Mark Read, amministratore delegato di Wpp, abbandonerà il suo incarico a fine anno, lasciando quella che un tempo è stata l’agenzia pubblicitaria più grande al mondo ma che da anni si trova ad affrontare una frenata delle vendite a causa della forte concorrenza, del rallentamento economico globale che ha colpito la spesa dei clienti, in particolare in Asia, e dell’ascesa dell’intelligenza artificiale.
IL DECLINO DI WPP
Nonostante Wpp stia lavorando per rilanciare il business e semplificare le proprie operazioni al fine di affrontare il calo delle vendite e le prospettive negative, già a febbraio, ricorda Bloomberg, le sue azioni erano scese dopo che il gruppo aveva previsto che le vendite sarebbero rimaste stabili o in calo quest’anno, deludendo le stime degli analisti.
In precedenza, l’azienda aveva ristrutturato il proprio portafoglio di marchi per ridurre i costi e aveva annunciato un piano per investire centinaia di milioni di sterline in nuove tecnologie, incluso lo sviluppo delle capacità legate all’intelligenza artificiale (IA).
“Il titolo – riferisce Reuters – ha perso oltre la metà del suo valore da quando Read ha assunto la guida nel settembre 2018, toccando ad aprile il minimo da cinque anni. Questa mattina, le azioni sono scese dell’1% nelle prime contrattazioni”.
L’azienda comunque, afferma il Financial Times, resta ancora il più grande gruppo pubblicitario del Regno Unito, con ricavi vicini ai 15 miliardi di sterline e oltre 100.000 dipendenti in tutto il mondo.
COSA SIGNIFICA L’ADDIO DI READ
La notizia del pensionamento di Read, alla guida della società britannica da circa sette anni e in Wpp da oltre trent’anni, apre quindi ufficialmente la ricerca di un nuovo Ceo e per Matthew Bloxham, analista senior del settore presso Bloomberg Intelligence, mette in evidenza “la sfida che il suo successore dovrà affrontare per superare anni di sotto-performance finanziaria e di Borsa rispetto ai concorrenti, e apre la porta a possibili cambiamenti strategici e strutturali”.
“Il nuovo capo azienda – ha aggiunto – dovrà puntare con decisione sulla semplificazione, sul contenimento dei costi e sugli investimenti in tecnologia”.
IL SUCCESSORE PIÙ PROBABILE
All’inizio dell’anno, ricorda Reuters, Wpp ha nominato Philip Jansen presidente del consiglio di amministrazione, “portando con sé un peso massimo del mondo corporate che aveva già guidato BT e Worldpay, alimentando le speculazioni su possibili cambiamenti radicali nel gruppo”. “Philip sapeva cosa doveva fare – ha dichiarato un ex membro del consiglio di amministrazione di Wpp -. È stato chiamato per portare un cambiamento e si trattava solo di capire quando, non se, Mark se ne sarebbe andato”.
Il successore troverà un’azienda più semplice, dopo gli anni di acquisizioni guidati da Sorrell, che l’ha trasformata nel più grande gruppo pubblicitario del mondo comprando agenzie come J. Walter Thompson nel 1987, Ogilvy nel 1989, Young & Rubicam nel 2000 e Grey nel 2004.
FUTURO INCERTO
Tuttavia Russ Mould, direttore degli investimenti presso AJ Bell, sul Guardian sottolinea che il cambiamento al vertice, non essendo ancora stato ufficializzato nessun nome, potrebbero far arretrare ulteriormente Wpp rispetto ai concorrenti.
“Il calo del titolo dopo l’annuncio dell’addio di Read dimostra che gli investitori sono ben consapevoli dei problemi in corso.
La cultura di Wpp è ancorata alla pubblicità tradizionale, ma il mondo è ormai digitale e l’azienda sta arrancando per recuperare terreno. Chi prenderà il posto di Read dovrà affrontare un compito enorme nel cercare di modernizzare l’agenzia. Wpp ha bisogno di una revisione completa, e non sarà né semplice né rapida”.
CHE ARIA TIRA TRA I COMPETITOR
In questo clima di cambiamenti tecnologici e sfide economiche in settori e aree geografiche chiave, anche la forte concorrenza ha avuto un ruolo importante nel calo delle vendite di Wpp. In particolare, l’anno scorso è arrivato il colpo di grazia quando ha perso il primato di più grande gruppo pubblicitario mondiale a favore della francese Publicis, che ha dichiarato di aspettarsi una crescita organica tra il 4% e il 5% nel 2025.
Intanto, osserva il Guardian, Omnicom e il gruppo rivale Interpublic hanno annunciato una fusione da 13,3 miliardi di dollari, mentre la capitalizzazione di Wpp è attualmente pari a 5,9 miliardi di sterline. “La debolezza delle azioni – scrive il quotidiano britannico – ha anche alimentato le speculazioni su una possibile acquisizione da parte di un concorrente più grande o l’interesse di un investitore attivista intenzionato a ristrutturare l’azienda”.
Infine, non si può ignorare il ruolo assunto nel mercato pubblicitario dalle Big Tech come Google, Meta e Amazon. La società di Mark Zuckerberg, per esempio, ha annunciato che inizierà ad aiutare gli inserzionisti a creare e gestire intere campagne utilizzando strumenti basati sull’IA, inclusi immagini, video e testi.