L’accesso alle cure sanitarie è considerato un diritto umano fondamentale dall’Unione europea, ma le modalità di finanziamento dei sistemi sanitari variano ampiamente tra i Paesi membri. Secondo Eurostat, oltre la metà della spesa sanitaria complessiva dell’Ue (51%) proviene dai contributi obbligatori all’assicurazione sanitaria, mentre la spesa pubblica rappresenta circa il 30%. Le famiglie contribuiscono direttamente con il restante 15%, pari in media a 15 euro ogni 100 euro di spese mediche. L’Italia si colloca tra i Paesi europei dove il peso dei costi diretti per i cittadini è più alto.
LE FONTI DI FINANZIAMENTO DELLA SANITÀ EUROPEA
I dati Eurostat, come riportato da Euronews, evidenziano che il finanziamento dei sistemi sanitari dell’Ue è composto principalmente da contributi obbligatori (51%) e da spesa pubblica (30%), con i pagamenti diretti delle famiglie che costituiscono il 15%. Questi ultimi, noti come out-of-pocket payments, comprendono tutte le spese sostenute personalmente dai cittadini, come ticket, farmaci non rimborsabili, visite specialistiche e cure odontoiatriche.
PAESI EUROPEI A CONFRONTO
Nel 2024, la quota di spesa sanitaria diretta delle famiglie variava notevolmente in Europa: dal minimo dell’8,5% in Lussemburgo al massimo del 35,5% in Bulgaria. In Lettonia (35,1%), Grecia (34,3%), Serbia (32,1%) e Lituania (31,4%) le percentuali superano il 30%.
Tra i grandi Paesi dell’Unione, l’Italia presenta una delle quote più alte, pari al 22,3%, seguita dalla Spagna (20,9%). La Francia (8,9%) e la Germania (10,7%) figurano invece tra i Paesi con i livelli più bassi, mentre il Regno Unito (15,9%, dati 2019) si colloca vicino alla media europea.
CARA ITALIA
L’Italia si distingue non solo per la quota elevata di spesa sanitaria diretta, ma anche per l’importo medio annuo sostenuto da ciascun cittadino. Nel 2023, ogni italiano ha pagato in media 718 euro all’anno di tasca propria per cure mediche, una cifra superiore alla media Ue di 542 euro.
Tra le cinque maggiori economie europee, l’Italia registra il valore più alto, seguita da Germania (652 euro), Regno Unito (609 euro, dati 2019) e Spagna (596 euro). Solo la Francia (410 euro) presenta importi inferiori alla media europea.
GLI ALTRI PAESI EUROPEI
Tra i 34 Paesi analizzati da Eurostat, i pagamenti diretti annuali più bassi si registrano in Moldavia (116 euro) e in Croazia (136 euro). Valori contenuti anche in Bosnia-Erzegovina (206 euro), Romania (223 euro), Polonia (232 euro) e Serbia (293 euro).
I costi più elevati si riscontrano invece in Svizzera (2.396 euro) e Belgio (1.176 euro), mentre in Norvegia la spesa media annua raggiunge 1.158 euro.
IL PESO DELLE POLITICHE SANITARIE NAZIONALI
Le differenze tra Paesi sono influenzate dalle politiche nazionali di copertura sanitaria. Secondo Jonathan Cylus della London School of Economics, i sistemi che offrono un’ampia copertura pubblica o sociale garantiscono livelli più bassi di spesa diretta per le famiglie. Nei Paesi dove la copertura è parziale – come in Bulgaria o Grecia – i cittadini devono sostenere una parte maggiore dei costi, specialmente per farmaci, cure dentistiche e servizi diagnostici.
I DATI IN TERMINI DI POTERE D’ACQUISTO
Le disparità tra Paesi, spiega Euronews, si riducono se le cifre vengono misurate in standard di potere d’acquisto (PPS), un indicatore che tiene conto delle differenze di prezzo tra le economie. In questi termini, i pagamenti diretti per persona variano da 191 PPS in Croazia a 1.304 PPS in Svizzera. In Bulgaria, ad esempio, la spesa di 413 euro corrisponde a 740 PPS, evidenziando un diverso potere d’acquisto rispetto alla media europea.






