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Tutte le ultime staffilate in Tim fra Elliott e Vivendi (non solo su Sparkle)

Che cosa sta succedendo in Tim fra Elliott e Vivendi. Le ultime staffilate e il punto della situazione su Sparkle. Fatti, nomi, polemiche e indiscrezioni

Non conoscono soste le staffilate reciproche fra i due azionisti forti di Tim, ossia Vivendi ed Elliott.

Oggi è stata la volta della risposta formale del fondo americano Elliott alle critiche arrivate la scorsa settimana dai francesi di Vivendi sull’andamento del titolo in Borsa e sulla governance dell’ex Telecom Italia.

Ma sullo sfondo, e neppure tanto sullo sfondo, c’è la partita su Telecom Italia Sparkle. Iniziamo proprio da questo dossier.

CHE COSA E’ CHE COSA FA SPARKLE

Telecom Italia Sparkle è la controllata di Tim che gestisce la rete primaria che porta l’informazione tra i grandi server. Attraverso una dorsale in fibra ottica (la Seabone, South East Access backbone) di 530 mila chilometri Sparkle porta in Europa, in America, in Asia e nel resto del mondo il traffico telefonico e dati generato dai clienti Tim ma rivende anche i servizi ad altri operatori. E’ il settimo operatore mondiale del settore ed il secondo in Europa, dietro TeliaSonera e tra i suoi principali concorrenti ci sono Orange e Tata.

IL QUARTIER GENERALE IN SICILIA

Il suo “quartier generale” è in Sicilia, da dove partono le reti di connessione in tutti i punti cardinali. Ha uffici in 37 Paesi, compresa l’Arabia Saudita e l’India. Di recente ha aperto un nevralgico punto di accesso (Pop, Point of Presence) in Iran, a Teheran, prima e unica compagnia occidentale ad essere autorizzata. I progetti di espansione al momento si concentrano sempre più sul Mediterraneo e in Turchia. Mentre nei mesi scorsi è stato chiuso l’ufficio di rappresentanza in Russia, a Mosca.

LE PAROLE DI CONTI SU SPARKLE

La vendita di Sparkle? “Il processo sta iniziando”, ha detto il presidente di Tim, Fulvio Conti, a Cernobbio. Per verificare l’interesse sulla controllata che gestisce la rete di cavi sottomarini internazionali il direttore finanziario di Tim, Piergiorgio Peluso, ha mandato l’invito alle principali banche d’affari a partecipare al ‘beauty contest’ per selezionare l’advisor.

LA POSIZIONE DI ELLIOTT E GENISH SU SPARKLE

Sul tema Vivendi non si era mai espressa chiaramente fino a due giorni, mentre Elliott aveva messo fin dall’inizio tra i suoi desiderata, per liberare valore, la cessione di questo asset.

Il fondo di Paul Singer ha infatti da tempo auspicato la cessione di Sparkle, nell’ambito di operazioni sistemiche che riguardano anche la rete (qui l’approfondimento di Start Magazine sul documento del fondo Usa).

A maggio il capo azienda Amos Genish, durante la presentazione dei conti del trimestre agli analisti, aveva detto che “Sparkle non è core business quindi continueremo a considerare un deconsolidamento anche se la vicenda del golden power mostra come possa essere piu’ complesso di quanto non avevamo immaginato”.

LO SCENARIO CON CDP

I vincoli legati alla natura strategica della società – e la necessità di un via libera governativo alla cessione – limitano i possibili acquirenti. Secondo le indiscrezioni, sarebbe comunque lo Stato, tramite la holding Cdp o una controllata o partecipata (come F2i) della Cassa depositi e prestiti, a rilevare Sparkle.

LE PAROLE A SORPRESA DI VIVENDI

A sorpresa, dopo anni di silenzio sul dossier Sparkle, i francesi subito dopo le parole di Conti si sono palesati. “Sono d’accordo con le dichiarazioni del vice presidente del Consiglio, Di Maio: Sparkle non si deve vendere, perché strategica per l’Italia”, ha sibilato l’amministratore delegato di Vivendi, Arnaud de Puyfontaine.

