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Perché Trump vuole creare un fondo sovrano negli Stati Uniti

Dopo Intel, il governo americano è pronto ad acquisire quote in altre aziende, con l'obiettivo di creare un fondo sovrano nazionale: sarebbe questa la volontà di Trump, secondo il consulente Kevin Hassett. Tutti i dettagli.

Il direttore del Consiglio economico nazionale degli Stati Uniti, cioè l’organo di consulenza al presidente sulle questioni di politica economica interna e globale, ha detto che probabilmente il governo acquisirà delle quote di partecipazione in altre aziende, come già fatto con Intel. L’obiettivo ultimo – come spiegato da Kevin Hassett – è la creazione di un fondo sovrano nazionale.

PERCHÉ LE PAROLE DI HASSETT SONO NOTEVOLI

Le dichiarazioni di Hassett sono notevoli perché negli Stati Uniti, a differenza dell’Europa, non esiste una tradizione di “stato azionista” (cioè presente direttamente nel capitale delle imprese) né di aziende pubbliche o parastatali. Di solito, il monitoraggio politico sul capitalismo si esprime con modalità “esterne”, come i vincoli agli investimenti e i controlli alle esportazioni elaborati dalle agenzie governative: una di queste è il Comitato sugli investimenti esteri, meglio noto come Cfius, un’agenzia federale che ha il compito di valutare le implicazioni sulla sicurezza nazionale degli investimenti stranieri negli Stati Uniti.

LA TUTELA DELLA SICUREZZA NAZIONALE

La decisione del governo americano di partecipare direttamente alle dinamiche di alcune aziende “critiche” sembra essere mossa proprio dalla volontà di tutelare la sicurezza nazionale.

Intel, infatti – di cui l’esecutivo acquisirà una quota del 9,9 per cento -, è una delle poche aziende americane attive sia nella progettazione che nella fabbricazione di microchip. Mp Materials, di cui il dipartimento della Difesa è il maggiore azionista, gestisce l’unica miniera di terre rare degli Stati Uniti: quella di Mountain Pass, in California. Il governo americano, inoltre, si è garantito la golden share, cioè la possibilità di esercitare vari poteri speciali, su U.S. Steel, l’azienda siderurgica acquisita dalla giapponese Nippon Steel.

L’IDEA DI UN FONDO SOVRANO

Hassett ha definito l’investimento del governo in Intel – 8,9 miliardi di dollari, cifra equivalente ai finanziamenti federali previsti per l’azienda tramite il Chips Act del 2022 – come un “acconto” per la creazione di un fondo sovrano nazionale, che Trump avrebbe detto di volere.

“Il presidente ha reso chiaro fin dalla campagna elettorale, che ritiene che, alla fine, sarebbe fantastico se gli Stati Uniti potessero iniziare a costituire un fondo sovrano. Sono quindi certo che a un certo punto ci saranno altre operazioni”, ha affermato Hassett, cioè altre acquisizioni di partecipazioni in aziende, anche in settori diversi da quello dei semiconduttori.

L’amministrazione Trump ha voluto precisare che il governo non sfrutterà la sua presenza in Intel per influenzare l’azienda o per convincere altre imprese a farvi affari. Se però la proposta del fondo sovrano dovesse concretizzarsi e il governo diventasse azionista di tante altre società, il rapporto tra il potere politico e il capitalismo americano (spesso indicato con l’espressione corporate America, in riferimento alle grandi società quotate) cambierebbe, finendo forse per assomigliare al modello europeo.

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