Un raccolto dimezzato, parassiti invasivi e manovre speculative hanno acceso la tensione nel cuore del mercato mondiale della nocciola. In Turchia, da dove provengono circa due terzi della produzione globale, Ferrero, il gruppo italiano proprietario della Nutella, si trova in uno scontro a distanza con i commercianti locali: da una parte l’azienda proroga gli acquisti per contenere i prezzi, dall’altra gli intermediari accumulano scorte aspettando che il gigante torni a comprare.
Il risultato è un’impennata delle quotazioni e un braccio di ferro che rischia di ridefinire gli equilibri dell’intero settore.
RACCOLTO SCARSO E SPECULAZIONE
Stando a quanto riportato dal Financial Times, le forniture di nocciole in Turchia, il più grande produttore mondiale, si trovano strette tra un raccolto debole e la corsa speculativa all’acquisto. Le quotazioni, intanto, sono quasi raddoppiate dall’inizio dell’estate, dopo una gelata primaverile e un’infestazione di cimici asiatiche che hanno colpito i noccioleti del Mar Nero.
Ferrero ha temporaneamente sospeso gli acquisti, facendo leva sui propri magazzini e su fornitori in Cile e Stati Uniti, ma la mossa non ha calmato il mercato.
Secondo trader londinesi, i prezzi sono ulteriormente aumentati perché gli intermediari turchi hanno comprato aggressivamente dai coltivatori, scommettendo su un imminente ritorno di Ferrero.
“I commercianti locali in Turchia stanno comprando tutto ciò che possono, aspettandosi che Ferrero arrivi a comprare ciò di cui ha bisogno… quindi è uno stallo tra Ferrero e i detentori a lungo termine – ha dichiarato Giles Hacking della CG Hacking di Londra -. Questi tizi stanno praticamente tenendo Ferrero in ostaggio”.
TURCHI IN ATTESA
Marco Botta, direttore generale della Ferrero Hazelnut Company, ha ironizzato definendo Ferrero “il nuovo Godot dei re delle nocciole turchi”. “Tutti fanno il loro gioco”, ha detto al Ft, riferendosi ai commercianti.
In un anno normale, la Turchia raccoglie tra 600.000 e 700.000 tonnellate di nocciole, circa due terzi della produzione mondiale (1,1 milioni di tonnellate). Quest’anno i trader stimano un calo a 500.000 tonnellate o meno.
“Non credo che la cifra effettiva supererà le 300.000 tonnellate”, ha detto Cemil Temiz, presidente della sezione di Ulubey della cooperativa Fiskobirlik.
PREZZI RADDOPPIATI E INTERVENTO LIMITATO DELLO STATO
Una gelata tardiva nel Mar Nero orientale e un’infestazione del cosiddetto “sputnik”, la cimice asiatica, hanno aggravato la perdita di raccolto. Il prezzo delle nocciole senza guscio è passato da 9.000 a 18.000 dollari la tonnellata tra giugno e ottobre.
Il Consiglio dei Cereali Turco (TMO) ha alzato del 20% il prezzo minimo di sostegno, ma il mercato lo ha rapidamente superato.
Nonostante la scarsità, Ferrero mantiene la sua posizione attendista: “Abbiamo una copertura molto lunga quest’anno… non abbiamo fretta di comprare”, ha spiegato Botta.
Ad ogni modo Ferrero non intende rallentare. L’azienda infatti punta a raddoppiare il fatturato entro otto anni.
TUTTI UTILI E NESSUNO INDISPENSABILE
Sebbene la Turchia fornisca il 70% delle nocciole a Ferrero, la multinazionale italiana con sede in Lussemburgo, negli ultimi vent’anni, ha investito nella produzione di nocciole in Cile e Stati Uniti, che oggi producono circa 100.000 tonnellate all’anno ciascuno.
La strategia di diversificazione, che include anche Serbia e Italia, consente quindi al gruppo di gestire periodi di volatilità.
Botta ha comunque ricordato che l’impegno verso la Turchia “è di lungo termine” e che il Paese resta al centro della catena di approvvigionamento di Ferrero.
NO COMMENT SU POSSIBILI RINCARI
Ferrero, fa sapere il Ft, non ha tuttavia commentato l’ipotesi di un aumento dei prezzi al consumo della Nutella e Botta ha affermato che i produttori dolciari affronterebbero prezzi “sproporzionatamente alti” modificando ricette o riducendo ingredienti costosi, ma non Ferrero.
“Non dobbiamo cambiare nessuna ricetta”, ha dichiarato, grazie alla strategia di approvvigionamento e ai contratti già in essere.
LA TURCHIA PAGHERÀ PER I SUOI ERRORI?
Ma la strategia di Ferrero e la crescita di nuovi produttori generano timori nel settore turco delle nocciole.
“C’è la paranoia che la Turchia perda la sua quota di mercato”, ha affermato Firat Bakıcı, direttore export di Poyraz Poyraz Hazelnut, uno dei principali esportatori del Paese.
Il Cile punta a raddoppiare il raccolto a 200.000 tonnellate entro 5-10 anni, mentre l’aumento dei costi del lavoro in Turchia sta riducendo la competitività.
“La nocciola è l’agnello della frutta secca – di alta qualità, con un aroma sofisticato. Ma la Turchia non è riuscita a costruire un marchio: ha sempre agito come subappaltatore dell’Europa”, ha detto Bakıcı, spiegando che la posizione di Ferrero ha acuito la tensione: “Quando il prezzo delle nocciole ha raggiunto 320 lire al chilo, Ferrero ha detto che avrebbe comprato a 260 lire. Così nessuno ha venduto”.
“Abbiamo trasformato uno dei maggiori acquirenti di nocciole del mondo in uno dei più grandi intermediari di nocciole del mondo – ha concluso -. Nessun Paese sano di mente farebbe una cosa del genere”.







