Skip to content

Ia Generativa

Perché gli investitori devono avere fiducia nell’Ia generativa

Sebbene l’emergere dell’IA generativa abbia suscitato dibattiti e incertezze, gli investitori a lungo termine dovrebbero concentrarsi sulla capacità del software nel promuovere l’efficienza aziendale e l’innovazione. L'analisi di Hilary Frisch e Tom Mao di ClearBridge Investments, Gruppo Franklin Templeton.

Nonostante le sfide macroeconomiche, i vincoli budget IT e le difficoltà di rinnovo dei contratti che molti fornitori di software si trovano ad affrontare nel breve periodo, le prospettive a lungo termine del settore rimangono positive in quanto le aziende continuano a investire nella trasformazione digitale. Sebbene l’emergere dell’IA generativa abbia suscitato dibattiti e incertezze, a nostro giudizio gli investitori a lungo termine dovrebbero concentrarsi sulla proposta di valore fondamentale del software nel promuovere l’efficienza aziendale e l’innovazione.

Le recenti analisi delle principali società SaaS e cloud-based evidenziano la solidità del settore e il potenziale di costante crescita e creazione di valore.

Comprendere l’evoluzione dell’industria dei software

Questa industria sta attraversando una fase di transizione: molti fornitori affrontano sfide a breve termine legate a fattori macroeconomici, alle mutevoli esigenze dei clienti e alla rapida ascesa di nuove tecnologie come l’IA generativa. Sebbene questi fattori abbiano contribuito alla volatilità del mercato, per gli investitori di lungo termine riteniamo che sia importante mantenere una visione di insieme e concentrarsi sulla proposta di valore fondamentale del software nel promuovere la trasformazione aziendale.

L’indebolimento dell’economia, a prescindere che si risolva in un atterraggio morbido a crescita lenta o che peggiori sino a diventare una recessione, ha portato a una riduzione nella spesa da parte dei clienti enterprise (grandi aziende) e in misura ancora maggiore delle piccole e medie imprese (PMI). Ciò ha influito negativamente sulle valutazioni del software rispetto all’indice S&P 500. I fornitori di software che si rivolgono al mercato delle PMI, già in difficoltà nel 2023, continuano a registrare un rallentamento dei tassi di espansione netta dei contratti con i clienti. Individuare il punto di minimo della domanda delle imprese rimane difficile e in molti casi si tende a collocare quel momento di svolta più avanti nel tempo, nella seconda metà di quest’anno o oltre.

Il comparto delle PMI è più ciclico rispetto alle grandi aziende e considera spesso il software come un acquisto di natura discrezionale. Le condizioni di credito più stringenti, dovute a tassi di interesse elevati per più tempo, incidono soprattutto sulle imprese più piccole. Inoltre, i clienti hanno ridotto i consumi dopo l’eccesso di acquisti registrato nella fase di picco dello smart working durante il COVID-19, mentre la crescita dell’occupazione più lenta ha impattato negativamente i fornitori di software cloud. Per questo segmento di imprese, prevediamo che le difficili condizioni macroeconomiche tenderanno a far slittare il rimbalzo al quarto trimestre o al 2025. Ambire a clienti di dimensioni maggiori richiede grande attenzione al prodotto, un potenziamento della forza vendita e una leadership solida. Riteniamo che il segmento delle PMI sia molto peculiare e ci concentreremo sulle società che offrono la migliore performance operativa.

I modelli di business aziendali inviano segnali contrastanti

A livello di software aziendale, l’intelligenza artificiale ha distratto i principali responsabili delle decisioni e portato a deviare l’attenzione e riallocare il budget IT. Le conseguenze dell’IA variano in base al modello di business adottato dai fornitori di software, che può essere il software-as-a-service (SaaS) basato su licenze individuali o il software cloud basato sul consumo. I contratti SaaS, legati al numero di utenti, generano ricavi proporzionali alla loro durata nel tempo. I fornitori di contratti SaaS aziendali – spesso di durata triennale – hanno registrato un calo dei ricavi al momento del rinnovo, dovuta a un minor numero di licenze utilizzate rispetto al passato recente. Attualmente riteniamo che questo fattore incida sull’andamento delle quotazioni azionarie più di quanto il mercato non sembri riconoscere. I fornitori SaaS stanno rafforzando le attività di cross-selling di servizi ai clienti, senza tuttavia riuscire a compensare appieno le significative riduzioni del numero di utenti.

Alla fine del primo trimestre di quest’anno diverse trattative hanno segnato il passo, inclusi alcuni contratti di rilevante entità per i principali fornitori SaaS. È l’effetto di un quarto trimestre del 2023 più robusto, che aveva indotto alcuni osservatori del settore a intravedere il prolungamento di tale trend nel corso del 2024. L’entusiasmo per i vantaggi dell’IA generativa e la pressione per tenere il passo della concorrenza hanno indotto le aziende a ridefinire le priorità dei budget IT, determinando una pausa nella spesa per il software che si è riflessa nella dispersione delle performance nel settore IT.

Numerosi fornitori innovativi di software per database e analisi dei dati adottano modelli di business basati sul consumo, tipici dei fornitori di servizi cloud. In questi modelli, i ricavi sono riconosciuti in funzione dell’effettivo utilizzo delle risorse cloud, solitamente con pagamento a posteriori. Durante la fase di contrazione della domanda seguita al COVID, i fornitori di cloud hanno consentito ai clienti di rimodulare i contratti al ribasso, assorbendo così gran parte dell’impatto negativo legato al rallentamento macroeconomico e alle iniziative di ottimizzazione dei costi.

