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Tutte le mosse di Tria fra Cdp e Btp per accumulare liquidità

L'approfondimento dell'analista Stefano Masa

 

La liquidità è tutto e, mai come in questo momento, per l’Italia, rappresenta la principale soluzione per soddisfare le richieste provenienti da Bruxelles.

Un’esigenza di “fare cassa” in tempi brevi perché, coerentemente con quanto sottoscritto dal premier Giuseppe Conte nella sua missiva trasmessa agli interlocutori europei, noi italiani, «non intendiamo sottrarci a tali vincoli, né intendiamo reclamare deroghe o concessioni rispetto a prescrizioni che, finché non saranno modificate secondo le ordinarie procedure previste dai Trattati, sono in vigore ed è giusto che siano tenute in conto dai Governi di tutti gli Stati membri».

Nel corso della giornata appena trascorsa abbiamo potuto apprendere due importanti notizie, la prima: il ministero dell’Economia e delle Finanze ha richiesto una nuova assemblea degli azionisti della Cassa Depositi e Prestiti (in programma per il prossimo 28 giugno) al fine di poter deliberare sulla distribuzione del precedente ammontare destinato a “utili portati a nuovo”. È opportuno ricordare come il Mef sia il principale azionista della Cdp con una quota dell’82,77% e come, attraverso questa operazione, incasserà un ulteriore (il secondo) utile pari a circa 794,5 milioni (somma da aggiungere agli oltre 1,2 mld quale somma derivante dalla precedente delibera dello scorso 23 maggio).

Altra significativa notizia, è quella concernente l’operazione di concambio – sempre a firma del ministero dell’Economia e delle Finanze – con oggetto il riacquisto pari a 2,5 mld di un paniere di titoli di Stato già in circolazione. Nel dettaglio: i BTP Italia23/04/2020 cedola reale 1,65% (IT0005012783), BTP€i 15/05/2022 cedola reale 0,10% (IT0005188120), BTP 01/03/2020 – 4,25% (IT0004536949), BTP 01/10/2023 – 2,45% (IT0005344335), CCTeu 15/09/2025 (IT0005331878), verranno sostituiti con l’emissione del nuovo BTP 01/02/2028 – 2,00% (IT0005323032).

Dal comunicato stampa si apprende come, in data odierna, il MEF «effettuerà una operazione di concambio presso la Banca d’Italia, con il metodo dell’asta marginale e con determinazione discrezionale del prezzo di aggiudicazione e della quantità assegnata». All’operazione «Sono ammessi a partecipare al concambio esclusivamente gli “Specialisti in titoli di Stato”.

Se la prima notizia può essere ascritta quale commento ad una operazione di gestione finanziaria in ambito di partecipazione societaria, la successiva news, invece, rappresenta (a tutti gli effetti) un vero e proprio postergare una partita contabile nel proprio bilancio.

Sostanzialmente, e non troppo semplicisticamente, nell’arco di una sola giornata, il Mef ha provveduto a fare cassa nel brevissimo termine (mediante l’operazione di futuro incasso del dividendo Cdp) e, nello stesso tempo, posticipare gli impegni nei confronti dei propri obbligazionisti all’anno 2028 rispetto al più “ravvicinato” periodo 2020/2025 (corrispondente alle scadenze dei singoli titoli oggetto di concambio).

Non è dato sapere – ovviamente – se le suddette operazioni siano una parte della strategia adottata dal nostro esecutivo per fronteggiare le richieste della Commissione Ue ma, riprendendo parte della lettera trasmessa dallo stesso premier Conte, emerge che «sulla base delle più recenti informazioni, sia oggi possibile prevedere, per l’anno in corso, un saldo di bilancio sensibilmente migliore rispetto alle previsioni formulate dalla Commissione e dallo stesso Governo italiano nel Programma di stabilità».

La procedura di infrazione (definita “giustificata”) è assolutamente da evitare: non importa la forma, ma bensì la sostanza, pertanto, la liquidità prima di tutto.

La liquidità è tutto, o in versione più accattivante ma pur sempre efficace: “Cash is king”.

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