skip to Main Content

Mes

Scudo fiscale cassette di sicurezza, ecco le giravolte del Pd sulla misura salviniana

Baruffa a sorpresa - e piuttosto bizzarra - sulle cassette di sicurezza sulla scia delle parole del leader della Lega, Matteo Salvini. Ecco i dettagli.

Baruffa a sorpresa – e piuttosto bizzarra – sulle cassette di sicurezza sulla scia delle parole del leader della Lega, Matteo Salvini. Ecco i dettagli.

CHE COSA HA DETTO SALVINI

Uno scudo fiscale sulle cassette di sicurezza. E’ quanto ha proposto ieri Matteo Salvini rispondendo alle domande di Bruno Vespa a Porta a Porta. Si parlava di emersione di «soldi tenuti sotto al materasso». Il vicepremier ha specificato: «Non parlo di soldi all’estero, se qualcuno ce li ha portati sono affari suoi, ma mi dicono che ci sono centinaia di miliardi in cassette di sicurezza, fermi». «Soldi sostanzialmente nascosti», secondo Vespa: «Sì, parliamo di soldi tenuti sotto al materasso», ha chiosato Salvini.

ECCO LA PROPOSTA SULLE CASSETTE DI SICUREZZA

In sostanza, chi tiene nelle cassette di sicurezza del denaro potrebbe dichiararlo al fisco e, pagando una certa percentuale — quella che circola è del 15%, come la flat tax —, farlo pienamente «riemergere». Ancora Salvini: dopo i rigori di Equitalia, serve una pace fiscale per far emergere il denaro contante depositato nelle cassette di sicurezza, fermo. Con una nuova pace fiscale daremmo il diritto di utilizzarli, e lo Stato incasserebbe miliardi da reinvestire per la crescita».

LA PROTESTA DEL PD

Il primo a replicare alla proposta del leader leghista è stato – come riporta il Corriere della Sera – il capogruppo del Partito democratico in commissione Bilancio della Camera, Luigi Marattin: «L’avevamo detto che sarebbero arrivati a toccare i risparmi degli italiani. Certo, non ci aspettavamo così presto. Irresponsabili».

LA MISURA STUDIATA DAL GOVERNO PD

Eppure da un articolo del quotidiano Italia Oggi del 19 settembre 2017 a firma di Cristina Bartelli (qui l’articolo integrale con tutti i dettagli) si legge che era stato proprio il Pd a studiare la misura: “Sul tavolo degli uffici al lavoro per la prossima legge di Bilancio è aperto il dossier che riprende l’idea di una collaborazione volontaria sul contante presente nelle cassette di sicurezza, quantificato, dal procuratore capo di Milano, Francesco Greco, in circa 200 mld di euro. Proprio il magistrato ha fornito un assist all’iniziativa legislativa, chiedendo un intervento di questo tipo: «Tra le somme di contante che non conosco e le somme di contante sbiancate (ripulite, ndr) da persone che conosco, cioè che accettano di fare disclosure, preferisco le seconde. Si poteva avere perplessità sugli scudi anonimi ma non in tempo di Ocse e di una procedura come la voluntary disclosure regolamentata dall’Ocse. L’intervento sul contante potrebbe essere mutuato proprio da una sua riduzione»”.

LE IPOTESI DEL PASSATO

La proposta emerse, come ricorda anche il Corsera oggi, dal convegno «Date a Cesare quel che è di Cesare», organizzato dal Centro ricerca sulla fiscalità etica diretto da Vittorio Emanuele Falsitta.

Nel 2017, all’interno delle norme sul rientro dei capitali, si ipotizzò una voluntary disclosure di contanti o di titoli al portatore chiusi nelle cassette di sicurezza con un’aliquota al 35%. Poi Palazzo Chigi fece marcia indietro. In precedenza anche Matteo Renzi aveva pensato a “scudare” i soldi depositati nelle cassette di sicurezza ma si era trattenuto per l’impossibilità di capirne la provenienza, che in molti casi potrebbe essere illecita.

Back To Top