Golosi d’Italia, rassegnatevi. Questo inverno la cioccolata calda costerà qualche centesimo di più. E costerà di più anche un bicchiere di Coca cola. Almeno a detta del M5S: la tassa sugli zuccheri, la Sugar Tax se vogliamo dirla in inglese, è cosa fatta. I soldi che entreranno nelle tasche dello stato serviranno a finanziare scuola e ricerca.
LA PROPOSTA DI FIORAMONTI
A parlare per primo di una possibile tassa sugli zuccheri è stato il ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti (M5s), che aveva proposto una tassa sulle merendine e le bibite gassate per reperire risorse per finanziare il mondo della scuola. Proposta criticata dalle opposizioni e dal settore industriale.
SUGAR TAX, E’ COSA FATTA
Ma la tassa è pronta. A dirlo è proprio il viceministro all’Economia, Laura Castelli: “E’ cosa decisa”, ha detto l’esponente pentastellata, aggiungendo: “Abbiamo lavorato al ministero dell’Economia sulla sugar tax, che è molto importante perché è una tassa sullo zucchero aggiunto negli alimenti e in Italia abbiamo un grande problema obesità”.
QUANTO PAGHEREMO?
La tassa sugli zuccheri si pagherebbe, in Italia, ad ettolitro di zucchero aggiunto. Il prezzo, però, non è stato ancora rivelato.
COME FUNZIONA LA TASSA ALTROVE
Negli altri paesi, la tassa viene fatta pagare al grammo o al litro. E a introdurla sono stati già Gran Bretagna, Sudafrica, Estonia, Belgio, Portogallo, Stati Uniti, Messico, Ungheria.
In Gran Bretagna si paga 18 pence al litro per le bibite che hanno da 5 a 8 grammi si zucchero a litro. Ben 24 pence per tutte le bibite con più di 8 grammi. In Irlanda la tassa è di 30 centesimi e tocca solo le bibite con più di 8 grammi di zucchero al litro.
Fonte: Corriere della Sera, 22 settembre 2019
TASSA SULLO ZUCCHERO IN MANOVRA?
Se la cosa è fatta, allora la Sugar Tax sarà già nella manovra? Non è detto. “Si deciderà in questi giorni se metterla ora in manovra o lasciarla alla discussione del Parlamento” ha detto Castelli. “Se non si inserirà subito in manovra credo proprio che il Parlamento la riproporrà”.
GOVERNO DIVISO
In realtà, la questione non è proprio così semplice. E se da una parte il M5S è pronto a tassare merendine bibite gassate in Italia, provando (così si augurano) a migliorare le abitudini alimentare degli italiani, gli alleati di governo sono spaccati sulla questione. C’è una parte di Pd ed Italia Viva (il nuovo partito fondato da Matteo Renzi) che si oppone e una parte che resta dubbioso.
SERVONO SOLDI
Ma proprio la tassa sulle merendine potrebbe risolvere (parte) del nodo denaro. Per la Finanziaria 2020 servono nuove entrate. E la sugar tax potrebbe risultare, agli occhi dei cittadini, meno fastidiosa dell’aumento dell’Iva su prodotti di prima necessità (aumento che, secondo rumors, arriverà, scrive La Stampa).
LA DECISIONE QUESTA SETTIMANA?
Se la tassa sullo zucchero arriverà a stretto giro, comunque, lo scopriremo già dalla settimana prossima: nei prossimi giorni il Consiglio dei ministri si riunisce per approvare il testo del decreto legge di bilancio e il decreto fiscale collegato. Prima dell’approvazione un vertice di maggioranza dovrà decidere le misure per far cassa.
NON SOLO TASSA SUGLI ZUCCHERI
Tra le opzioni allo studio c’è anche una stretta contro le frodi petrolifere e un giro di vite contro l’evasione fiscale. Proprio da quest’ultima dovrebbero arrivare fino a 7 miliardi di euro nel 2020. Una cifra altissima, che l’Europa non può approvare: nessuno Stato ha mai guadagnato così tanto in un anno dalla lotta all’evasione.
UNA FINANZIARIA CHE CADE A PEZZI
Intanto, mentre si discute delle proposte per far cassa, la Finanziaria 2020 viene rivista piano piano. E nelle scorse ore il Tesoro, come riporta La Stampa, ha smontato l’idea di assegnare un bonus unico per i figli. Bonus che avrebbe dovuto unire tutti gli aiuti che ci sono adesso, ma la cosa è rimandata. E a sostegno delle famiglie c’è comunque l’idea di aumentare i fondi per gli asili nido.