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VIVENDI

Tim, ecco come il fondo Merlyn fa il piedino a Cdp e Vivendi sulla rete ma il governo dice no

Tutti i dettagli del piano del fondo Merlyn sulla rete di Tim che è alternativo a quello degli americani di Kkr. Fatti, nomi, indiscrezioni e scenari

Guerra tra fondi su Tim: Merlyn contro Kkr.

Ecco fatti, numeri, nomi, indiscrezioni e scenari.

“Noi vogliamo una rete nazionale a guida pubblica come per Terna, perché questa creerà un grande valore per tutti. Non vogliamo che sia di proprietà di un fondo straniero. Il nostro piano, che prevede di vendere Tim Brasil e la divisione consumer, crea valore per tutti, quello di Kkr crea valore solo per Kkr”.

E’ quanto ha detto Alessandro Barnaba, fondatore del fondo attivista Merlyn azionista di Tim con poco meno del 3%, sul piano alternativo per Tim presentato dagli americani di Kkr.

Dunque nella partita della vendita della rete di Tim arriva, a sorpresa e sul filo di lana (una settimana prima dei cda di Tim il 3 e 5 novembre), una proposta alternativa all’operazione di cessione architettata dal fondo americano Kkr.

IL PROGETTO DI MERLYN PER TIM

In sostanza Merlyn prospetta la creazione di TechCo, una società in cui far confluire tutte le attività infrastrutturali: rete, cloud, servizi alle imprese e in futuro una parte della concorrente Open Fiber, oggi controllata da Cdp e Macquarie. TechCo diventerebbe poi la nuova Tim, quotata e partecipata da Cdp, Vivendi e, nel caso, Kkr e Macquarie.

CHI E’ IL FONDO MERLYN

A muoversi è Merlyn Partners SCSp. Il fondo di investimento lussemburghese, gestito da Merlyn Advisors Ltd., rappresenta un gruppo di azionisti di Tim detentori di azioni ordinarie sotto la soglia del 3%.

SIRAGUSA CONTRO LABRIOLA

Dietro a questa operazione c’è il fondatore di Merlyn, Alessandro Barnaba, ma anche Stefano Siragusa (nella foto), ex vicedirettore generale di Tim, uscito dalla società telefonica nell’estate dello scorso anno e autore circa 5 anni fa di un piano sulla rete molto simile a quello presentato ora dal fondo Merlyn. Siragusa, secondo il Sole 24 ore, “è la mente che ha redatto il piano industriale per il rilancio dell’azienda, totalmente alternativo a quello dell’ad Pietro Labriola. Non a caso nella lettera inviata al Cda c’è l’invito al board a rimuovere l’ad Labriola e a intraprendere le azioni necessarie per cooptare Stefano Siragusa «e nominarlo Amministratore delegato per guidare la Società nell’esecuzione del Piano»”.

LO SCENARIO PER IL TITOLO TIM SECONDO IL FONDO MERLYN

Con il piano, secondo Merlyn, l’azione di Tim – è scritto – potrebbe arrivare «a oltre 1 euro entro i prossimi 24 mesi». Così si legge anche sul sito costruito ad hoc e online da ieri per Timvalue”.

IL PIANO DI MERLYN IN DETTAGLIO

Il piano di Barnaba e Siragusa parte dalla costituzione di una nuova realtà all’interno di Tim: TechCo con la parte enterprise, Olivetti, Telsy, Noovle e le relative infrastrutture connesse come i data center e i contratti Psn (cloud). “Una nuova Tim, insomma, con leva strategica nella sua infrastruttura e che punti esclusivamente su servizi non regolamentati. Agendo come fornitore wholesale e muovendosi solo sul segmento business (uscendo dal retail) e sull’offerta di servizi non regolamentati, TechCo ha l’ambizione di porsi come aggregatore del mercato”, sottolinea il Sole 24 ore.

LE PAROLE DI BARNABA DEL FONDO MERLYN

«Tutti gli stakeholder concordano che esiste molto valore in Tim – ha detto Barnaba al quotidiano Repubblica – La differenza è che loro vogliono scorporare la rete per beneficiarne quando la rivenderanno. Noi invece vogliamo che il valore che si creerà nel tempo sulla rete venga condiviso con tutti gli azionisti a beneficio del Paese, dei dipendenti e dell’indotto. Il nostro piano, che prevede di vendere Tim Brasil e la divisione consumer, crea valore per tutti, quello di Kkr crea valore solo per Kkr”.

