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Pfizer Vaccino Covid

Tutte le cure giudiziarie in Francia per Sanofi

Il gruppo Sanofi, già sotto inchiesta per "truffa aggravata" e "lesioni involontarie" nell'indagine sulla commercializzazione del farmaco antiepilettico Dépakine, è stato iscritto nel registro degli indagati anche per "omicidio involontario"

 

Nuova accusa per Sanofi nell’inchiesta Dépakine. Il gruppo farmaceutico Sanofi Aventis France è stato incriminato per “omicidio colposo” lunedì 20 luglio nell’inchiesta sulla commercializzazione del farmaco Dépakine impiegato per il trattamento dell’epilessia.

Lo ha confermato il gruppo farmaceutico dopo le rivelazioni di Le Monde.

Sanofi risultava già iscritto nel registro degli indagati a febbraio per “truffa aggravata” e “lesioni involontarie” nell’indagine Dépakine.

L’INCHIESTA “DÉPAKINE”

In Francia l’inchiesta nei confronti del colosso farmaceutico era stata aperta nel 2016 riguardo il Dépakine. Secondo gli inquirenti, il farmaco antiepilettico del gruppo Sanofi avrebbe reso gravemente disabili dei bambini esposti in utero al medicinale a base di valproato di sodio prescritto anche per disturbi bipolari.

IL NUOVO CAPO DI ACCUSA

L’indagine mira ora a determinare se il colosso francese può essere ritenuto responsabile della morte, nel 1990, 1996, 2011 e 2014, di quattro neonati di età tra alcune settimane e alcuni mesi le cui madri, durante la gravidanza, avevano assunto Depakine, che sul feto provoca malformazioni e disturbi dello sviluppo neurologico.

Gli inquirenti accusano Sanofi di aver “continuato la commercializzazione” del farmaco nonostante i rischi noti per i pazienti. Inoltre il gruppo farmaceutico avrebbe “informato le autorità competenti in ritardo e in modo incompleto” su questi rischi. Oltre ad aver “fornito in ritardo, in modo incompleto, le informazioni utili che consentono ai consumatori di valutare i rischi”.

IL COMMENTO DI SANOFI

Sanofi Aventis France ha aggiunto di aver rispettato tutti gli obblighi relativi alle informazioni fornite su Depakine e di aver negato le accuse.

COSA AVEVA STABILITO L’FDA AMERICANA NEL 2013

Il sodio valproato, la molecola attiva di Depakine, è sul mercato dal 1967 per il trattamento dell’epilessia e del disturbo bipolare. È incluso nell’elenco dei “medicinali essenziali” dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms).

Tuttavia, l’assunzione di questa molecola da parte di donne in gravidanza aumenta il rischio di malformazioni congenite del feto o di successivi disturbi dello sviluppo.

Nel 2013 la Food and Drug Administration statunitense ha avvertito che il valproato non deve essere assunto durante la gravidanza.

DÉPAKINE BANDITO DAL 2018 IN FRANCIA

L’Ispettorato francese per gli Affari Sociali (Igas) ha stimato che tra il 2006 e il 2014, 425-450 bambini hanno avuto difetti congeniti alla nascita o sono nati morti a seguito dell’esposizione a Depakine.

Dal giugno 2018 la Francia ha messo al bando l’uso di Depakine durante la gravidanza e per le donne in età fertile, tranne in circostanze eccezionali.

IL VACCINO ANTI-COVID DI SANOFI-GSK PRENOTATO DALL’UE

Nel frattempo, il laboratorio francese ha concluso un accordo con la Commissione europea per la fornitura di 300 milioni di dosi del vaccino contro il Covid-19 in preparazione con Gsk.

“Il contratto con Sanofi fornirebbe un’opzione a tutti gli Stati membri per l’acquisto del vaccino”, ha dichiarato Bruxelles.

Le trattative tra la Commissione e il laboratorio francese hanno permesso di creare un quadro per l’acquisto di 300 milioni di dosi, se verrà sviluppato un vaccino “sicuro ed efficace “.

Tuttavia, l’esecutivo europeo ha aggiunto di proseguire “intense discussioni” con altri produttori di vaccini.

Le dosi del candidato vaccino contro Covid-19 sviluppato da Sanofi in collaborazione con Gsk saranno prodotte anche in Italia, Francia, Belgio e Germania. Il prodotto si basa sulla tecnologia ricombinante utilizzata da Sanofi per produrre un vaccino antinfluenzale, e sulla tecnologia adiuvante di Gsk.

“In base ai programmi, uno studio di Fase 1/2 inizierà a settembre, seguito da un trial di Fase 3 entro la fine del 2020”. Lo riporta l’Adnkronos. “Se i dati saranno positivi, l’approvazione normativa potrebbe arrivare nella prima metà del 2021. Parallelamente, Sanofi e Gsk stanno aumentando la produzione di antigene e adiuvante per produrre complessivamente fino a un miliardo di dosi l’anno”.

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