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Disabilità

Tutti gli interventi del Pnrr per l’autonomia di anziani e disabili

Il post di Alessandra Servidori

Disabili, handicappati, diversamente abili, non autosufficienti: sono le definizioni con le quali correntemente sono indicate le persone che hanno problemi anche di salute ad affrontare le normali funzioni quotidiane senza un sostegno.

Il Pnrr prevede interventi per quasi 12 miliardi per percorsi innovativi di autonomia. Tra questi soprattutto la Legge quadro che fu proposta durante il precedente governo ma irrealizzata e che si ispira ai principi della convenzione Onu secondo un approccio coerente con la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea e con la recente “Strategia per i diritti delle persone con disabilità 2021-2030” presentata a marzo 2021 dalla Commissione europea.

In particolare, la riforma (promette) semplificherà l’accesso ai servizi, i meccanismi di accertamento della disabilità e potenzierà gli strumenti finalizzati alla definizione del progetto di intervento individualizzato. Nella Missione 1, si rimuovono le barriere architettoniche e sensoriali in musei, biblioteche e archivi, per promuovere una cultura dell’accessibilità del patrimonio culturale italiano. Nella Missione 2 e nella Missione 3, gli interventi per la mobilità, il trasporto pubblico locale e le linee ferroviarie favoriscono il miglioramento e l’accessibilità di infrastrutture e servizi per tutti i cittadini. La Missione 4 prevede una specifica attenzione per le persone con disabilità, nell’ambito degli interventi per ridurre i divari territoriali nella scuola secondaria di secondo grado. La Missione 5 include un investimento straordinario sulle infrastrutture sociali, nonché sui servizi sociali e sanitari di comunità e domiciliari, per migliorare l’autonomia delle persone con disabilità. Nella Missione 6, il miglioramento di servizi sanitari sul territorio permette di rispondere ai bisogni delle persone con disabilità, favorendo un accesso realmente universale alla sanità pubblica.

Per le persone anziane non autosufficienti, il Piano introduce diverse misure, strettamente legate tra loro, sia riguardo al rafforzamento dei servizi sociali territoriali finalizzato alla prevenzione dell’istituzionalizzazione e al mantenimento, per quanto possibile, di una dimensione autonoma, sia attraverso il potenziamento dell’assistenza sanitaria, soprattutto radicata sul territorio.

Inoltre la riconversione delle RSA e delle case di riposo per gli anziani in gruppi di appartamenti autonomi.

L’obiettivo è assicurare, per quanto possibile, autonomia e indipendenza delle persone anziane, in un contesto nel quale viene garantita una esplicita presa in carico da parte dei servizi sociali e vengono assicurati i relativi sostegni.

Questi interventi sono affiancati da una riforma tesa a introdurre un sistema organico di interventi in favore degli anziani non autosufficienti,  con l’individuazione di livelli essenziali delle prestazioni. Ma la situazione occupazionale dei disabili in Italia è drammatica. Su 100 persone di 15-64 anni che, pur avendo limitazioni nelle funzioni motorie e/o sensoriali essenziali nella vita quotidiana oppure disturbi intellettivi o del comportamento, sono comunque abili al lavoro, solo 35,8 sono occupati.

Il tasso medio Ue di occupazione delle persone disabili è invece superiore al 50%, quasi 20 punti in più. In Italia ci sono circa un milione di persone disabili disoccupate o in cerca del primo impiego, con probabilità assai scarse di trovare un posto in tempi ragionevoli, vista anche l’emergenza Coronavirus. Il sistema pubblico di collocamento non riesce a realizzare più di 20/30mila inserimenti l’anno. La realtà italiana è peggiore di quanto non dica questa differenza poiché è molto alta l’età media delle persone disabili occupate in Italia (59 anni). Se si guarda al sesso, le donne risultano fortemente svantaggiate rispetto agli uomini (quasi il 40% rispetto al 60%).

Vero è che nella missione 5 c1 del Pnrr si ritrova l’impegno di un’attenzione specifica all’inserimento lavorativo delle persone disabili ma non vengono però indicate le risorse  da utilizzare con il rischio di non passare alla fase attuativa più concreta.

È anche vero che attendiamo dal 2015 le Linee guida per il collocamento mirato con norme correttive della legge 68/99.

Vigileremo perché le promesse scritte nel Pnrr sulle persone disabili siano realizzate e non ricadano nell’oblio come l’ormai sprecato Fondo per i caregiver contenuto e finanziato dalla legge di bilancio 2020 che non ha mai avuto, per disaccordi parlamentari, la sua giusta applicabilità.

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