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Città

Se te ne vai dalla città, ti pago

Tokyo sta offrendo 1 milione di yen a bambino alle famiglie che lasciano la città per trasferirsi al di fuori della metropoli abitata da 36 milioni di persone, ma a certe condizioni… Oltre al Giappone, ecco quali sono gli altri Paesi che pagano i cittadini per abbandonare i grandi centri

 

Città sovrappopolate e aree pressoché disabitate, un fenomeno che si verifica più o meno in tutto il mondo. Tokyo, e non solo, per ovviare al problema ha escogitato un piano: pagare i suoi cittadini affinché vadano a vivere altrove nel Paese, a patto che vengano rispettate alcune condizioni.

LA PROPOSTA DI TOKYO

Tokyo, secondo World Population Review, con oltre 36 milioni di residenti, è la città più popolosa a livello globale per il 2023 e il governo giapponese ha pensato di ridurre la pressione demografica incentivando i suoi abitanti ad andarsene, con l’obiettivo di ripopolare altre aree.

La proposta, che verrà introdotta da aprile, consiste nell’offrire alle famiglie che si trasferiscono fuori dalla metropoli 1 milione di yen, pari a circa 7.000 euro, per ogni figlio a carico. Metà dei fondi proverranno dal governo centrale e l’altra metà dalle municipalità locali. I comuni che hanno aderito al programma sono circa 1.300, ovvero quasi l’80% del totale.

Il tentativo di invertire il declino demografico nelle regioni è percepito sempre di più come una priorità per l’esecutivo dato che quest’ultima proposta è l’evoluzione di una precedente lanciata tre anni fa e che prevedeva 300.000 yen (poco più di 2.000 euro). Finora, però, il programma non aveva riscosso molto successo: nel 2019 avevano aderito 71 famiglie, nel 2020 erano 290 e nel 2021, quando il lavoro da casa è diventato più comune, 1.184.

Ora, il governo spera che 10mila persone si trasferiscano da Tokyo alle aree rurali entro il 2027.

PERCHÉ INCENTIVARE LE PERSONE A LASCIARE LA CITTÀ

I politici giapponesi, stando al Guardian, ritengono che si debba fare di più per ridurre la densità di popolazione di Tokyo e incoraggiare le persone a iniziare una nuova vita nelle zone del Paese colpite dall’invecchiamento, dalla contrazione della popolazione e dalla migrazione dei più giovani verso la capitale, Osaka e altre grandi città.

Un ulteriore fenomeno che preoccupa le autorità è il calo demografico. La popolazione della terza economia mondiale, infatti, ha subito un calo record di 644.000 unità nel 2020-21, secondo i dati del governo, e si prevede che la popolazione passerà dagli attuali 125 milioni agli 88 milioni stimati nel 2065, con una diminuzione del 30% in 45 anni.

NOMADI DIGITALI? NON PROPRIO

Tuttavia la proposta del governo non equivale a vivere come un nomade digitale. Chi decide di abbandonare Tokyo deve intraprendere una nuova vita, mettendo radici e impegnandosi a contribuire effettivamente a cambiare i luoghi in cui arriva.

Le condizioni prevedono infatti che le persone vivano nelle nuove case per almeno cinque anni e che un membro del nucleo familiare lavori o abbia in programma di aprire una attività in quel luogo. Chi rinuncia prima del termine dei cinque anni, paga. In tal caso, verrà infatti chiesto indietro il denaro ricevuto.

CHI SEGUE TOKYO?

Ma Tokyo è solo l’ultimo esempio di uno sforzo che sta avvenendo a livello globale per ridare vita ai piccoli centri in declino.

Tra gli altri Paesi citati anche da Quartz ci sono Svizzera, Australia, Spagna, Portogallo, Irlanda, alcuni Stati Usa, e anche l’Italia. Nel 2017 il comune svizzero di Albinen ha offerto 25.400 dollari per adulto a chiunque vi si trasferisse e costruisse o ristrutturasse una casa, a condizione di impegnarsi per 10 anni.

L’Irlanda, nel 2021, ha presentato un programma per spostare il 20% dei dipendenti pubblici dalle città alle aree rurali, chiedendo però a chi si trasferiva di poter dimostrare che era in grado di lavorare a distanza.

Il comune abruzzese di Santo Stefano di Sessanio nel 2020, invece, ha offerto 8.000 euro all’anno, oltre ad altri incentivi, a chiunque si trasferisse lì, a patto che rimanesse per almeno cinque anni.

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