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Officine Maccaferri

Tutti i nuovi guai di Officine Maccaferri

Moody's ha ritirato i rating di Officine Maccaferri, la società che fa capo alla holding Seci che a maggio ha presentato richiesta di concordato preventivo

Terremoto in corso in casa Officine Maccaferri, società che fa capo alla holding Seci. L’azienda, che a maggio ha presentato la domanda di concordato preventivo, è in attesa di essere salvata da Carlyle e dai suoi coinvestitori.

Nel frattempo, però, Moody’s ha ritirato i rating dell’azienda italiana per informazioni insufficienti.

OFFICINE MACCAFERRI

Partiamo dalla protagonista. Fondata nel 1879, Officine Maccaferri offre soluzioni ingegneristiche per la riduzione del rischio idrogeologico, per lo sviluppo e la messa in sicurezza delle infrastrutture di trasporto e dell’ambiente urbano.

La società, presente con 30 stabilimenti in 4 diversi continenti, fa capo alla holding della famiglia Maccaferro, S.E.C.I., società che dal 1949 opera in diverse aree di business attraverso le sue 7 divisioni: Officine Maccaferri (ingegneria ambientale), Manifatture Sigaro Toscano (tabacco), Sadam (alimentare), Samp (ingegneria meccanica), Seci Real Estate (costruzioni), Seci Energia (energia), JCube (Innovation hub).

MOODY’S RITIRA RATING

Nelle ultime ore, l’azienda, in crisi da tempo, dovrà fare i conti anche con il fatto che Moody’s ha ritirato i rating della società. Ritirati il rating C sui 190 milioni di titoli senior non garantiti con scadenza giugno 2021, nonchè l’outlook negativo.

INFORMAZIONI INSUFFICIENTI PER GIUDIZIO

Moody’s, motiva la scelta, in una nota, per “informazioni insufficienti o comunque inadeguate per supportare il mantenimento” dei giudizi.

RITARDO NELLA PUBBLICAZIONE DEI BILANCI

La decisione “riflette un significativo ritardo nella pubblicazione del bilancio annuale certificato di Officine Maccaferri per il 2019 e la mancanza di chiarezza su quando tali bilanci saranno resi disponibili”.

Se è vero che il ritardo è dovuto alla fase di “ristrutturazione del debito che Officine Maccaferri sta attualmente attraversando”, è anche vero che questo “crea incertezza su quando i bilanci sottoposti a revisione saranno resi disponibili”.

LA RICHIESTA DI CONCORDATO PREVENTIVO

Ecco. Officine Maccaferri è in fase di ristrutturazione da diversi mesi. L’azienda, il 21 maggio 2020, ha depositato presso il Tribunale di Bologna la richiesta di concordato preventivo con riserva.

IL SALVATAGGIO DI CARLYLE

La richiesta di concordato è arrivata il giorno dopo che Officine aveva sottoscritto un accordo quadro di ristrutturazione con gli investitori riuniti sotto la sigla Ad Hoc Group (AHG), gruppo di obbligazionisti che detiene il 54% del bond da 190 milioni di euro a cedola 5,75% e scadenza 2021, composto da Carlyle e dai suoi coinvestitori.

Il concordato, dunque, aveva quale obiettivo quello di avviare e disciplinare le diverse fasi dell’operazione di finanziamento e di intervento sul capitale della società da parte di AHG.

PRIMO PIANO BOCCIATO

Anche Carlyle ha fatto la sua parte e ha orchestrato un piano di salvataggio da 60 milioni di euro. Il piano è stato però rigettato dal Tribunale di Bologna, a causa di alcune mancanze negli aspetti tecnici, quali, tra le altre, l’esclusione di alcune spese di consulenza dal calcolo dei costi del prestito e la rinuncia ad ulteriori garanzie reali sulla holding Seci e controllate.

UN PIANO DA 45 MILIONI DI EURO

In estate il piano è stato rivisto e ridisegnato. Si è scesi d 60 milioni di euro a 45 milioni di euro. L’obiettivo è garantire la continuità aziendale. Ahg, infatti, si riserva altri 10-15 milioni di liquidità che potrebbe fornire negli anni a venire, puntando al controllo di oltre l’80% dell’azionariato e all’estromissione della famiglia Maccaferri.

VINCI SFIDA CARLYLE

A mettere i bastoni tra le ruote a Carlyle su Maccaferri potrebbe essere il colosso francese Vinci, attivo nei settori costruzioni, concessioni (aeroporti, autostrade e stadi) ed energia, che avrebbe presentato una manifestazione di interesse i primi giorni di settembre. L’azienda entro i primi giorni di ottobre avanzare una proposta.

LE CONTESTAZIONI DEI LAVORATORI

Preoccupati lavoratori e sindacati, che questa estate sono scesi in piazza, per uno sciopero di 8 ore, chiedendo soluzioni immediate. “I guai sono iniziati del 2019, con il tempo sta venendo a mancare la liquidità. In aggiunta c’è stata la recente accusa di bancarotta fraudolenta”, aveva detto Marco Colli segretario della Fiom di Bologna.

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