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Banche

Ecco le mosse di Fed, BoE e BoJ anti Covid. Report Banca d’Italia

Il focus contenuto nella relazione annuale della Banca d’Italia con le azioni delle banche centrali in Usa, Uk, Giappone e nei Paesi emergenti

La Riserva federale.

La Riserva federale ha:

(a) abbassato di 150 punti base l’intervallo obiettivo dei tassi sui federal funds (a 0,00-0,25 per cento);

(b) aumentato l’offerta di liquidità alle controparti attraverso operazioni di pronti contro termine giornaliere e settimanali (500 e 1.000 miliardi di dollari, rispettivamente);

(c) ridotto il costo associato all’utilizzo della discount window e azzerato il coefficiente di riserva obbligatoria;

(d) creato la Primary Dealer Credit Facility, per erogare alle controparti prestiti garantiti da un’ampia gamma di attività finanziarie, quali mortgage-backed securities, asset-backed securities (ABS), obbligazioni societarie e carta commerciale.

La banca centrale statunitense ha inoltre posto in essere interventi mirati a garantire la liquidità di specifici mercati e a incentivare l’accesso al credito da parte di famiglie e imprese, a fronte di una parziale copertura dal rischio di credito con fondi del Tesoro.

Per sostenere la liquidità nel mercato monetario, la Riserva federale è intervenuta sia direttamente, attraverso acquisti di carta commerciale (Commercial Paper Funding Facility), sia indirettamente, fornendo alle controparti prestiti garantiti da titoli da queste acquistati dai fondi comuni del mercato monetario (Money Market Mutual Fund Liquidity Facility, MMLF).

A sostegno della liquidità delle Amministrazioni locali, è stato creato uno specifico strumento (Municipal Liquidity Facility) per finanziare direttamente, per la prima volta nella storia, l’emissione di debito a breve scadenza di Stati, città e contee, per un ammontare complessivo di 500 miliardi di dollari.

La Riserva federale ha istituito inoltre una serie di facilities per agevolare in modo più diretto il credito a medio termine a famiglie e imprese, per un ammontare complessivo di 1.800 miliardi di dollari. Di questi, 100 miliardi sono indirizzati a finanziare ABS di nuova emissione aventi come attività sottostanti diverse forme di credito, inclusi quello commerciale, agli studenti e al consumo (Term Asset-Backed Securities Loan Facility).

Le imprese di più grande dimensione possono beneficiare degli acquisti, da parte della Riserva federale, di prestiti sindacati all’emissione e di obbligazioni societarie sui mercati primario e secondario per un ammontare complessivo fino a 750 miliardi di dollari (Primary Market Corporate Credit Facility e Secondary Market Corporate Credit Facility).

La possibilità di intervenire anche a favore di obbligazioni e imprese che, dopo l’approvazione di queste due misure, abbiano subito un abbassamento del rating allo stato di high yield rappresenta un importante elemento di novità rispetto al passato. Alle piccole e medie imprese sono destinati 950 miliardi (Main Street Lending Program), due terzi dei quali per acquistare dalle banche i prestiti garantiti dalla Small Business Administration ed erogati in relazione al Paycheck Protection Program istituito dall’amministrazione federale.

Per soddisfare la domanda di valuta statunitense sul mercato internazionale, la Riserva federale ha rafforzato le linee di swap in dollari già esistenti con le altre principali banche centrali, istituendone di nuove con quelle di ulteriori nove paesi; ha inoltre consentito a tutte le altre autorità monetarie di accedere a pronti contro termine in dollari a brevissima scadenza a fronte dei titoli pubblici statunitensi da queste detenuti e depositati in custodia presso la Riserva federale stessa (Foreign and International Monetary Institutions Repo Facility).

