A sorpresa e senza anticipazioni il Governo schiaffeggia le banche. Il vicempremier Matteo Salvini ha presentato ieri in conferenza stampa una norma del decreto decreto Omnibus che tassa gli extraprofitti delle banche. “Una norma di equità sociale, che è un prelievo sugli extraprofitti delle banche limitato al 2023. Tutti gli introiti — dice Salvini — saranno destinati a due voci: aiuto ai mutui prima casa e taglio delle tasse”. Non si tratta di poche briciole, il prelievo sarà del 40% che porterà a cifre a nove zeri. “Non stiamo parlando di qualche manciata di milioni, ma si possono ipotizzare alcuni miliardi”, ha continuato Salvini.
TASSA SUGLI EXTRAPROFITTI DELLE BANCHE: LA POSIZIONE DI AZIENDE E SINDACATI
Gli extraprofitti sono i guadagni operati dagli istituti di credito grazie all’aumento del costo del denaro, da un lato, e ai tassi a zero sui conti correnti, dall’altro. “Le banche italiane incassano, senza muovere un dito, più di 25 miliardi di euro l’anno, il 76% in più di un anno fa ovvero extra ricavi pari a oltre 11 miliardi – scrive l’associazione di aziende Unimpresa -. Si tratta del margine d’interesse calcolato come la differenza tra tassi attivi applicati su circa 670 miliardi di depositi bancari remunerati con lo 0,32% e “impiegati” sotto forma di prestiti a famiglie e imprese, che in totale ammontano a 1.312 miliardi, sui quali il tasso medio è pari al 4,25%: la differenza tra i tassi “passivi” riconosciuti sui depositi e quelli “attivi” praticati sui finanziamenti garantisce alle banche uno “spread” di 393 punti”. La misura dell’esecutivo, quindi, prende di mira proprio il differenziale frutto delle politiche commerciali che si sono avvantaggiate dell’aumento del costo del denaro deciso dalla Banca centrale europea.
Secondo l’associazione di imprese, con i tassi a zero sui conti correnti – e grazie all’aumento del costo del denaro – le banche italiane incassano, senza muovere un dito, più di 25 miliardi di euro l’anno, il 76% in più di un anno fa ovvero extra ricavi pari a oltre 11 miliardi. Si tratta del margine d’interesse calcolato come la differenza tra tassi attivi applicati su circa 670 miliardi di depositi bancari remunerati con lo 0,32% e “impiegati” sotto forma di prestiti a famiglie e imprese, che in totale ammontano a 1.312 miliardi, sui quali il tasso medio è pari al 4,25%: la differenza tra i tassi “passivi” riconosciuti sui depositi e quelli “attivi” praticati sui finanziamenti garantisce alle banche uno “spread” di 393 punti. «Questo comportamento giustifica l’intervento del governo con la tassa sugli extra profitti delle banche. La misura dell’esecutivo prende di mira proprio il differenziale che è il frutto delle politiche commerciali degli istituti di credito del Paese che approfittano, traendone un rilevante vantaggio, dell’aumento del costo del denaro deciso dalla Banca centrale europea, riconoscendo pochissimo, invece in termini di remunerazione, alla loro clientela. Senza muovere un dito e senza costi, le banche incassano decine di miliardi di euro. Approfittano della scellerata politica della Bce che, come denunciamo da tempo, non solo non produce gli effetti sperati sul fronte del contenimento dell’inflazione, ma sta cagionando rilevanti danni all’economia reale, con un impatto assai negativo sul credito sia in termini di maggiori interessi sia in termini di condizioni d’accesso sempre più stringenti», ha commentato il vicepresidente di Unimpresa, Giuseppe Spadafora.
Un plauso arriva anche dalla Cisl. “È giusto aver deciso di tassare gli extra profitti delle banche”, commenta la Cisl guidata da Luigi Sbarra (nella foto), che chiede di allargare questo tipo di intervento “alle altre multinazionali (energia, digitale, logistica) per recuperare risorse da impegnare ad alzare salari, retribuzioni, pensioni ed a ridurre il peso delle tasse ai lavoratori, pensionati e sostenere le famiglie sui mutui per le prime case”.
