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Tim, ecco novità e tensioni in Elliott su Altavilla e Gubitosi per il dopo Genish

Che cosa sta succedendo in Tim fra Elliott e Vivendi, e fra i consiglieri di Elliott, in vista del prossimo consiglio di amministrazione che eleggerà il successore di Genish come amministratore delegato dell'ex Telecom Italia

Tensioni non solo fra Vivendi ed Elliott sul futuro amministratore delegato di Tim, ma anche tra i 10 consiglieri dell’ex Telecom Italia espressione del fondo americano Elliott.

Dalla riunione del Comitato nomine di Tim è emerso a sorpresa che serve più tempo per trovare il successore Amos Genish, revocato dal cda egemonizzato dai rappresentanti di Elliott.

I NOMI E I FRONTI

Il fronte è diviso fra chi sostiene il tandem fra Alfredo Altavilla come e Stefano De Angelis come direttore generale e chi caldeggia invece Luigi Gubitosi. E sullo sfondo, la ricerca di un nome che sia gradito al governo.  Si fa pure il nome anche di Pier Giorgio Peluso, attuale direttore finanziario di Tim, nel gruppo dal 2012. Nel caso fossero due i dg.

LE TEMPISTICHE

Non è da escludere che una nuova riunione possa essere convocata prima di domenica pomeriggio, giorno in cui a Roma è stato convocato il cda.

CHE COSA E’ SUCCESSO NEL COMITATO NOMINE

Al comitato – secondo la ricostruzione del Sole 24 Ore – è entrata una rosa di tre nomi, tutti in quota Elliott, per la carica di ad: Alfredo Altavilla, Luigi Gubitosi e Rocco Sabelli. Altavilla, che presiede il comitato, si è correttamente allontanato. Sabelli ha ribadito che non era disponibile a incarichi esecutivi. Paola Bonomo, dello stesso schieramento, ha cercato di coagulare il consenso su un solo nome, con preferenza per Gubitosi”.

COME SI SONO MOSSI I CONSIGLIERI DEI FRANCESI

Contro tutti i due componenti del comitato in quota Vivendi – Giuseppina Capaldo e Michele Valensise – che hanno contestato la correttezza della procedura, che si avvale comunque della consulenza del cacciatore di teste Russel Reynolds, ha svelato il Sole.

LO SCENARIO

Per questo tra i soci forti di Tim si vocifera di potenziali nomi terzi che possano essere le basi per una soluzione di compromesso non solo tra i consiglieri espressione di Elliott ma che possa avere l’ok anche di Vivendi. Anche se quest’ultima eventualità appare remota.

CHE COSA DICE VIVENDI

Intanto Vivendi resta arroccata ma ribadisce che non intende lasciare libero il campo. “Siamo azionisti a lungo termine e intendiamo rimanerlo” dice Arnaud De Puyfontaine, ceo di Vivendi e smentisce l’ipotesi di una vendita della quota a Orange. “Questa voce è come un serpente marino da quando l’ho sentita la prima volta nel 2015. Posso certamente dire che e’ completamente sbagliata”, ha detto.

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