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Wirecard

Tutti i guai dei vertici di Wirecard

Ecco le ultime novità su Wirecard, la società fintech tedesca che nei giorni scorsi ha ammesso un buco di 1.9 miliardi di euro.

 

Continuano le indagini su Wirecard, la società fintech tedesca che nei giorni scorsi ha ammesso un buco di 1.9 miliardi di euro. La polizia ha perquisito le sedi in Germania e Austria, mentre qualche piccolo investitore sembra essere interessato ad alcune unità operative della società.

Si prospetta una vendita a spezzatino? Forse, quel che è certo è che l’impero Wirecard in Asia inizia a crollare. Andiamo per gradi.

NUOVE PERQUISIZIONI

Secondo quanto racconta Frankfurter Allgemeine Zeitung, la polizia e i magistrati della Procura di Monaco (12 agenti delle forze dell’ordine e 33 agenti della polizia) hanno effettuato delle perquisizioni nel quartier generale di Wirecard e in altre sedi della società, tra la Germania e l’Austria.

PERQUISIZIONI ANCHE IN CASA BRAUN

Secondo Tagesschau, le perquisizioni hanno interessato anche la casa del fondatore e ex-ceo di Wirecard Markus Braun, arrestato lunedì scorso e rilasciato dietro il pagamento di una cauzione di 5 milioni di euro. Braun è accusato di aver “falsificato le informazioni sulla società e manipolato il mercato”, come da “Sezione 331 del Codice commerciale tedesco, Sezione 119 del German Securities Trading Act”.

Indagati per frode, insieme, a Braun anche l’ex-coo Jan Marsalek, il cfo Alexander von Knoop e la chief product officer Susanne Steidl.

BRAUN LICENZIATO

Braun sarebbe stato anche licenziato in tronco dall’azienda. Nonostante si fosse dimesso in concomitanza con l’annuncio dell’ammanco di casso, il contratto (accantonamenti, Tfr e prestazioni pensionistiche) era ancora in piedi.

WIRECARD SCENDE (ANCORA) IN BORSA

Le ultime notizie fanno crollare a picco il titolo Wirecard, che ha chiuso la giornata a meno 16,23% a 4,80 centesimi dopo aver toccato anche i 4,16 euro, a meno 27% nel corso della giornata.

UN FUTURO DA SPEZZATINO

Il crollo del titolo è arrivato dopo un’apertura felice: le azioni in apertura di seduta segnavano un rialzo del 15% a 6,6 euro, sulla spinta delle notizie di una possibile vendita a spezzatino della fintech. Il comitato che riunisce i creditori di Wirecard, infatti, avrebbe dato il via libera alla vendita per singole attività internazionali, con l’appoggio delle banche d’affari.

“Un gran numero di investitori provenienti da tutto il mondo si sono già registrati e sono interessati all’acquisizione del core business (o) delle unità operative indipendenti e indipendenti”, ha dichiarato l’ amministratore fallimentare Wirecard, Michael Jaffé, martedì 30 giugno, dopo la riunione del comitato dei creditori, secondo quanto riporta l’Handelsblatt.

FILIALE A STELLE E STRISCIA IN VENDITA

A portarsi avanti sulla questione è la filiale statunitense di Wirecard del nord America, che ha già annunciato di essere alla ricerca di un acquirente.

CROLLA L’IMPERO ASIATICO

Crolla, nel frattempo, l’impero asiatico, scrive il Frankfurter Allgemeine Zeitung. La banca centrale del centro finanziario di Singapore continua le sue indagini avviate a febbraio scorso, dovrebbe revocare la licenza a Wirecard Asia Holding, che vantava nel suo portafoglio ben 11 Paesi: Singapore, Hong Kong, Macao, Malesia, Taiwan, Indonesia, Filippine, Tailandia, India, Australia e Nuova Zelanda.

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