Per Tim cedere la rete è il solo modo per abbattere il debito, ma come si risolve il problema? Ha risposto il fondatore del fondo Merlyn: «È stata raccontata una storia a cui il mercato non ha mai creduto, come dimostra l’andamento del titolo dall’annuncio della vendita della rete. Una storia di pura alchimia finanziaria. Ora c’è un altro piano che farà di Tim un player infrastrutturato nell’interesse del Paese. TechCo sarà un’azienda italiana con ambizioni globali, focalizzata sull’offerta di servizi regolamentati e di soluzioni tecnologiche all’avanguardia, che fanno leva sulle sue infrastrutture e sul suo know-how. Si focalizzerà solo sulla clientela business, dove agirà come puro wholesaler. Il futuro nelle tlc è in mano a chi ha le ha le infrastrutture, non a chi le affitta da terzi”.

MERLYN FA IL PIEDINO A CDP E VIVENDI

Il progetto di Merlyn appare di impostazione “sovranista”, dunque in sintonia (potenziale) con le aspirazioni del governo di centrodestra. In questo quadro un ruolo di primo piano lo avrebbe Cassa depositi e prestiti (controllata dal ministero dell’Economia, da mettere alla guida di una rete unica (unendo gli asset di rete di Tim e di Open Fiber). “Il fondo Merlyn nella sua lettera strizza l’occhio a Cdp (socia l 9,81% di Tim) e al primo azionista Vivendi (23,75%), che finora è stato critico sull’opportunità di cedere la rete a Kkr per 20 miliardi”, ha rimarcato il quotidiano Repubblica. Il piano di Merlyn strizza l’occhiolino non solo a Cdp, ma anche al fondo Macquarie: il piano di Merlyn è in sostanza “la vecchia idea del fondo Macquarie che si era fatto avanti, inascoltato. Kkr e Macquarie, a loro volta, saranno chiamate non a uscire ma ad aumentare il loro peso, attraverso la quota in Open Fiber (per il fondo australiano) e contribuendo Fibercop in Telecom Italia (per il fondo Usa)”, ha notato il Sole 24 ore. E, secondo Start Magazine, i francesi stanno studiando con interesse il piano del fondo lussemburghese.

IL GOVERNO RESPINGE IL PROGETTO MERLYN E DIFENDE IL PIANO DI KKR

Il governo Meloni su Tim ha già deciso e non cambierà strada, anche davanti a una nuova proposta. “Con riferimento alla sedicente proposta recentemente emersa sul futuro di Tim, il governo fa notare di aver preso altre decisioni che contemplano un altro piano, reso manifesto alla società Tim e al mercato con trasparenza e nelle modalità corrette. Qualsiasi altra iniziativa è estranea alle intenzioni del Governo”, fanno sapere fonti dell’esecutivo alle agenzie di stampa.

Sulla rete Tim c’è già il ‘sigillo’ pubblico, perché l’offerta di Kkr prevede la partecipazione del Mef con un ruolo strategico di controllo. “L’iniziativa assunta dal Governo prevede chiaramente il controllo pubblico sull’assetto strategico come risultato finale espressamente garantito dalla proposta – l’unica proposta, sottolineano fonti vicine al governo – alla quale l’Esecutivo partecipa con il riconoscimento del ruolo strategico e dei poteri speciali riconosciuti al Governo, in piena conformità all’ordinamento Ue”.

Insomma ci voleva la controproposta di Merlyn per far uscire, definitivamente e pubblicamente, il governo in direzione pro Kkr e di fatto anche pro Labriola.

LO SCENARIO PER IL CDA DI TIM

Comunque la mossa di Barnaba e Siragusa è un altro fattore che condizionerà le decisioni dei consiglieri di amministrazione sul piano di Kkr. Un fattore che non va nella direzione del fondo americano, secondo le ricostruzioni più vicine a Vivendi e anche a Merlyn. Infatti già i consiglieri stanno valutando con preoccupazione i possibili ricorsi legali da parte dei Vivendi nel caso il cda dica sì al progetto di Kkr senza passare dall’assemblea dei soci come chiedono i francesi. Inoltre a tutti i consiglieri di amministrazione – secondo la ricostruzione di Start Magazine – sono giunti echi malmostosi dei colloqui degli uomini di Vivendi con il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che disegnano foschi presagi sull’attuale vertice di Tim. E in tutto questo, ora si inserisce anche il piano alternativo di Merlyn che potrebbe ulteriormente produrre un interrogativo in molti consiglieri: visto che siamo in scadenza, perché dobbiamo dire sì a Kkr? Della serie: laviamocene le mani… Sarà davvero così? Si vedrà.

ECCO IL PIANO DI SIRAGUSA SULLA RETE UNICA PRESENTATO NEL NOVEMBRE DEL 2018

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