Fisac Cgil e First Cisl hanno indetto uno sciopero per i dipendenti di Sace, il gruppo assicurativo-finanziario controllato dal Mef, di un’ora per giovedì 22 maggio. I rappresentanti dei lavoratori avevano aperto lo stato di agitazione lo scorso 20 gennaio lamentando non meglio precisate preoccupazioni relative alla riorganizzazione in atto mentre in un documento che circolava tra i dipendenti del gruppo si denunciava la violazione della normativa in materia di appalti pubblici, la soppressione sostanziale dell’autonomia delle funzioni di controllo nel Modello organizzativo adottato e nei flussi informativi agli organi societari, nomine senza il possesso dei requisiti e la violazione dei diritti sindacali.
CHE SUCCEDE IN SACE
Fisac Cgil e First Cisl ora vanno oltre e parlano di un “vertice aziendale che non dialoga” e che imporrebbe “logiche incomprensibili che conducono a un totale disagio e immobilismo”. Di un “clima di intimidazione che non consente di svolgere il proprio lavoro” che comporterebbe persino l'”ostracismo nei confronti dei dipendenti non allineati”, la “permanente inosservanza dell’accordo transattivo di giugno 2024 a definizione del contenzioso per condotta anti-sindacale” e la “violazione dell’accordo del febbraio scorso”, “l’annullamento totale e sostanziale di relazioni sindacali vere”.
LE LAMENTELE DELLE SIGLE SINDACALI
Nel gruppo assicurativo pubblico controllato dal Mef guidato dall’amministratore delegato Alessandra Ricci (nella foto), c’è un “flusso inarrestabile di dimissioni con conseguente grave perdita di personale non facilmente sostituibile”, aspetto eccezionale “mai accaduta nel Gruppo” viene sottolineato dai rappresentanti del lavoratori.
Vengono anche denunciati “accanimenti nei confronti” del personale per esempio mediante assegnazione di “attività e ruoli senza alcuna logica legata alle competenze” e che in taluni casi si manifesterebbero “anche con aggressioni verbali”. Inoltre le due sigle lamentano la “mancanza di percorsi di carriera trasparenti” e il mancato pagamento degli straordinari.
NUBI IN PARADISO?
Ciò che sorprende maggiormente delle lagnanze sindacali oltre al fatto che nascano all’interno di una controllata pubblica di primo piano è che nelle ultime settimane si sono intensificati gli articoli sui quotidiani più diffusi che rimarcano le ottime condizioni di lavoro in Sace: “Settimana corta, addio al cartellino e smart working in base alle attività da svolgere. La nuova organizzazione del lavoro sperimentata da Sace ha conquistato il 65% dei dipendenti. I lavoratori raccontano di un miglioramento evidente nell’equilibrio fra la vita privata e quella lavorativa”, scrivevano quattro giorni fa sul Corriere della Sera.
Questo mentre le sigle sindacali denunciano invece “la violazione di quanto previsto in ordine allo smart working, la mancata attivazione della commissione sul lavoro agile e la mancata condivisione dei dati sull’effettiva fruizione” di tale possibilità. Numeri che a quanto pare non sono stati condivisi con le sigle sindacali ma con la redazione di via Solferino.
Il 30 aprile scorso, invece, Il Sole 24 Ore informava che “per gli 860 lavoratori di Sace arriva un premio record, a seguito dei risultati raggiunti nel 2024. Secondo quanto concordato nel contratto integrativo aziendale, il gruppo assicurativo-finanziario partecipato dal Ministero dell’economia e delle finanze erogherà un premio variabile lordo di risultato che varierà tra 2.145 euro e 5.940 euro, sulla base della figura professionale”.
Seguiva un lungo paragrafo di lusinghe: “Il modello organizzativo incentrato su benessere e produttività, della gestione del ceo Alessandra Ricci, ha consentito di superare tutti i target di Piano, generando un impatto sull’economia italiana pari a 280 miliardi di euro e supportando circa 1,5 milioni di posti di lavoro, con un utile lordo consolidato più alto di sempre pari a 789 milioni di euro, e un aumento della produttività del 26%”. Resoconto che mal collide con le lamentele sindacali. La domanda quindi è: che cosa sta davvero succedendo in Sace? E chi ha ragione tra vertici della società e sindacati interni alla società?
LA POSIZIONE DELLA SACE
Dalla società si precisa: “Il diritto di sciopero è sacrosanto – e nella fattispecie stiamo parlando di una ora di sciopero – ed è fisiologico in qualsiasi processo trasformativo”. Per questo, secondo i vertici di Sace, “alcuni chiarimenti sono tuttavia opportuni: 1. Non è il vertice il che non dialoga, ma le sole Cgil e Cisl che si sono ritirate dal tavolo mentre le altre sigle continuano un fruttuoso confronto con l’azienda; 2. Nessuna intimidazione da parte del Management, ma incoraggiamento a credere nel cambiamento e nel ruolo che ciascuno può svolgere a supporto del Paese; 3. Nessun flusso inarrestabile di dimissioni, se non di livello fisiologico. A fronte di tante accuse, la verità è questa:
• Sace dal 2023 ha intrapreso un percorso di evoluzione profondo e senza precedenti, fatto di efficienza, lavoro per obiettivi, riduzione sprechi, meno forma e più sostanza. Un approccio sano, che evidentemente qualcuno può trovare scomodo. Non stiamo parlando di tagli all’organico, non stiamo parlando di licenziamenti. Stiamo parlando di far lavorare al meglio le persone, formandole per svolgere attività a maggior valore aggiunto anche e soprattutto per le imprese italiane che utilizzano i servizi e le soluzioni di Sace. Con un obiettivo semplice e chiaro: onorare al meglio il mandato pubblico di Sace a supporto del tessuto produttivo nazionale, senza sprechi di tempo e risorse.
• E i risultati parlano chiaro: con un aumento della produttività del 26% Sace ha realizzato l’utile lordo più alto di sempre (789 milioni di euro), e ha mobilitato 60 miliardi di euro a supporto della crescita delle imprese italiane, che hanno consentito di generare un impatto di 280 miliardi di euro sull’economia italiana da inizio Piano, contribuendo a creare o mantenere oltre 1,5 milioni di posti di lavoro.
• E i premi per i dipendenti non mancheranno: in busta paga a maggio, i dipendenti di Sace riceveranno un premio variabile aziendale record (il premio variabile lordo di risultato varierà tra 2.145 euro e 5.940 euro, sulla base della figura professionale) e attraverso il Piano di Welfare Sace, potranno beneficiare di una iniziativa di ulteriori 800 euro in busta paga. A questa somma andrà poi aggiunta la quota del sistema incentivante
• Sace peraltro vanta il modello di lavoro flessibile più evoluto in Italia, ha sperimentato per un intero anno la settimana corta e realizzato investimenti ingenti e costanti nella formazione delle proprie persone, affermandosi come un modello all’avanguardia e pluripremiato per innovazione organizzativa, come attestato a inizio maggio dal Politecnico di Milano a valle di un monitoraggio effettuato nell’intero 2024”.