La Banca d’Inghilterra.
La Banca d’Inghilterra ha diminuito il tasso di riferimento allo 0,10 per cento (dallo 0,75), il livello più basso mai toccato; ha ampliato di 200 miliardi di sterline (a 645 miliardi) l’Asset Purchase Facility, includendo tra gli acquisti anche obbligazioni di imprese non finanziarie con elevato merito di credito (investment grade). Ha inoltre reintrodotto due facilities per fornire prestiti alle istituzioni finanziarie: la prima per prestiti a tre mesi garantiti da attività poco liquide (Contingent Term Repo Facility), la seconda per prestiti a più lungo termine a tassi uguali o vicini a quello di policy le cui quantità sono proporzionali al credito erogato alle imprese (Term Funding Scheme with additional incentives for SMEs).
A sostegno del governo britannico, la Banca d’Inghilterra ha infine temporaneamente esteso una linea di credito a breve termine che potrà essere utilizzata per normalizzare i flussi di cassa del governo centrale e assicurare il funzionamento dei mercati; gli eventuali prelievi dovranno essere ripagati entro l’anno in corso (Ways and Means Facility).
La Banca del Giappone.
Nell’ambito della propria strategia di controllo della curva dei rendimenti, la Banca centrale giapponese ha manifestato l’intenzione di acquistare titoli pubblici nella quantità che sarà necessaria, rimuovendo il precedente limite di 80.000 miliardi di yen. Per garantire liquidità ai mercati e facilitare l’accesso al credito, ha aumentato l’ammontare di acquisti di carta commerciale e obbligazioni private fino a 20.000 miliardi di yen, e ha raddoppiato quello degli acquisti di fondi di investimento. Ha inoltre creato uno strumento per sostenere il credito a famiglie e imprese, concedendo alle banche prestiti a un anno senza interessi e remunerando il controvalore delle attività da queste offerte in garanzia (Special Funds-Supplying Operations).
Le banche centrali dei paesi emergenti.
Nei paesi emergenti le banche centrali sono intervenute sui tassi di riferimento a partire dalla metà di febbraio. La liquidità dei mercati interbancari locali è stata sostenuta con l’aumento della frequenza delle operazioni di mercato aperto, l’allungamento delle scadenze e l’ampliamento del novero di attività stanziabili come collaterale. In numerose giurisdizioni inoltre sono stati ridotti i coefficienti di riserva obbligatoria.
Per agevolare la raccolta in valuta, varie banche centrali hanno attivato accordi di swap in dollari con la Riserva federale. La straordinarietà dell’attuale crisi ha indotto le autorità monetarie di alcuni paesi emergenti, che tradizionalmente evitano il ricorso a misure di allentamento quantitativo, ad annunciare possibili acquisti di titoli del debito pubblico, anche riformando le leggi che in alcuni casi lo proibivano, come in Brasile e nella Repubblica Ceca. La Banca centrale cinese ha adottato un orientamento della politica monetaria moderatamente espansivo, che si è riflesso nel calo di 30 punti base del tasso sulla Medium Term Lending Facility e di quello sulle riserve in eccesso detenute presso la Banca centrale (per la prima volta dal 2008). Per attenuare le tensioni sul mercato interbancario è stata offerta liquidità a diverse scadenze, sono stati abbassati i tassi sui reverse repo a sette giorni e sono stati ridotti di 100 punti base i coefficienti di riserva obbligatoria (di ulteriori 100 per alcune categorie di intermediari).
La Banca centrale cinese ha inoltre attivato strumenti per sostenere i finanziamenti alle imprese, in particolare a quelle cruciali per fronteggiare l’emergenza sanitaria e a quelle di minore dimensione. Sul piano prudenziale è stato riaperto il programma di swap delle obbligazioni perpetue emesse dalle banche, al fine di rafforzarne il patrimonio, di assorbire il potenziale deterioramento della qualità dell’attivo e di irrobustire la loro capacità di sostenere l’economia reale. Sono stati diminuiti gli accantonamenti obbligatori sui crediti deteriorati ed è stata offerta la possibilità di allungare il periodo oltre il quale occorre classificare le attività come inesigibili. Nel complesso questi interventi hanno facilitato l’erogazione del credito e consentito una maggiore emissione di obbligazioni pubbliche e private.
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