Anche la Cgil è soddisfatta per la mossa del governo, al quale chiede ancora di più in termini di nuove tasse: “Adesso il Governo, dopo questo passo indietro rispetto al ridimensionamento dell’imposta sugli extraprofitti deciso nell’ultima legge di bilancio, non si fermi a un provvedimento estemporaneo, ma – prosegue la Cgil – estenda la decisione assunta sulle Banche a tutte le imprese e i settori che stanno macinando risultati record, e riconsideri anche le recenti scelte fiscali tutte a vantaggio di imprese e profitti”. Per la confederazione guidata da Maurizio Landini “vanno chiamati tutti a contribuire in un momento in cui le fasce popolari del Paese sono in grande sofferenza a causa dell’inflazione, dell’aumento di mutui e affitti, dell’impennata del carrello della spesa e del costo dei carburanti”. “Per quanto riguarda l’utilizzo delle risorse recuperate, quindi, per noi non ci sono dubbi: sono da destinare al sostegno di lavoro, salari, sanita’ e servizi pubblici. Infine, le Banche non utilizzino strumentalmente questa scelta del governo per compromettere il confronto in corso per il rinnovo del contratto nazionale”, conclude la Cgil.
LE CRITICHE DI ECONOMISTI, ESPERTI E FIRME ECONOMICHE
La misura non era stata anticipata, il governo ha voluto sfruttare “l’effetto sorpresa” amplificato dal placido clima agostano. La tassa sugli extraprofitti era stata “minacciata” dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti (non presente nel corso della conferenza stampa di presentazione della misura). “Aumentate la remunerazione sui conti correnti, oppure vi tasseremo”, ricorda Mario Seminerio nel suo blog. L’esperto sottolinea che questa misura ricorda “molto la misura presa dal governo di sinistra spagnolo di Pedro Sanchez, che ha applicato un’aliquota del 4,8% al margine d’intermediazione (interessi netti e commissioni nette) eccedente gli 800 milioni di euro. Le banche spagnole hanno impugnato il provvedimento”, ma anche la “proposta di legge presentata il mese scorso dall’esponente del Pd Andrea Orlando e che punta a fare “redistribuzione”, soprattutto a beneficio di chi ha in essere mutui a tasso variabile”. Il giudizio sulla misura, però, non è positivo. “Quello che pare evidente è che ci sono misure che puzzano di disperazione lontano un chilometro, e questa è una di esse. Lo scorso 19 maggio, commentando la “minaccia” di Giorgetti alle banche, concludevo così: “A meno che il governo non stia cercando il casus belli populista per procedere a un prelievo straordinario sugli utili delle banche, col quale fare redistribuzione estemporanea e spiazzare la sinistra politica e sindacale”. Missione compiuta. Quanto conosco i miei polli, vero?”.
Molto critico anche Andrea Giuricin, economista dell’Istituto Bruno Leoni e senior advisor per fondi di investimento. La preoccupazione di Giuricin è sulle ripercussioni che può avere questa nuova tassa sui costi fissi cui quali, verosimilmente, le banche tenderanno a scaricare la nuova tassazione. “Il paese delle cicale. C’era un giovane che si era comprato una casa con tanti sacrifici con un mutuo a tasso fisso. Lo aveva fatto (il mutuo a tasso fisso) per coprirsi dal rischio che i tassi potessero aumentare, chiaramente pagando qualcosa in più rispetto ad un tasso variabile. Poi arrivò l’aumento dei tassi e il giovane previdente era contento del suo tasso fisso – scrive su Twitter -. All’improvviso arrivò il provvido politico che disse che bisognava tassare gli extra profitti delle banche e questi soldi sarebbero andati a chi aveva fatto il tasso variabile. Purtroppo, le commissioni bancarie aumentarono per via dell’aumento di tassazione e il giovane che aveva fatto il tasso fisso dovette pagare di più i servizi bancari. Morale della favola? Non essere formica nel paese delle cicale. Ci sarà sempre un politico che prende alle formiche per dare alle cicale”.
Il paese delle cicale.
C’era un giovane che si era comprato una casa con tanti sacrifici con un mutuo a tasso fisso.
Lo aveva fatto (il mutuo a tasso fisso) per coprirsi dal rischio che i tassi potessero aumentare, chiaramente pagando qualcosa in più rispetto ad un tasso…— Andrea Giuricin (@AndreaGiuricin) August 8, 2023
Le critiche arrivano da giornalisti esperti di economia e banche, Secondo la giornalista del gruppo Gedi, Carlotta Scozzari, la norma avrà, e sta avendo, ripercussioni sugli azionisti.
In attesa che le #banche paghino il prelievo sugli #extraprofitti, oggi a pagare sono gli azionisti e domani potrebbero essere i clienti per costi maggiori (già oggi non hanno remunerazione su depositi e conti) e i dipendenti per ripercussioni su trattative per rinnovo contratto.
— Carlotta Scozzari (@scarlots) August 8, 2023
Gli eventuali aumenti sui correntisti sono, invece, quelli che preoccupano il giornalista, ex direttore di Domani, Stefano Feltri.
