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Si scalda il clima al Sole 24 Ore: tagli e appelli

Che cosa succede al Sole 24 Ore? Fatti, numeri, appelli e rumors

 

Si scalda il clima redazionale al Sole 24 Ore.

Secondo rumors che arrivano dal quotidiano confindustriale diretto da Fabio Tamburini, tra i colleghi del giornale economico-finanziario si fa strada una convinzione: sono pronti circa 15 prepensionamenti, altre uscite entro il 2023 e tagli mirati su singoli voci di costo del personale.

Nel frattempo, nelle mail dei giornalisti del quotidiano è giunta una lettera appella firmata da giornalisti di spicco del Sole 24 Ore che hanno responsabilità di rilievo nel quotidiano diretto da Tamburini: Marco Alfieri, Marco Ferrando, Attilio Geroni, Marco Mariani e Giorgio Santilli.

Ecco di seguito il testo della lettera aperta.

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Care colleghe e cari colleghi,

questa lettera è il frutto di un dialogo che va avanti da alcune settimane e risponde all’esigenza, e all’urgenza che avvertiamo, di riaccendere un confronto aperto a tutte le componenti del Sole 24 Ore.

Non intendiamo interferire nelle dinamiche sindacali. Piuttosto, dopo aver condiviso un certo disagio e preoccupazione, sentiamo la responsabilità di offrire alcuni spunti di analisi che traiamo dal nostro lavoro quotidiano. Nel tentativo di valorizzare le tante risorse di cui disponiamo e che rendono la nostra “casa” un bacino unico di competenze.

Vogliamo partire di qui.

C’è una grande anima nel Sole 24 Ore: il giornale dell’economia e della finanza, delle imprese, delle professioni e dei nuovi mestieri. Il giornale dell’informazione rigorosa e delle risposte affidabili ai lettori. Un giornale che spiega i fatti, genera cultura, servizio e dibattito. Che da sempre pensa lo sviluppo dell’Italia nella prospettiva dell’Europa. Che ha 156 anni di storia e continua a rinnovarsi, dalla trasformazione digitale al nuovo formato del quotidiano di carta.

I risultati dell’ultimo anno, raggiunti in condizioni proibitive attraverso lo sforzo e il contributo di tutti, redazioni per prime, confermano il valore e le potenzialità del brand Sole 24 Ore.

Eppure, anche se non si è spenta, questa grande anima si scontra da almeno un decennio con una sorta di schiavitù dell’emergenza: un nemico insidioso che allontana tutti dalla ricerca di una prospettiva condivisa e vincente.

Da anni la gestione del Sole 24 Ore sembra aver smarrito l’ambizione di costruire il proprio futuro. Ovvero: una strategia di ampio respiro che guardi al lungo periodo, allo sviluppo e all’innovazione. Senza perdersi in contrapposizioni sterili e dannose.

Il giornale ha indebolito la propria riflessione identitaria, con il rischio di depotenziare i prodotti, demotivare le persone e proiettare il gruppo su un sentiero di progressivo logoramento.

Tutto questo avviene, paradossalmente, in un momento storico nel quale l’Italia affronta la prova di una nuova grande ricostruzione. Di questa stagione – che promette enormi opportunità giornalistico-editoriali – Il Sole 24 Ore è chiamato ad essere testimone critico, autorevole e appassionato.

Proprio per esercitare questo ruolo, nel solco della sua migliore tradizione, siamo convinti che il giornale debba per prima cosa mettersi in sintonia con lo spirito del tempo: fare gioco di squadra, mobilitare tutte le energie e ripensarsi non nell’ottica di un semestre ma in quella di un futuro ormai prossimo.

C’è bisogno di riattivare subito un dialogo – ciascuno con il proprio ruolo e con le proprie competenze – che non eluda nessuno dei problemi sul tavolo, anche di sostenibilità del conto economico, ma li affronti all’interno di un quadro di rilancio e di trasformazione editoriale. Una prospettiva, questa, di cui non potrà prescindere anche il nuovo piano industriale.

Convinti che possa essere una modalità virtuosa, invitiamo tutti ad una fase di confronto su alcune questioni che riteniamo ineludibili come il superamento della dicotomia carta-web, con una riorganizzazione in chiave digitale (integrazione e potenziamento dei desk) finora abbozzata ma non realizzata; come la qualità dei contenuti prodotti e la loro declinazione nelle diverse piattaforme; la gestione dei flussi e dei carichi di lavoro, facendo tesoro dell’esperienza dello smart working. E ancora: la spinta ad un vero processo di rinnovamento generazionale allo scopo di arricchire il giornale, in coerenza con i valori del Sole 24 Ore; e la conoscenza approfondita delle nostre audience, necessaria al consolidamento delle recenti iniziative di successo, e alla creazione di nuovi prodotti innovativi. Una missione irrealizzabile se non attraverso la formazione continua, capace di alimentare sensibilità, competenze e percorsi professionali nuovi.

Siamo certi di non essere gli unici a condividere questa lettura, e auspichiamo che la nostra riflessione possa arricchirsi del contributo di molti per costruire, su queste fondamenta, una fase di sviluppo duraturo. Insieme, naturalmente, a tutte le componenti del Sole 24 Ore.

Questa occasione non va sprecata. Perdersi in divisioni o iniziative unilaterali rischierebbe di produrre, specie in questa fase, danni irreparabili di cui tutti pagheremmo il conto.

Marco Alfieri
Marco Ferrando
Attilio Geroni
Marco Mariani
Giorgio Santilli

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