Un tentativo da parte dei francesi per venire incontro alle attese del governo, sospettoso per le mosse di Francia e francesi sui dossier industriali, finanziari e geopolitici (qui l’analisi di Guido Salerno Aletta).

LA NOTA DI ELLIOTT CONTRO VIVENDI

Il fondo americano oggi non ha esternato su Sparkle ma ha rimbrottato Vivendi in un comunicato: “A Elliott rincresce che Vivendi abbia scelto di attaccare il management di Tim, il consiglio di amministrazione ed uno dei suoi consoci, anziché lavorare con spirito costruttivo verso una soluzione. Sembra che Vivendi sia caduta vittima di quella visione di breve termine che essa stessa aveva precedentemente criticato”, ha messo per iscritto il fondo Elliott.

IL CASO DELL’ANDAMENTO DEL TITOLO TIM

Il punto focale dell’attacco della società che fa riferimento a Vincent Bolloré è stato l’andamento di borsa del titolo Telecom che costa parecchio al gruppo francese: per arrivare al 23,4% dei diritti di voto, Vivendi ha investito 3,89 miliardi (azioni in carico a 1,07 euro) e ora vede andare in fumo oltre il 50% del proprio investimento, con le azioni che viaggiano a 0,517 euro.

Condizioni di borsa giudicate “drammatiche” da Vivendi, visto che “il corso di borsa di Telecom ha perso circa il 35% dal 4 maggio. E’ ora al minimo da 5 anni.

“Elliott condivide le preoccupazioni di Vivendi sull’andamento del titolo Telecom Italia – ha osservato oggi il fondo Usa – ma è un problema che persiste da anni”.

LA DOMANDA DI ELLIOTT A VIVENDI

Altra reprimenda arrivata oggi da Elliott per Vivendi: “Dopo che la stessa Vivendi ha avuto il controllo della società per anni, ora è pronta a sindacare sull’operato del nuovo consiglio di Tim dopo appena 4 mesi dalla sua nomina. Come può Vivendi fuggire dalle sue responsabilità per l’attuale situazione di Tim, quando ha gestito la società così a lungo mentre il nuovo consiglio è in carica da così breve tempo?”, chiede il fondo americano.

I RIFERIMENTI A GENISH E PELUSO

“Vivendi critica la gestione disastrosa di Tim. Per quanto Elliott non concordi sul fatto che la gestione di Tim si possa definire ‘disastrosa’, vale la pena notare che il nuovo Consiglio di Tim non ha apportato cambiamenti significativi nel management: l’attuale amministratore delegato e’ stato infatti portato nel consiglio da Vivendi e sia quest’ultimo, sia il direttore finanziario, sono ancora in carica”, prosegue la nota.

L’ULTIMA STAFFILATA

“Tra le numerose affermazioni fuorvianti contenute nel comunicato del 5 settembre, Vivendi accusa Elliott di aver ‘promesso’ che le quotazioni delle azioni Tim sarebbero raddoppiate. Elliott non ha fatto – e non fa – alcuna promessa al mercato. Elliott ha presentato una sua valutazione sulla potenziale creazione di valore in una prospettiva di medio periodo laddove un nuovo Consiglio indipendente avesse portato avanti i suggerimenti di Elliott. Ad oggi, il Consiglio non ha adottato nessuno dei suggerimenti proposti, seguendo invece il piano tracciato proprio da Vivendi. Come ha detto il Presidente di Tim, Fulvio Conti, lo scorso venerdì, “Stiamo portando avanti un piano che e’ stato elaborato e approvato [da Vivendi] ed effettivamente promosso [da Vivendi]””.

(CHE COSA STA SUCCEDENDO SU SPARKLE TRA ELLIOTT, GENISH, VIVENDI E GOVERNO)

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