo e Dante Ferretti sono due star del cinema internazionale, entrambi scenografi da ben tre premi Oscar. “Adoro il cinema, è una passione personale oltre che familiare, ma non avevo le qualità artistiche, e ho pensato che avrei potuto cimentarmi in ruoli manageriali”.

Nata a Roma il primo gennaio del 1971, Melissa Ferretti Peretti alle medie frequentava l’Assunzione, scuola di suore per ragazze di buona famiglia. Per il liceo classico fu scelto il Mameli, un istituto statale. “Mi è piaciuto molto, amavo gli studi classici, che pensavo di coltivare nel tempo perché mi hanno dato la capacità di ragionare sia in modo analitico che sintetico. Il liceo, se sei abbastanza bravo e intelligente e i professori sanno quanto vali, è una situazione più protetta”. L’università invece si presenta ai suoi occhi caotica e impossibile. “Così era quando mi sono iscritta: un campo scuola di sopravvivenza”. Impiega un anno e mezzo per carburare e capire i meccanismi, supera a stento quattro esami, ma dal secondo anno il rendimento cresce. Guadagna tempo e si laurea con 110 e lode. Entra come consulente in Accenture, che allora si chiamava Management Consulting Group. “Ci sono stata cinque anni, nei quali ho imparato a lavorare, a relazionarmi con i colleghi e con i partner; due anni a Roma e due a Milano e, per un progetto, un periodo anche a Genova. Ero giovane e se mi guardo indietro, anche i capi erano dei ragazzini”.

A Milano, nella seconda parte di questa esperienza, vien chiamata a far parte di una divisione rimasta scoperta per una dimissione improvvisa. “All’azienda serviva dalla sera alla mattina qualcuno in grado di mettere su dei progetti digitali, con l’obiettivo di supportare le imprese che si affacciavano al business hi-tech. Ho lavorato su contenuti di natura più strategica che tecnica, ho imparato tanto sul mondo finance, la valutazione delle proposte, il business plan, le analisi finanziarie”.

Era il 2001 e la manager capisce di voler lasciare Accenture perché non vede prospettive di crescita. Decide di prendersi del tempo: il suo desiderio è tornare a studiare. “Dovevo fare un passo indietro e chiarirmi le idee su cosa davvero volevo”. Non lasciare più nulla al caso. Riparte da un Mba alla Bocconi, un investimento su se stessa. Per un anno, fino a dicembre del 2002. “Università full time, zainetto in spalla. Se prima studiare era vissuto come un obbligo, lì è diventato un privilegio. Ho rinunciato a lavorare e guadagnare; certo, me lo sono dovuto pagare, e anche se ha richiesto dei sacrifici, ho incamerato punti in professionalità, oltreché stretto nuovi legami e amicizie forti. Il master mi ha dato metodo, sicurezza, attitudine a connettere punti, fare sintesi, interagire con altri e tante altre skills che sono soft e ti ritrovi negli anni”.

Tra le prime opportunità che si materializzano alla fine del master c’è quella di Vodafone. “Passare dalla consulenza con Accenture alla vita di azienda, era quello che volevo per costruire un percorso a più lunga gittata. Mi piaceva l’idea di occuparmi di finanza o di marketing. Vodafone mi ha offerto questa seconda opzione come product manager. Per la prima volta ho capito cosa significa lavorare in un team che rimane sempre quello, dove devi costruire rapporti. Non mi sono mai considerata brava in questo, ma evidentemente lo sono; l’aspetto umano per me è importante, credo sia impossibile scinderlo da quello professionale”.

Dura un anno e mezzo ma quello era un periodo molto fertile, e altre proposte si profilavano all’orizzonte della manager. Una era di American Express a Londra, in finanza, i colloqui erano andati bene anche se al momento non avevano una posizione. Dopo un anno e mezzo si sono rifatti vivi per l’Italia, proprio mentre Ferretti Peretti stava valutando un’altra offerta. “Ho passato un’estate a riflettere e alla fine ho deciso di pancia”. A novembre del 2003 ha scelto di andare ad Amex. È l’inizio di una storia di 15 anni, la storia della sua carriera.

Comincia come loyalty manager nel marketing, “ero un quadro, non ancora dirigente. Amex è un’azienda globale, ha molta attenzione alla crescita dei talenti, anche qui ho avuto capi che mi hanno valorizzato e mi hanno dato sempre più mansioni di quelle che io all’inizio pensavo di poter gestire. Non ho mai fatto piani di carriera, l’unico scopo era fare cose che mi piacessero, impararne di nuove e lavorare dove potermi divertire ed essere apprezzata. Mi è successo un po’ in tutte le realtà che ho conosciuto”.

In Amex ogni due anni Melissa Ferretti Peretti si trova ad avere un ruolo più ampio, dirigente, director, con maggiori responsabilità e relativi rischi. Nell’agosto 2009 il passaggio importante a vice presidente; nel 2015 la nomina a country manager e amministratore delegato per l’Italia, prima donna italiana e tra i più giovani; a novembre 2018 l’aggiunta dei mercati di Germania e Austria.

 

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