Alla vigilia del Thanksgiving, mentre le famiglie americane si preparano alla stagione degli acquisti natalizi, Donald Trump dipinge un Paese in pieno boom economico e promette di “rendere di nuovo l’America accessibile economicamente”.
Ma i sondaggi e i dati raccontano una storia diversa: tre americani su quattro giudicano l’economia “mediocre o pessima”, la maggioranza ritiene che le politiche del presidente abbiano peggiorato la crisi del costo della vita e l’umore dei consumatori è ai minimi storici, soprattutto tra chi detiene redditi bassi.
Ecco cosa sta davvero succedendo secondo un approfondimento del Financial Times.
Il discorso del tacchino
Martedì, scrive il Ft, durante la tradizionale cerimonia del perdono del tacchino alla Casa Bianca, Trump ha esultato: “Il nostro Paese sta andando davvero bene economicamente, come mai prima d’ora” e “questo Thanksgiving stiamo facendo passi da gigante per rendere di nuovo l’America affordable”.
Il problema, secondo il quotidiano della City, è che l’inflazione di settembre è stata più alta dell’ultimo mese intero di Biden, e nei mesi precedenti era salita ancora.
L’indice PCE, quello preferito dalla Fed, resta ostinatamente sopra il 2%, il target della Fed.
Uova, bistecche e caffè: i nuovi simboli della crisi
Alcuni beni di prima necessità sono diventati l’emblema tangibile del rincaro. Uova, caffè e carne bovina costano in certi casi più di quanto abbiano mai fatto nella storia recente.
L’amministrazione Trump aveva giurato che i maxi-dazi annunciati ad aprile non avrebbero fatto salire i prezzi.
Poi, all’inizio di novembre, ha dovuto fare marcia indietro eliminando le tariffe su decine di prodotti alimentari (manzo, caffè, succo d’arancia) e lo stesso presidente ha ammesso che “in alcuni casi” i dazi “possono” aumentare i prezzi.
Anche i repubblicani lo dicono
Persino nel suo partito c’è chi accusa Trump di essere scollegato dalla vita quotidiana degli americani.
L’ormai ex deputata della Georgia Marjorie Taylor Greene e già storica fedelissima MAGA, nella lettera di dimissioni della settimana scorsa, è stata durissima:
Gli americani, ha scritto Greene, “sanno quanto sono aumentate le bollette negli ultimi cinque anni, fanno la spesa e sanno che il cibo costa troppo, l’affitto è sempre più alto… non possono permettersi l’assicurazione sanitaria né quasi nessuna assicurazione, e non sono stupidi”.
Il Thanksgiving più caro
Trump ha postato su Truth Social che il costo di una cena del Ringraziamento sarebbe sceso del 25% citando i prezzi di Walmart e ha definito l’”affordability” un “bastione repubblicano”.
I dati del Bureau of Labor Statistics dicono però altro, sottolinea il Ft: i prezzi dei generi alimentari per la casa sono saliti di quasi il 3% nell’ultimo anno.
Basta vedere il menu tipico del Thanksgiving, secondo i dati citati dal quotidiano: tacchino +0,6%, patate +3,7%, salse +0,5%, frutta e verdura +1,3%, torte +0,4%.
Casa, un macigno che schiaccia le famiglie
Il capitolo più pesante è quello dell’abitazione.
Negli ultimi dieci anni i costi dell’affitto e dell’equivalente per i proprietari di casa sono cresciuti di quasi il 50%, il balzo decennale più forte dagli anni ’90.
I salari non hanno tenuto il passo nemmeno lontanamente.
L’umore degli americani
L’indice di fiducia dei consumatori dell’Università del Michigan è vicino ai minimi di sempre, ricorda il Ft.
Durante il picco inflattivo del 2022 ricchi e poveri la pensavano allo stesso modo; oggi la spaccatura è netta: chi guadagna bene è un po’ più ottimista, chi sta nel terzo inferiore della scala reddituale è sceso a livelli record di pessimismo.
La politica dà ragione a chi chiede «affordability»
Le elezioni di inizio novembre hanno premiato chi ha messo il costo della vita al centro della campagna.
A New York il democratico socialista Zohran Mamdani ha stravinto la corsa a sindaco promettendo autobus gratis, supermercati pubblici e blocco degli affitti.
In Virginia e New Jersey le candidate democratiche vittoriose Abigail Spanberger e Mikie Sherrill hanno ottenuto margini più ampi del previsto puntando tutto sul caro-vita.
Trump, che aveva definito Mamdani “comunista”, venerdì lo ha ricevuto alla Casa Bianca e in conferenza stampa congiunta ha detto che “farà il tifo per lui” e che l’inflazione è tornata “a un numero normale” e continuerà a scendere.
Il contrasto è evidente, è la conclusione del Financial Times: mentre il presidente celebra un’America “più ricca che mai”, milioni di cittadini fanno i conti ogni giorno con una realtà che sembra sempre più lontana dalle sue parole.