Riteniamo che il consumo basato su cloud sia un indicatore più accurato della salute del settore software, in quanto offre una visione in tempo reale dell’attività. Gli ottimi risultati ottenuti di recente dai fornitori di cloud ci inducono a ritenere che i fondamentali sottostanti del segmento siano migliori di quanto suggerito dagli ultimi risultati dell’universo SaaS. Il lancio di offerte di IA per questo gruppo di aziende, appena iniziato, sta generando un incremento delle nuove prenotazioni – un trend positivo destinato a sostenere i consumi futuri. A complicare il quadro, tuttavia, intervengono le previsioni improntate alla prudenza di quasi tutti i fornitori di cloud segnati negli ultimi 18 mesi da tagli ai contratti.

Per i fornitori di software SaaS e cloud, la crescente importanza dell’IA arriva in un momento di rallentamento dei contratti software, ossia di crescita più graduale e normalizzata dopo l’eccesso di spesa indotto dal COVID. Riteniamo che si tratti di fattori transitori e difficilmente in grado di disintermediare i fornitori SaaS. Infatti, molte delle recenti delusioni in termini di risultati finanziari sono attribuibili a ritardi o rinvii di accordi, piuttosto che a una perdita effettiva di clienti. Ciò detto, la maggior parte dei fornitori SaaS rimane incerta sui tempi della ripresa e potrebbe subire ulteriori revisioni al ribasso della guidance prima di stabilizzarsi.

Per i fornitori di SaaS, la riduzione del numero di licenze al momento del rinnovo dei contratti triennali rappresenta un ulteriore ostacolo per i fornitori aziendali, a nostro avviso sottovalutato dagli investitori. Il numero di dipendenti dei clienti non è cresciuto al tasso previsto, compreso tra il 10% e il 15%, come ipotizzato dai produttori di software. I primi grandi contratti dell’ondata di digitalizzazione sono stati firmati dopo l’inizio del COVID, quando le condizioni finanziarie erano decisamente più favorevoli rispetto a quelle attuali.

Per i fornitori aziendali, un ulteriore effetto di spiazzamento e di pausa nella spesa è stato causato dalle azioni di due grandi fornitori di software in particolare. Un fornitore tedesco di SAP (software per l’analisi di sistemi) sta gradualmente “dismettendo” le versioni precedenti del suo software, obbligando gli utenti ad aggiornarsi alle versioni più recenti ossia a passare da un modello di licenza e manutenzione perpetua a un canone di abbonamento ricorrente significativamente più elevato (spesso 2 o 3 volte rispetto al modello di manutenzione). Un altro fornitore sta facendo qualcosa di simile, e con un preavviso piuttosto breve, per la base installata della sua attività di software per la gestione del cloud e dei data center di recente acquisizione, inducendo il passaggio da contratti di abbonamento perpetui a quelli SaaS, anch’essi sensibilmente più dispendiosi. Entrambi i fornitori rappresentano voci di spesa rilevanti e, a nostro giudizio, stanno probabilmente generando un effetto di “spiazzamento” temporaneo nel mercato.

Non perdere la fiducia nella trasformazione di lungo periodo

L’essenza dell’industria del software risiede nell’impiego della tecnologia per affrontare problematiche aziendali complesse, automatizzare i processi e favorire l’innovazione. Nonostante le sfide attuali, questa proposta di valore fondamentale rimane intatta e le aziende di tutti i settori continuano a investire in iniziative di trasformazione digitale per rimanere competitive in un mondo sempre più guidato dai dati e dall’automazione.

Pur essendo ancora nelle fasi iniziali di sperimentazione e implementazione dei casi d’uso, la GenAI è all’avanguardia nella trasformazione aziendale. L’adozione dell’IA basata su software sta affrontando alcune sfide interessanti, ma la sua crescita è destinata a continuare, benché a un ritmo iniziale più lento di quanto originariamente previsto. Lasciandoci alle spalle la prima metà dell’anno, ci aspettiamo che i risultati del software seguiranno la tipica stagionalità, dopo l’ultima serie di tagli alle stime più consistenti del previsto che hanno spinto il software ai minimi di due decenni rispetto ai semiconduttori. La situazione attuale ricorda da vicino il crollo del software di inizio 2016, seguito da una forte ripresa. Potrebbe volerci del tempo, ma l’evidenza storica suggerisce che sarà il settore del software ad accrescere maggiormente il valore dell’IA.

Sebbene l’attuale transizione del software possa risultare onerosa per alcuni fornitori nel breve periodo, è importante che gli investitori a lungo termine mantengano la fiducia nel potere di trasformazione del software e nelle continue opportunità di crescita e creazione di valore del settore. Concentrandosi su società con una forte offerta di prodotti, posizioni di mercato differenziate e una comprovata capacità di attuare le proprie strategie di crescita, gli investitori possono posizionarsi in modo da beneficiare delle tendenze a lungo termine che guidano il settore. In definitiva, l’industria del software rimane un fattore critico per la trasformazione e l’innovazione aziendale e le imprese che sapranno affrontare le sfide attuali e uscirne rafforzate riusciranno meglio a creare un valore significativo per i loro azionisti negli anni a venire.

Torna su