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Maria Elvira Calderone

Ecco le idee di Marina Calderone, ministro del Lavoro nel governo Meloni

Marina Elvira Calderone è il nuovo ministro del Lavoro. Consulente del lavoro, fedelissima di Giorgia Meloni ed estimatrice del Jobs Act renziano. Ecco biografia e relazioni di Marina Calderone

 

Giorgia Meloni era stata chiara sui “ministri tecnici”. Esperti sì, ma di area. Marina Elvira Calderone, la nuova ministra del Lavoro, rispecchia in pieno questa indicazione. Fedelissima della leader di Fratelli d’Italia (ha partecipato all’ultima edizione di Atreju), ma amica anche di Luigi di Maio ed estimatrice del Jobs Act renziano.

IL CURRICULUM DELLA MINISTRA MARINA ELVIRA CALDERONE

Marina Elvira Calderone dal 1995 è consulente del lavoro, dal novembre 2005 presiede l’ordine dei consulenti e dal 2009 anche il Cup, il Comitato unitario permanente degli ordini professionali.Titolare di Cdl, una società tra professionisti fondata con il marito avvocato Rosario De Luca, anche lui consulente del lavoro, che si occupa di fornire consulenza alle imprese su licenziamenti, contenziosi, contrattualistica. Nel suo curriculum c’è anche il ruolo da consigliera di amministrazione di Leonardo (ex Finmeccanica) per due mandati, dal 2014 al 2020. Come professionista si è specializzata nella gestione delle grandi crisi aziendali, ha seguito aziende private e partecipate pubbliche.

IL RAPPORTO CON LA POLITICA DEL MINISTRO CALDERONE

Nel corso della sua carriera è stata capace di intessere buone relazioni con la politica, di destra, di centro e di sinistra. “Sfruttando i festival della categoria è stata capace di costruire rapporti forti con il mondo politico e di ottenere risultati importanti – scrive Domani -, come l’inclusione dei consulenti nel codice crisi d’impresa durante il primo governo Conte, ma anche nomine, frutto dell’apprezzamento dei governi di diverso colore che li hanno scelti nei cda delle società di stato”. Infatti è sotto il governo di Matteo Renzi che Calderone ottiene una poltrona nel consiglio di amministrazione di Leonardo. Coltiva, però, rapporti anche con il centrodestra: nel corso dell’ultimo Festival del Lavoro ha ospistato Francesco Lollobrigida, fedelissimo di Giorgia Meloni.

QUANDO CONTE PREFERÌ TRIDICO PREFERITO AL MINISTRO CALDERONE

Durante il Governo Conte I l’attuale ministro al Lavoro stava per diventare presidente dell’INPS. A lei fu preferito il prof. Pasquale Tridico, “padre” del Reddito di Cittadinanza ma per l’istituto di previdenza fu scelto il marito del ministro, Rosario De Luca, anch’egli consulente del lavoro, che andò a sedersi nel CdA dell’Istituto. Ieri mattina il dott. De Luca ha lasciato l’incarico in quanto la moglie, da ministro del Lavoro, dovrà vigilare proprio sull’Istituto di previdenza.

IL MINISTRO DEL LAVORO CONTRARIO AL SALARIO MINIMO: “A PAGARE NON SIANO GLI IMPRENDITORI”

Nel corso dell’ultimo “Festival del lavoro” i consulenti del lavoro si sono interrogati sulle proposte in campo in materia di salario minimo. “Non c’è dubbio che non potranno essere gli imprenditori a caricarsi sulle spalle quest’onere – ha detto il ministro Calderone in un’intervista al Corriere della Sera – E questo riguarda non solo il giustificatissimo aumento delle cifre orarie più basse dei comparti fuori dal perimetro della contrattazione collettiva. Nessuno deve essere pagato per pochi euro l’ora. Quindi in queste situazioni l’aumento del salario orario minimo è dovuto”. L’urgenza, all’epoca, era non far ricadere sugli imprenditori il costo dell’introduzione del salario minimo. “Noi abbiamo anche conteggiato il costo complessivo annuale che dovrebbero sopportare le imprese italiane – spiegava il ministro Calderone -. Si tratta di circa 12 miliardi l’anno con un innalzamento di circa il 20%, che certamente farebbe scaturire l’aumento dei prezzi di beni e servizi al consumo”. In sostanza, l’introduzione del salario minimo innescherebbe un vortice inflazionistico. “Non c’è dubbio che non potranno essere gli imprenditori a caricarsi sulle spalle quest’onere – ha concluso il ministro del lavoro -. Per questo diventa indispensabile la riduzione del cuneo fiscale, che di certo libererebbe risorse da dedicare agli aumenti contrattuali”. Insomma sostenere le categorie sottopagate senza aumentare il costo del lavoro.