L’utile record di @intesasanpaolo (e degli altri) si fonda sul fatto che paga poco di interessi a noi correntisti ma si fa pagare tassi alti. Il modello bancario si basa sulla nostra disponibilità a farci spennare. Ma la nuova tassa crea solo l’incentivo a spennare di più pic.twitter.com/cSG5v6VXcu
— Stefano Feltri (@StefanoFeltri) August 8, 2023
Federico Fubini, firma economica del Corriere della Sera, sottolinea gli impatti sullo spread.
La tassa sugli “extraprofitti” delle banche stamattina sta avendo un impatto anche sullo spread, salito fino a sei punti in più dai livelli di apertura. Anche questo favorisce l’accesso delle famiglie ai mutui? pic.twitter.com/Sg0k5wojNo
— Federico Fubini (@federicofubini) August 8, 2023
Critico anche il giornalista Nicola Porro, vicedirettore ad personam del Giornale e conduttore Mediaset, preoccupato per l’inclinazione “socialista” della norma.
Difficile imaginare una mossa più socialista come quella di tassare extraprofitti e banche. E già che c’erano provano a decidere i prezzi dei voli aerei. Pulirsi la coscienza per reddito? Altro che liberali. #destrasociale #extraprofitti
— Nicola Porro (@NicolaPorro) August 8, 2023
L’OPINIONE DEI PARTITI
È variegata, invece, la reazione della politica alla tassa “a sorpresa” sugli extraprofitti delle banche. “Da oggi se sei un imprenditore (o chissà, magari pure un lavoratore autonomo) in un settore che sta andando particolarmente bene, stai attento: se il governo decide che stai facendo un po’ troppi profitti, te li viene a requisire”. Lo scrive su Twitter il deputato di Azione-Italia Viva, Luigi Marattin.”Non si sono neanche accorti di aver creato un pessimo precedente: se si tassano le Banche quando fanno extra-profitti, allora dobbiamo sussidiarle quando fanno extra-perdite – continua Marattin -. Prima il parere favorevole all’ordine del giorno che vuole introdurre una nuova patrimoniale. Ora la tassazione di qualsiasi settore che, secondo il Politburo, stia facendo un po’ troppi profitti. In realtà questo è il governo di Nicola Fratoianni!”. Il leader di Azione Carlo Calenda concorda con il “collega” Marattin. “Sbagliata la tassazione sugli extraprofitti delle banche. Siamo favorevoli alla possibilità di sospendere il pagamento della quota capitale dei mutui per le famiglie a basso reddito che non sono in condizioni di pagare – scrive su Twitter -. Ma le tassazioni sugli extraprofitti sono legittime solo in caso di eventi straordinari, vedi energia-guerra, che falsano in modo determinante il funzionamento del mercato. Si stabilisce un precedente molto pericoloso. Domani avremo la tassazione sugli extraprofitti delle friselle pugliesi, dei toast dimezzati o dei lettini? Al momento non e’ neppure chiaro come questa norma possa essere compatibile con il diritto europeo”. Di parere completamente opposto Giuseppe Conte, che rivendinca la paternità della norma. “Ci criticano, ci snobbano, ci accusano di demagogia. Poi non riescono ad ammetterlo, ma devono darci ragione. Da marzo il @Mov5Stelle chiede un intervento sugli extraprofitti accumulati dalle banche per prendere da lì le risorse per sostenere i cittadini alle prese con rincari e caromutui – scrive l’ex Premier sui social -. Sono passati 5 mesi e il Cdm si accorge dell’emergenza, quando le famiglie sono già in ginocchio da troppo tempo. E ora il Governo sembra accogliere la nostra proposta di una tassa sugli extraprofitti bancari. Meglio tardi che mai, ma il “tardi” purtroppo lo pagano le famiglie”.
La maggioranza sta pensando a come impiegare i fondi extra in arrivo da questa misura. “L’obiettivo per la prossima legge di bilancio è lavorare su aumenti di stipendi e decontribuzione. Emerge grande soddisfazione per questi primi 9 mesi di lavoro concreto: nella Lega c’è la convinzione che il prelievo sui maxi-margini delle banche, che hanno guadagnato decine di miliardi in questo periodo, sia la strada giusta per aiutare lavoratori, famiglie e imprese”. A scriverlo è la Lega, impegnata in una riunione alla quale partecipano anche i ministri Giorgetti e Salvini, in corso a Roma sui temi dell’economia. “Da mesi diciamo che la Bce sbaglia ad alzare i tassi di interesse e questa è l’inevitabile conseguenza – ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, al Corriere della Sera -. Non è una misura contro le banche ma un provvedimento a protezione delle famiglie e di tutti quei soggetti che si sono trovati in difficoltà per il pagamento dei mutui. La misura dura soltanto un anno e in ogni caso potrà essere approfondita in Parlamento”.