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Quota 100

Perché è una follia sindacale lo sciopero degli statali il 9 dicembre

Lo sciopero del 9 dicembre è un errore clamoroso, che costerà al sindacato in termini di autorevolezza politica e di irresponsabilità e recherà dai danni a tante persone che già stentano in condizioni normali ad avvalersi in maniera congrua dei servizi pubblici. Il commento di Giuliano Cazzola

 

Il post viaggia sui social. Lo ha scritto e pubblicato Manuele Braghero, un pubblico dipendente, iscritto alla Cgil e (si evince dal testo) comunista. Usa parole dure contro lo sciopero proclamato per il 9 dicembre dalle federazioni dei dipendenti pubblici. Giustamente Braghero coglie l’impopolarità di una astensione dal lavoro nella grave situazione di emergenza in cui versa il Paese. Essendo un dipendente pubblico (si definisce addirittura un civil servant) non si presta ad una denuncia facilona che pur trova riscontro in queste ore, del tipo: “gli statali sono garantiti, non corrono il rischio di perdere il lavoro e il loro stipendio continua a correre ugualmente come se lavorassero, mentre stanno a casa con la scusa dello smart working’’.

C’è del vero in queste lamentele di chi sta in cassa integrazione a zero ore, ma è sbagliato fare di ogni erba un fascio e attribuire ai travet l’intera gamma di disfunzione di tutta l’amministrazione pubblica o negare loro quel diritto al rinnovo dei contratti di lavoro di cui sono stati privati recentemente per un intero decennio. Ma il nostro coglie la questione cruciale dello sciopero: non astenersi dal lavoro in questa fase e magari adottando forme di lotta diverse (Braghero avanza anche delle proposte innovative ‘’per rivendicare con orgoglio il rinnovo del contratto’’) sarebbe un modo “per riscattarci da luoghi comuni sul pubblico impiego’’.

Ha regione: il consenso dell’opinione pubblica è un’arma che vale molto di più di uno sciopero raffazzonato e impopolare (manderanno i funzionari sindacali a suonare ai citofoni per accertare la partecipazione all’azione di lotta?) e attuato sulla parola, perché le piazze saranno vuote (per evitare assembramenti) e gli uffici sono in larga misura chiusi a prescindere dallo sciopero. Chi lavora da remoto come potrà astenersi dal lavoro? Con un’autocertificazione o con un selfie che testimonia il suo spostamento dalla sala al tinello, lontano dal pc?

Vediamo perché è stato proclamato lo sciopero di un’intera giornata (anche nella sanità o quei servizi saranno considerati essenziali in blocco?). Ecco il laconico comunicato: “Preso atto dell’esito del confronto tra Governo e le Confederazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil, in mancanza delle necessarie risorse per lavorare in sicurezza, per avviare una vasta programmazione occupazionale e di stabilizzazione del precariato e per il finanziamento dei rinnovi Ccnl Sanità Pubblica, Funzioni Locali e Funzioni Centrali, le categorie Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uil Pa proclamano lo sciopero nazionale di comparto per il 9 dicembre per l’intera giornata o turno di lavoro, con la garanzia dei servizi minimi essenziali previsti”.

In breve, nel disegno di legge di bilancio sono previste risorse insufficienti per garantire rinnovi contrattuali secondo le aspettative sindacali. Il che costituisce anche uno strafalcione sul piano tecnico, perché è prassi che nella Finanziaria si allochino risorse destinate ai rinnovi allo scopo di aprire un capitolo nel bilancio, con la riserva di valutare i costi effettivi una volta negoziati i contratti. Si è mai visto un datore di lavoro – ancorché spendaccione se usa soldi altrui – che mette sul tavolo quanto è disposto a spendere prima ancora che inizino le trattative?

In sostanza, lo sciopero del 9 dicembre è un errore clamoroso, che costerà al sindacato in termini di autorevolezza politica e di irresponsabilità e recherà dai danni a tante persone che già stentano in condizioni normali ad avvalersi in maniera congrua dei servizi pubblici. Di questo passo falso sembra che si sia accorto anche Maurizio Landini, l’uomo forte del sindacalismo confederale quando dichiara: ‘’Mi auguro che sia possibile non farlo lo sciopero del 9 dicembre perché mi auguro che nelle prossime ore, nei prossimi giorni sia possibile fare un confronto preventivo per trovare quelle risorse che consentono un ritorno” di investimento nel pubblico impiego.

Poi anche il leader della Cgil casca nella trappola pretestuosa della protesta contro le “insufficienti” risorse previste in manovra. Troppo comodo pretendere che ci sia qualcuno disposto a togliere il sindacato da cul de sac in cui si è infilato. Credo che Landini conosca la storiella del pulcino smarrito nella Steppa. Ne faccia tesoro.

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IL POST DI MANUELE BRAGHERO:

Sono un dipendente pubblico e anche un iscritto al sindacato.
Trovo lo sciopero indetto un’offesa alla mia storia di civil servant e anche a quella di comunista.
Il paese in questo momento drammatico si deve reggere sulle nostre spalle ed è questa l’occasione casomai per riscattarci da luoghi comuni sul pubblico impiego.
Sarebbe assai più serio uno sciopero bianco per rivendicare dignità e riconoscimento con il versamento di quota parte della giornata lavorativa ad un fondo sindacale di mutuo soccorso per i lavoratori più in difficoltà.
Quello si che sarebbe un bel modo per rivendicare con orgoglio il giusto rinnovo del contratto.
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