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Tutti i trambusti fra Calenda e i liberisti su Tim, Cdp, Leonardo-Finmeccanica e non solo

La vulcanicità twittarola di Carlo Calenda non poteva non toccare anche la partita su Tim. Sull’ex Telecom Italia c’è, infatti, una disfida in corso tra gli attuali azionisti forti, i francesi di Vivendi, e il fondo americano Elliott, che punta a scalzare dal comando il gruppo francese di Vincent Bolloré per dare forma di una…

La vulcanicità twittarola di Carlo Calenda non poteva non toccare anche la partita su Tim. Sull’ex Telecom Italia c’è, infatti, una disfida in corso tra gli attuali azionisti forti, i francesi di Vivendi, e il fondo americano Elliott, che punta a scalzare dal comando il gruppo francese di Vincent Bolloré per dare forma di una public company al gruppo di tlc (qui le ultime puntate sulla tenzone).

(TIM, ECCO PAROLE E CAPRIOLE DI CDP E GOVERNO. IL CORSIVO DI MICHELE ARNESE)

Ma è in particolare sul futuro della rete dell’ex Telecom Italia che si scaldano gli animi dei due fronti e degli osservatori. Mentre infatti Vivendi aveva delineato uno scenario di mera separazione societaria ma non proprietaria dell’asset, ossia con uno scorporo dell’asset in una società che nei primi tempi sarebbe stata comunque controllata al 100% da Tim, il fondo Elliott ha messo per iscritto ieri per la prima volta che si muoverà verso una separazione anche proprietaria della rete, in una prospettiva – che auspica – di una società unica della rete con Open Fiber, la società voluta dal governo Renzi e costituita da Enel e Cassa depositi e prestiti. E in questo scenario il fondo Elliott fa rientrare anche la controllata Sparkle, come ha svelato ieri in un documento pubblico.

(LE MIRE ESPLICITE E RECONDITE DELLA CDP DI COSTAMAGNA E GUZZETTI. L’ARTICOLO DI ARNESE)

Nel frattempo la scorsa settimana si è mossa la Cassa depositi e prestiti (controllata dal ministero dell’Economia) che ha annunciato di voler acquisire fino al 5% di Tim, con spiegazioni che differiscono rispetto a quelle pronunciate dal ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda (qui l’approfondimento di Michele Arnese per Start Magazine sul tema).

(CDP IN TIM, PERCHE’ BERLUSCONI E MEDIASET GONGOLANO. IL COMMENTO DI GIANFRANCO POLILLO)

Il dibattito dopo l’azione della società presieduta da Claudio Costamagna e guidata dall’ad, Fabio Gallia, si è animato in particolare sui social: su Twitter, infatti, commentatori e intellettuali di impostazione liberistica (da Carlo Alberto Carnavale Maffé a Alessandro De Nicola, a Mario Seminerio) hanno interrogato o criticato l’azione del governo tramite la Cdp e le spiegazioni di Calenda, che ai tempi della direzione del movimento montezemoliano Italia Futura aveva una linea liberistica; forse per questo le discussioni social sono particolarmente animate. Da evidenziare le stilettate fra l’altro tra Calenda e De Nicola, in passato nel consiglio di amministrazione di Leonardo, l’ex Finmeccanica. Ecco di seguito alcuni dei tweet più significativi dell’accalorata discussione.

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