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Tria, Savona e il debito pubblico italiano. Fatti e polemiche bislacche fra Usa, Cina e Russia

Le iniziative del governo tra ministero dell'Economia e dicastero degli Affari europei sul debito pubblico italiano tra fatti, indiscrezioni e scenari. Il corsivo di Michele Arnese

Tutti contro le iniziative del governo a difesa del debito pubblico italiano.

Il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, andrà in Cina per convincere ad acquistare titoli di Stato italiani? Oddio, ci vendiamo ai cinesi.

Il ministro degli Affari europei, Paolo Savona, pensa a un fondo russo? Oddio, alla larga da Putin e putiniani.

Reazioni bizzarre. Simili a quelle del noto piano B sull’euro di cui da anni Savona scrive: qualcuno vuol farci fuori dalla moneta unica europea? E noi allora pensiamo a un’exit strategy.

Stessa filosofia, ora, ispira mosse e pensieri del governo sul debito.

Mercati e agenzie di rating sono pronti ad azzoppare il debito italiano? E allora l’esecutivo pensa a un piano B per convincere della solidità delle finanze italiane. E allora perché non parlare anche con cinesi e russi?

Meglio gli americani, certo, visto che siamo atlantisti: sono fondi privati e non emanazione dello Stato. Ma se gli amici statunitensi ci lasciano in balia delle onde per farci affogare?

Meglio pensare all’interesse nazionale. Come fanno altri in Europa. Vedere alla voce Merkel o Macron.

Sarà un piano pronto o solo abbozzato o pensato, quello in cantiere nell’esecutivo, ma può avere già l’effetto di raffreddare i bollori di chi ha pessime idee – e intenzioni – sull’Italia.

Vedremo se sarà così.

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