IL MINISTRO CHE VUOLE LIBERARE LE IMPRESE DALLA BUROCRAZIA (E LICENZIARE I DIPENDENTI PUBBLICI)

Il neo ministro del Lavoro ha un approccio liberale all’economia: vuole liberare le imprese dalla burocrazia, dai “lacci e lacciuoli” delle norme. “Favorevole alla massima flessibilità contrattuale (e fan del Jobs Act) – come scrive Repubblica -, dai contratti a termine a voucher, dagli stage all’apprendistato. Come pure alla licenziabilità dei dipendenti pubblici”. Contrarissima al recente decreto Trasparenza, perché “aggrava gli oneri per le imprese”. Lo scorso agosto ha scritto una lettera al ministro Orlando, nella quale ha chiesto la revisione del decreto Trasparenza perché “crea le condizioni per un enorme aggravio di oneri burocratici nella gestione dei rapporti di lavoro, ampliando a dismisura la portata dei contenuti della Direttiva, vanificando la finalità sostanziale del diritto all’informazione”.

RIFORMARE IL REDDITO DI CITTADINANZA

Il ministro Calderone non è contraria al Reddito di cittadinanza. In più occasioni la titolare del dicastero del lavoro ha sostenuto che il sussidio non va abolito, ma rimodulato, come si legge anche nel programma di Fratelli d’Italia, per lasciarlo come strumento di protezione sociale in chiave anti povertà. Molto di più va fatto per le politiche attive del lavoro che si sono rivelate un flop. La sfida sarà rilanciarle forti dei 4,9 miliardi previsti in totale dall’Europa con il Pnrr e il programma React Eu.

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CHI E’ MARINA CALDERONE, LA SCHEDA DELL’ANSA:

Marina Calderone è la nuova ministra del Lavoro e delle Politiche sociali.

Arriva alla guida del ministero di via Veneto dopo un impegno trentennale nel mondo delle libere professioni.

Sarda, nata a Bonorva (Sassari), classe 1965, laurea in Gestione aziendale internazionale, è consulente del lavoro dal 1994 e dal 2005 presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro, categoria che conta circa 26 mila professionisti. Dal 2009 è anche al vertice del Comitato unitario permanente degli Ordini e dei Collegi professionali (Cup). Diversi gli incarichi ricoperti negli anni. Dal 2014 al 2020 anche componente del Cda di Finmeccanica, oggi Leonardo

Promotrice del Festival del lavoro, l’appuntamento annuale organizzato dai consulenti che affronta le novità legislative e non solo che riguardano il mondo del lavoro. Evento itinerante (l’edizione 2022 si è tenuta a Bologna), che da 12 anni fa incontrare professionisti, politici, economisti, manager e sindacati sui temi del diritto e dell’attualità.

E’ in prima fila da tempo per l’affermazione dell’equo compenso per i professionisti. Il ddl, a prima firma proprio della premier in pectore, Giorgia Meloni, era atteso per l’approvazione definitiva in Senato a luglio scorso nei giorni in cui è poi scoppiata la crisi di governo. Prevede l’estensione dell’equo compenso alle imprese dai 50 dipendenti in su. Ora la sfida è sul lavoro a 360 gradi, dal rilancio dell’occupazione alla tenuta dei redditi.

Da tempo convinta della necessità di intervenire per ridurre il cuneo fiscale e contributivo che pesa su imprese e lavoratori, tra le questioni sul tappeto è chiamata a rivedere il Reddito di cittadinanza (“Non c’è dubbio – aveva affermato – che la riforma varata nel 2019 sia rimasta incompleta, non tanto nella parte relativa alle politiche passive, dove ha svolto un importante ruolo assistenziale, quanto per quella relativa alle politiche attive” per rafforzare il collegamento con l’occupazione). Aperta è anche la riforma delle pensioni, per superare la legge Fornero o comunque dare maggiore flessibilità per l’uscita.

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