La Bce ha ufficializzato il tanto atteso taglio dei tassi da 25 punti base. Meno attesa era l’entità delle revisioni al rialzo delle stime di inflazione, in modo particolare per il 2025, da 2 a 2,2%.
A domanda specifica sul come spiegare il taglio malgrado la revisione al rialzo delle stime sull’inflazione, Christine Lagarde ha puntualizzato come oggi la Bce nutra maggiore fiducia nella robustezza delle stime formulate. Lo scenario macroeconomico di base delineato è il seguente:
• L’inflazione calerà verso il target del 2% nella seconda parte del 2025, complice una più moderata crescita dei salari attesa per quest’anno, grazie soprattutto al fatto che i profitti aziendali stanno assorbendo parte degli incrementi.
• La crescita sarà supportata da esportazioni più forti nei prossimi trimestri.
Lagarde ha ribadito più volte che le future mosse di politica monetaria dipenderanno dall’andamento dei dati, con riferimento sia alla velocità sia al timing dei tagli.
Di fronte alla revisione al rialzo delle stime sull’inflazione, gli operatori hanno reagito mantenendo in vita l’ipotesi di altri due tagli entro la fine dell’anno, tra settembre ed ottobre. Di fatto quindi si consolida l’ipotesi secondo cui la Bce non effettuerà un ulteriore taglio nel corso della riunione del 18 luglio.
IN SINTESI
La riunione della Bce di ieri e la successiva conferenza stampa hanno aggiunto relativamente poco rispetto alle attese già consolidate degli operatori, con una marginale revisione al rialzo delle stime di inflazione rispetto alle attese, soprattutto per il 2025.
La parola passa ora ai prossimi dati macro Usa, a partire da quelli sul mercato del lavoro di domani e dell’inflazione di maggio, in pubblicazione il prossimo mercoledì. Per quanto concerne invece l’area Euro, importante sarà la dinamica delle componenti energetiche (in particolare il gas) durante l’estate, in corrispondenza della fase di ricostituzione delle scorte di gas.